IL RICORDO DI UN GRANDE VERCELLESE

Elio Sillano, maestro di vita e di sportività

Ha insegnato a legioni di ragazzi a tifare per l'Inter rispettando sempre e comunque gli avversari

Elio Sillano, maestro di vita e di sportività
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Ti ho pensato Elio... Ti ho pensato martedì scorso dopo che la nostra Inter aveva vinto il derby conquistando la finale di Champions League. E come sempre, dopo ogni momento di gioia per la nostra squadra, mi sei venuto in mente tu. Avrei voluto sentire il tuo commento di autorità assoluta nel mondo del calcio, di maestro di "Interismo" per me come per intere legioni di tifosi vercellesi della Beneamata.
Non ti vedevo da molto tempo, dai tempi in cui - come in questi giorni - eravamo ebbri di gioia per le imprese dell'Inter di Mou e Milito. Ti chiesi come vedevi la finale di Madrid e tu mi risposi sicuro "Vinciamo noi".

Martedì ti ho pensato felice per la nostra squadra e mai avrei potuto pensare che dopo poche ore ci avresti lasciati. Te ne sei andato dopo una grande vittoria, sono sicuro con un lampo di gioia nel cuore, e prima della finalissima, come a sancire che anche stavolta è bello esserci arrivati e poi se si vince si fa festa.
Decoubertin? No, semplicemente Elio Sillano, maestro di tifo e di sportività, rivale pungente ma sempre rispettoso in un'era in cui, specie via social, a imperare sono l'odio e i toni esasperati.

Ti ricordo in tanti modi, Elio. Seduto sul pullman per San Siro con schiera ritta e inappuntabile eleganza che ascolti i commenti e intervieni con autorevolezza assoluta. Oppure accanto a Walter Zenga e Kalle Rummenigge in occasione delle feste per la "Rana d'oro", che inventasti per rendere ancora più leggendario il Club del Bar Principe, la nostra casa nerazzurra per più di due decenni. Ti ricordo quando difendesti Ronaldo (quello vero) dalle ire di uno dei nostri compagni di pullman che lo aveva visto appesantito: "Ma se adesso cominciamo a criticare il Ronaldo, allora possiamo andare tutti a casa...". E poi ti ricordo quando ci si incrociava a passeggio; tu eri con la tua Liliana, rigorosamente sottobraccio, e mi trasmettevi un bellissimo senso di famiglia e di grande armonia.

Addio Elio, guardandoti e seguendoti ho imparato cosa significa amare la propria squadra rispettando gli avversari. Un valore di cui vado fiero, non meno di quanto sono fiero di amare i colori nerazzurri.

(Daniele Gandolfi)

Elio Sillano, fotografo in piazza D'Azeglio e Cavaliere del Lavoro, aveva 87 anni

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