Il caso

In Piemonte 15.000 trattamenti monoclonali da fare prima che scadano

Campagna di sensibilizzazione promosso da Senior Italia FederAnziani recepita dalla Regione.

In Piemonte 15.000 trattamenti monoclonali da fare prima che scadano
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Sono ben 15.000 i fragili in Piemonte che di fatto hanno a disposizione come "scudo" dal infezioni gravi da Covid 19 solo le cellule monoclonali. Ma questo trattamento farmacologico non è stato sinora usato secondo le attese, perché ci sono migliaia di dosi che rischiano di scadere a fine mese, con un danno economico notevole, mentre sono ancora tante le persone che ne avrebbero bisogno.

L'appello di Senior Italia FederAnziani

E' quanto si apprende in un incontro virtuale che è parte del tour in dieci regioni, promosso da Senior Italia FederAnziani in collaborazione con AstraZeneca. All’evento hanno partecipato i rappresentati dei pazienti e della Regione Piemonte.

Nel territorio regionale, infatti, 15 mila uomini e donne potrebbero beneficiare della profilassi con anticorpi monoclonali ma, al momento non a tutti è stata somministrata la terapia e si corre il rischio di sprecare dosi di farmaco.

Vanno quindi messi in pratica nuovi accorgimenti per incentivare il ricorso ai farmaci utili per gli immunodepressi che non ottengono benefici dalla vaccinazione (o che non possono farla).

“Ringraziamo il Direttore Generale dell’Asl Città di Torino e Commissario dell’Azienda Zero Carlo Picco e l’intera Giunta per aver risposto velocemente, nei mesi scorsi, ad un nostro primo sollecito e preso in carico la problematica dei pazienti più fragili” ha affermato Roberto Messina, presidente Senior Italia FederAnziani.

Le categorie interessate

“Il target da raggiungere sono i pazienti onco-ematologici, le persone che hanno subito un trapianto , gli immunodepressi e i malati colpiti da gravi forme di artriti”.

“I fragili che possono beneficiare della profilassi degli anticorpi monoclonali sono individuabili in quanto già noti e a sistema sulla piattaforma a seguito della lunga campagna vaccinale - ha proseguito Alessandro Stecco, presidente della Commissione Regionale Sanità e Assistenza Sociale, Regione Piemonte - e come Regione tramite Azienda Zero e assessorato sono stati interessati con diverse comunicazioni i reparti di ematologia, i centri trapianti, gli ambulatori di reumatologia, oncologia ed infettivologia della regione, oltre che il Dirmei. Valuteremo la possibilità di convocarli anche direttamente via sms come si fa per i vaccini”.

"E' l'unica difesa che hanno"

“Sono pazienti che possono fare solo la profilassi con anticorpi perché la vaccinazione risulta inefficiente o a volte addirittura impossibile – ha concluso Roberto Messina -. Come Federanziani siamo riusciti ad ottenere dall’Agenzia Italiana del Farmaco la sospensione del test sierologico prima della somministrazione della terapia. Questo ci ha permesso di risparmiare tempo prezioso e di facilitare così il ricorso alla cura. Le dosi ferme e non utilizzate vanno però somministrate nell'interesse generale della salute di migliaia di persone”.

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