Due galline prataiole nel Vercellese: sono tra gli uccelli più rari d'Italia
Attivisti di CABS, LIPU e WWF: "Il rischio è che vengano abbattute"
Durante le attività di monitoraggio del bracconaggio in provincia di Vercelli gli attivisti di CABS, LIPU e WWF non credevano ai propri occhi quando due esemplari di Gallina prataiola si sono palesati sui bordi di una risaia. Si tratta di grandi uccelli della famiglia delle otarde rarissimi in Italia, con un’unica popolazione nidificante in Sardegna.
Durante controlli anti bracconaggio
“Mentre eravamo impegnati ad osservare, i soliti casi di bracconaggio nella zona, abbattimento di specie protette e uso di richiami acustici, un’osservazione fantastica che ci ha riempito di gioia” afferma Andrea Rutigliano del CABS.
La Gallina prataiola è Specie prioritaria per la Direttiva Europea Uccelli e specie particolarmente protetta per la normativa italiana sulla caccia oltre ad essere anche in Appendice 1 della Convenzione di Washington.
In Italia è sedentaria e nidificante in Sardegna; ritenuta estinta in Sicilia dalla fine degli anni ’60, con segnalazioni fino al 1977 in provincia di Catania (Ciaccio e Priolo 1997) e nel Molise con nidificazioni regolari fino agli anni ’60 e ultime osservazioni a inizio anni ’70. In tempi storici ritenuta nidificante comune ma localizzata in Sardegna, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Molise, irregolare come tale nella pianura padana orientale. Frequenta Habitat steppici e agroecosistemi tradizionali.
“Ancora una volta il popolo migratore ci stupisce: saranno arrivate dalla Francia o dalla Spagna, forse spinte dai recenti eventi atmosferici estremi, oppure si tratterà più probabilmente di Galline prataiole arrivate dalle steppe orientali?” si chiede Antonio Delle Monache del Coordinamento nazionale Guardie Giurate WWF “Proprio in questi giorni sono rimbalzate nei canali social dei birdwatchers di tutto il mondo, video e foto da Armenia, Azerbaijan e Georgia dove si è registrato il più grande passaggio di tutti i tempi di questa specie”
“C’è solo da sperare che i due meravigliosi uccelli non siano abbattuti da qualche doppietta. Erano talmente confidenti, camminando e becchettando a poche decine di metri da noi, che un forte rischio in tal senso esiste in una zona con una pressione venatoria così alta”.