Agricoltura

Crisi idrica nella Baraggia Biellese e Vercellese: le dighe sono indispensabili

Gli invasi si rivelano ancora una volta determinanti per fronteggiare, nel territorio a forte vocazione risicola, il severo periodo di siccità

Crisi idrica nella Baraggia Biellese e Vercellese: le dighe sono indispensabili
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Gli invasi del Biellese si rivelano ancora una volta determinanti per cercare di limitare gli effetti della crisi idrica nei territori della Baraggia Biellese e Vercellese e in tutto quello che fa riferimento all’ambito ottimale Egato-2 per quando riguarda l’erogazione del servizio, sia di parte irrigua che per gli scopi civili. Senza l’apporto determinato dalle riserve idriche garantite dalle dighe sull’Ingagna, sull’Ostola e sul Ravasanella gestite dal Consorzio di Bonifica della Baraggia la situazione sarebbe critica: infatti, le derivazioni dal fiume Sesia si sono ridotte dell’80% rispetto alla dotazione nominale, con la siccità che colpisce indistintamente tutto il territorio Biellese e Vercellese e solo le aree servite direttamente dagli invasi non manifestano riduzioni, riconfermando il ruolo di queste infrastrutture che sono la sola opzione disponibile per garantire la dotazione idrica richiesta per gli usi potabili e irrigui. Questa la situazione delle dighe biellesi: nell’invaso dell’Ingagna ci sono infatti circa 5,5 milioni di metri cubi d’acqua; in quello del Ravasanella poco meno di 3,5 milioni; in quello dell’Ostola oltre 2,6 milioni. Si tratta di scorte che si sono accumulate durante il periodo delle intense piogge primaverili, che senza la possibilità di essere raccolte negli invasi sarebbero finite in poche settimane trasportate a valle e fino al mare da torrenti e fiumi. Nel recente passato si era verificata un’emergenza ancora più grave, nel 2023, quando nell’Ingagna erano rimasti solo 1,4 milioni di metri cubi, con il sistema delle dighe biellesi che garantivano scorte idriche solo per poco più del 30%. In quell’occasione il Consorzio Baraggia decise di limitare la disponibilità di acqua per usi irrigui, riuscendo a provvedere così alla distribuzione per usi potabili, che altrimenti sarebbe stato difficile garantire ai cittadini del territorio.

Crisi idrica nella Baraggia Biellese e Vercellese: le dighe sono indispensabili

La gravità della situazione attuale è evidenziata anche dal fatto che è stato necessario chiudere la roggia Marchionale di Gattinara, un evento senza precedenti, poiché la portata del fiume Sesia è talmente esigua che sono venute a mancare le condizioni tecnico-idrauliche per esercitare il prelievo. Gli invasi hanno quindi dimostrato, nella recente siccità, la loro funzione fondamentale garantendo per decine di Comuni e migliaia di abitanti il soddisfacimento delle esigenze di famiglie e aziende. In questo contesto i progetti elaborati e presentati dal Consorzio Baraggia hanno dimostrato che Il nuovo invaso sul Torrente Sessera resta la soluzione, senza alternative, se si vogliono prevenire gravi criticità per la popolazione e contemperare le esigenze produttive di oltre 800 aziende agricole, tutelando l’unica D.O.P. risicola italiana, il “Riso di Baraggia”, e l’ecosistema ambientale che completa e si estende dalla tutela dei fiumi a tutta la rete dei canali sui quali si sorreggono le vaste zone umide che con la loro biodiversità sono tutelate, quanto la fauna ittica, che oggi sopravvive soprattutto grazie all’acqua nei canali che svolgono altresì l’insostituibile funzione di recapito e allontanamento degli scarichi fognari prodotti dalle Comunità. In questa situazione, il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese prosegue nella sua insostituibile funzione di tutela del territorio, delle famiglie e delle aziende, ma ribadisce la necessità che siano sostenute le opere necessarie e richiede da parte di tutte le Istituzioni e gli Enti preposti quelle azioni di concreto intervento più volte sollecitate e senza le quali le siccità potranno produrre gravi crisi per famiglie e aziende. Il riferimento è alle procedure per avviare al più presto i lavori di costruzione della nuova diga sul Sessera, prevista con una capienza di quasi 12,4 milioni di metri cubi, la cui realizzazione, unitamente alle opere idrauliche finalizzate al collegamento con gli altri invasi biellesi, consentirebbe di affrontare strutturalmente il problema della siccità che, a causa dei cambiamenti climatici, potrebbe produrre nel prossimo futuro situazioni simili o peggiori rispetto a quelle affrontate nel 2023.