Fatti, non parole: reddito di libertà e aiuti concreti
Cgil Vercelli Valsesia, il Coordinamento donne dello SPI Cgil e l’Auser informano sulle forme di sostegno.
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Cgil Vercelli Valsesia, il Coordinamento donne dello SPI Cgil e l’Auser provinciali inaugurano una serie di appuntamenti di sensibilizzazione sul tema rivolto al mondo del lavoro, alle scuole e a tutta la cittadinanza, e sceglie di partire dal ‘reddito di libertà’.
Cos’è il ‘reddito di libertà’
Dallo scorso luglio, ogni donna che è vittima di violenza può richiedere il ‘reddito di libertà’, un aiuto economico dato alle donne seguite dai Centri antiviolenza e dai servizi sociali. L’importo massimo è di 400 euro per 12 mensilità che, cumulabili con il reddito di cittadinanza, rappresentano comunque un primo aiuto concreto a tutte le donne vittime di violenze.
Donne più fragili a seguito della Pandemia
Il decreto (D.P.C.M. 17 dicembre 2020) definisce i criteri per la ripartizione delle risorse del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza” istituito con l'incremento di 3 milioni di euro per l'anno 2020, del “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”. Le risorse sono finalizzate a contenere gli effetti economici derivanti dall'emergenza epidemiologica per le donne in condizione di maggiore vulnerabilità e di favorire, tramite l'indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di povertà.
Perché un “reddito di libertà”
Il “Reddito di libertà” - 400 euro al massimo per 12 mesi, destinati alle donne vittime di violenza, sole o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, contribuisce a sostenerne l'autonomia. Il Reddito di libertà viene riconosciuto solo dietro istanza di parte, alle donne che hanno subito violenza e si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità ovvero in condizione di povertà.
Dove e come presentare la domanda
L’istanza deve essere presentata all'Inps tramite il modello predisposto, allegando la dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale del Centro antiviolenza che ha preso in carico la stessa, che ne attesti il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso e la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento, che ne attesti lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.
Dove chiedere aiuto
Tutte le donne che si trovano in condizioni di difficoltà e hanno urgente bisogno di essere ascoltate e quindi di ricevere in modo informale le indicazioni utili ad affrontare non da sole situazioni di maltrattamenti e abusi possono rivolgersi allo ‘Sportello Donna’ della CGIL Vercelli Valsesia, (tel. 0161 224120 / 0161 224111) per trovare accoglienza, ascolto e parlare dei loro problemi, ricevere informazioni sui diritti esigibili e ottenere una prima consulenza legale e/o psicologica oppure al Centro antiviolenza di Vercelli (tel. 334 3113955).
Il numero verde
È di firma recente, il Protocollo di intesa tra il Nodo Provinciale contro le discriminazioni e l’ordine dei farmacisti Vercelli e Biella e Federfarma Biella e Vercelli che ha attivato il numero verde 800.324.510 - con chiamata gratuita - destinato alle segnalazioni di discriminazione avvenute nell’ambito territoriale delle provincia di Vercelli e Biella. Un numero che sarà inserito su tutti gli scontrini rilasciati dalle farmacie aderenti all’iniziativa.