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Coldiretti Vercelli-Biella in piazza per dire “Basta Cinghiali”

Protesta sotto la Regione

Coldiretti Vercelli-Biella in piazza per dire “Basta Cinghiali”
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Coldiretti Vercelli-Biella presente alla mobilitazione al Palazzo della Regione per dire “Basta Cinghiali”.

Sos coltivazioni

Con SOS coltivazioni, peste suina e sicurezza stradale è urgente attivare subito misure straordinarie di contenimento.

Seimila agricoltori

Oltre 6 mila agricoltori ed allevatori da tutto il Piemonte hanno raggiunto il grattacielo della Regione con un grande corteo e con i loro trattori per dire “Basta cinghiali”.

Tanti cartelli

Tanti i cartelli che denunciano: “Stop assedio cinghiali”, “il cinghiale campa, il campo crepa”, “chiuso per cinghiali”, “cinghiali incubo delle strade”. Centinaia gli imprenditori agricoli che hanno lasciato le campagne delle province di Vercelli e Biella per partecipare alla mobilitazione.

Ammontano ad oltre 5 milioni di euro i danni provocati mediamente dai cinghiali in Piemonte per ogni campagna agraria, con il numero di capi che, negli ultimi anni, è in continua crescita e ha raggiunto quota +110 mila. E’ quanto stima Coldiretti Piemonte in occasione della mobilitazione “Basta cinghiali”, in piazza Piemonte a Torino, sotto il grattacielo della Regione, dove era presente il presidente di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari, il delegato confederale, Bruno Rivarossa con l’intera giunta regionale e con la referente piemontese dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada, Annagrazia Basile, che, insieme ad una delegazione di volontari, Chiara Perotto, Morgana Garbarini e Francesco Calzoni, ha portato una testimonianza diretta, oltre a raccontare l’attività dell’Associazione su tutto il territorio. Nel corso della mobilitazione, importante il confronto con il governatore, Alberto Cirio, che, insieme al neo assessore regionale all’Agricoltura con delega alla Peste Suina, Paolo Bongioanni, intervenuto sul palco, si è impegnato a portare avanti le istanze esposte da Coldiretti Piemonte. La Federazione Coldiretti Vercelli-Biella è stata rappresentata dal Presidente Roberto Guerrini e dal Direttore Luciano Salvadori.

Mobilitazione in tutta Italia

“Questa mobilitazione di Coldiretti sta avvenendo in tutta Italia proprio perché si tratta di una problematica diffusa ed incontrollata, qui in Piemonte la presenza di cinghiali ha raggiunto un livello oltre il limite di saturazione – commentano Guerrini e Salvadori - Una vera e propria invasione che ha determinato una condizione di reale pericolo per l’incolumità delle persone ed una tragedia dal punto di vista economico per le imprese agricole. Campi devastati, raccolti falcidiati, incidenti automobilistici anche mortali, un costante assedio delle aree rurali ed una sempre maggior presenza anche nelle zone urbanizzate. A tutto questo, dal 2022, si è aggiunta la Peste Suina africana che sta mettendo a rischio l’intera filiera suinicola piemontese, che è tra quelle più importanti economicamente nel tessuto imprenditoriale agricolo. Fortunatamente nei nostri territori non si sono ancora verificati casi, ma non possiamo abbassare la guardia”.

Le richieste

Coldiretti Piemonte alla luce di questa situazione ha chiesto, tra le altre cose, alla Regione di:dare immediata e completa attuazione al Piano Regionale di Interventi Urgenti, così da permettere un efficace azione di abbattimento, di significativo contenimento dei danni e di riduzione del rischio in termini di pubblica sicurezza con particolare riferimento alle aree urbanizzate;rafforzare le misure e le azioni per il depopolamento dei cinghiali rendendo attuative le disposizioni straordinarie per tutelare i Distretti Suinicoli;consentire sull’intero territorio regionale, senza limitazioni, l’attivazione degli interventi urgenti ed inderogabili semplificando le procedure e rendendole uniformi;autorizzare la possibilità di interventi in autodifesa dell’imprenditore agricolo anche nelle Aree Protette;permettere la caccia di selezione anche nelle ore notturne;creare le condizioni affinché anche nelle aree di restrizioni le attività di contenimento possano essere potenziate e avviare un processo volto a riformare l’attuale assetto degli istituti venatori.

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