Economia

Giuseppe Martino un vercellese nel mondo "cripto"

Un giovane imprenditore ed esperto della blockchain racconta i suoi progetti

Giuseppe Martino un vercellese nel mondo "cripto"
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Nelle foto Giuseppe Martino e una linea delle borracce di "LiBere".

Un vercellese fra gli specialisti delle cripto valute e della blockchain, conosciuto a livello nazionale, tanto che pochi giorni fa ha tenuto una lezione alla magistrale dell’Università di Milano Bicocca. E’ Giuseppe Martino, nato a Vercelli nel 1990, dopo il Liceo Scientifico ha frequentato per qualche anno la facoltà di Informatica dell'Università di Torino. Ma poi si è fatto “sul campo”. Ha vissuto a Roma, Livorno, Bologna e altre località ed è poi ritornato in città.

Borracce e app con crediti ecologici

Ha fondato la startup «LiBere», che ha come mission lo sviluppo della sostenibilità con la diffusione dell'uso delle borracce per l’acqua per ridurre emissioni di CO2 e plastica.
«Il progetto - spiega Giuseppe - è nato in seguito a un lutto familiare. Nel 2019 era mancato mio papà Francesco che gestiva “Punto Snack”, una distribuzione all’ingrosso per i bar. Così dovetti tornare a Vercelli per gestire tutte le incombenze, fra cui la gestione dell’azienda di famiglia. Ma, poi, dato che io non mi accontento dell’ordinario, ho pensando ad un nuovo progetto: doveva essere in un settore di business solido, ma non ancora presente nel territorio. Ho lanciato così, nel 2021, la startup “LiBere”. Basta cercare il sito web https://libere.co.in/, o scaricare l’apposita “app” e seguire le informazioni.

Come funziona?
«L’unica spesa vera e propria, assai contenuta, è l’acquisto della borraccia. Ogni volta che si ricaricherà l’acqua si avrà un credito per premiare i comportamenti virtuosi. L’utente in definitiva guadagna attraverso buoni sconto spendibili su piattaforme di prodotti sempre sostenibili. La app tiene aggiornati su tutte le “transazioni”, sui punti di ricarica più vicini e mostra anche una classifica degli utenti più virtuosi. Ogni ricarica fa risparmiare circa 80 grammi di anidride carbonica e 25 grammi di plastica».

Che bacino di utenti ha?
«Non c’è un limite territoriale, è una piattaforma nazionale e man mano sto costruendo una rete. In città ed in alcuni paesi dei dintorni ci sono già diversi punti convenzionati che compaiono nella app. Al momento punto molto sulle aziende, perché entro il 2024 sarà obbligatorio redarre il “Rapporto di sostenibilità” e il nostro progetto certifica in modo univoco ed inalterabile quanto l’azienda risparmia in plastica e CO2 non è il classico “greenwashing”, cioè far finta di essere sostenibili».

La collaborazione con Punto Acqua

«LiBere» collabora con “PuntoAcqua Italia” (https://puntoacquaitalia.it/), un’azienda che produce e installa diverse tipologie di “fontane” di acqua, un po’ come i depuratori che si possono installare nei rubinetti di casa, ma in spazi aziendali o di comunità.

Ne parla il Ceo e fondatore Francesco Muto: «PuntoAcqua Italia è nata a Prato, poi si è espansa ad altre province toscane, nel 2020 siamo anche sbarcati a Milano. La nostra intenzione è di radicarci in prospettiva in tutte le province italiane. Installiamo le nostre fontane erogatrici di acqua sia naturale che frizzante in spazi privati ma di fruizione pubblica, come centri commerciali oppure in aziende, scuole, comunità. Tutte le realtà che abbiamo servito sono molto soddisfatte della qualità del servizio e della sostenibilità del progetto. Con Giuseppe c’è una buona collaborazione, la sua startup è molto interessante e si abbina perfettamente con la nostra. In questo momento stiamo cercando persone motivate, che credano nella bontà del nostro progetto e vogliano investirci aprendo dei franchising esclusivi sul proprio territorio, è essenziale infatti per far affermare il sistema che ci siano figure di riferimento nelle varie località. Abbiamo anche inventato una nuova figura professionale il tecnico Fontane PuntoAcqua».

Il mondo delle cripto valute

Tornando al giovane imprenditore vercellese, la sua attività non si limita a «LiBere», è anche un consulente per le aziende che vogliono adottare la “bockchain” ed opera sul mercato delle criptovalute.

Le cripto valute spesso vengono viste con sospetto. Come stanno le cose?
«Io sono in questo mondo dal 2014, faccio trading prevalentemente con il Bitcoin. Le criptovalute sono sottoposte a dei cicli, anche con grandi variazioni. Il Bitcoin è quella più stabile e sicura, ed ha la tendenza a moltiplicare valore ogni quattro anni. Ha perso molto negli ultimi mesi, ma rimane un valido investimento se si sa come gestirlo. Il Bitcoin è nato dall’esigenza di rendersi indipendenti da autorità valutarie centrali, perché la forza della codifica blockchain è di essere decentralizzata, distribuita e crittografata, quindi non falsificabile. Anche le banche, che l’hanno sempre boicottata si stanno ricredendo. Non lo ritengo un imbroglio ma una concreta possibilità di sviluppo della società digitale».

Come si dovrebbe comportare una persona per investire in cripto?
«Il primo consiglio è quello di destinare una certa somma all’investimento e lasciarla lì per un tempo lungo, senza farsi fuorviare dalle fluttuazioni. E’ vero che da 60.000 euro che valeva nel 2021 il Bit Coin è sceso a meno di 17.000 euro, ma chi l’aveva acquistato anni fa è ancora ampiamente in attivo. Poi bisogna documentarsi e capire bene come funziona, del resto tutti gli investimenti finanziari sono rischiosi».

Ma come si produce un Bitcoin?
«Il codice crittografico che costituisce un Bitcoin è prodotto dai cosiddetti “miner”, che collaborano con i loro dispositivi a raggiungere la potenza di calcolo necessaria a creare un bitcoin o altra valuta simile e in cambio hanno una ricompensa. Questa modalità, però è poco sostenibile, perché consuma tanta energia. Ci sono altri sistemi che si possono utilizzare, meno energivori, ma sarebbe davvero complicato spiegarlo in quest’intervista».

Nel vostro sito si parla anche di NFT, di cosa si tratta?
«L’acronimo significa non-fungible token che si potrebbe tradurre come “gettone non riproducibile”. E’ un codice che rappresenta in tutto e per tutto un atto di proprietà di un bene unico. E’ un sistema molto usato nell’arte digitale, se io acquisto un’opera digitale (che non esiste in altro formato) il certificato attesta che è unica e non ne esistono altre copie. LiBere, per ogni borraccia che si acquista associa uno di questi NFT che è legato ad una simpatica immagine di arte digitale ed è unica. Noi diamo anche i diritti commerciali, quindi si possono anche monetizzare le immagini. Si possono collezionare come le borracce stesse. La moneta digitale, anche se si basa sugli stessi concetti di blocchi crittografati è invece “fungibile”, si può utilizzare come il denaro reale per comprare qualsiasi oggetto».

Un mondo complesso...

«Certamente per i millenials o la “generazione Z” sono concetti molto più vicini che non per persone pre-digitali, credo che il mondo blockchain sia il futuro e che rappresenti un’occasione di maggiore democrazia e sostenibilità per tutti, non bisogna averne paura».
Un punto di partenza per approfondire è un saggio di Giuseppe reperibile sul sito web di LiBere (https://shop.libere.co.in/nft-tokenizzazione-del-mondo-digitale/)

 

 

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