Discoteche chiuse: «Siamo l’unico settore ancora in lockdown»
«I nostri lavoratori sono in forte difficoltà, i gestori non hanno visto più nessun ristoro. Non si può più andare avanti così».
Guido Ambrogione, gestore de "Il globo" e membro del direttivo Silb, chiede un cambio di rotta per un settore in forte sofferenza.
Ancora in lockdown
L’industria delle discoteche è al momento l’unico settore in lockdown. Guido Ambrogione, che gestisce la maxi discoteca di Borgo Vercelli «Il Globo», una delle più grandi nel nord Italia, è anche nel direttivo Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) e in questi giorni ha preso decisamente posizione perché arrivi entro metà mese il via libera dal governo per riaprire. «Se no valuteremo che posizioni prendere, ma posso già dire che sarà una protesta clamorosa».
Cabina di regia
I prossimi giorni sono decisivi. «Io sarò a Roma - continua Ambrogione - con gli altri colleghi per vedere cosa succede, c’è una cabina di regia in parlamento che dovrebbe decidere sui tempi di riapertura. In un primo momento si era parlato di inizio ottobre, poi di metà, ma è da giorni che non si capisce più se riapriremo o no. Siamo ormai l’unico settore a essere rimasto chiuso, i nostri lavoratori sono in forte difficoltà, i gestori non hanno visto più nessun ristoro, né quelli promessi da Draghi e nemmeno, in Piemonte, quelli promessi dalla Regione. Non si può più andare avanti così».
Le feste
Ambrogione chiosa su ciò che invece avviene ovunque, tranne che nei locali da ballo: «Si vedono feste folli, la più recente al Politecnico di Milano. Tutti creano occasioni per ballare... nelle piazze, in certi locali. Dappertutto tranne dove siamo attrezzati per accogliere le persone, garantendone la sicurezza, con professionalità ed esperienza. Ma basta guardare le curve degli stadi e, per restare a Vercelli, cosa succede nelle notti della movida. Speriamo davvero che questa settimana veda la fine di una discriminazione pesante nei nostri confronti e non ci sia chi cerchi ancora di penalizzarci, anche quando è evidente che non ce n’è più motivo. Vedremo come si evolverà la situazione e valuteremo».