Da domani al via la Commissione d'inchiesta sull'inceneritore di Cavaglià
Enti e associazioni presenteranno le osservazioni relative al progetto
Il fronte del “No” all'inceneritore di Cavaglià (opera che tra l'altro insisterà sui comuni di Tronzano e Alice Castello) potrà dire la sua a partire da martedì 27 giugno a Biella, giorno in cui si insedierà la Commissione inquirente d’inchiesta sul progetto che ascolterà le osservazioni presentate dai rappresentanti dei comuni e dei movimenti, enti e associazioni nei mesi scorsi.
Il fronte del No
Sulla questione interviene il consigliere comunale santhiatese Alessandro Caprioglio: "Riteniamo non idonea la collocazione del termovalorizzatore nell’Area della Valledora- spiega- anche alla luce dell’evidenza che la provincia di Biella è una delle province più virtuose nella raccolta differenziata e quindi non ha senso mettere nella sua provincia un inceneritore che che serve tutta la regione e quindi anche le zone meno virtuose".Poi c'è il capitolo di gestione delle ceneri: "Permane il rischio che questo progetto faccia da polo attrattivo per ulteriori impianti di smaltimento impattanti, quali le discariche per le ceneri e ciò non è ammissibile" conclude il consigliere. Ma anche il Movimento Valledora spiega le proprie ragioni: "L' impianto brucerà rifiuti speciali e fanghi di depurazione 24 ore su 24 per 364 giorni all’anno e spargerà fumi, polvere sottili e CO2 nel cielo circostante al suo camino di 95 metri - spiega la referente Alba Riva- e delle 300.000 tonnellate di rifiuti provenienti da ogni dove, non certamente dal Biellese, il 23 % saranno ceneri e scorie e necessiteranno di discariche per accoglierle. Brucerà metano, consumerà acqua e consumerà tanta energia elettrica per funzionare, il 75% di quella prodotta". Poi il Movimento Valledora sostiene che l'impianto potrebbe avere anche delle ripercussioni sulla salute delle persone: "Le polveri sottili gettate in aria e che respireremo per circa 20 anni,-;continua Riva- conterranno ossidi di azoto e particolato fine e finissimo che sarà in grado di essere respirato. La pianura Padana , uno dei luoghi più inquinati per la sua qualità scadente dell’aria, dove le malattie respiratorie e cardiovascolari raggiungono livelli di guardia, riceverà un’altra prova dell’incapacità della politica di tutelare la salute dei cittadini". Infine guardando alle ricadute positive per il territorio, l'associazione ambientalista rimane molto critica: "Ovviamente- conclude Riva- questo impianto, voluto da un gruppo imprenditoriale privato, non porterà alcun vantaggio ai nostri comuni che hanno chiesto alla Provincia di non costruire un inceneritore di cui si può benissimo fare a meno"