Carcere di Vercelli: tante criticità evidenziate nel dossier regionale
La relazione del Garante vercellese per le persone private della libertà Pietro Luca Oddo
E' stato presentato lunedì 30 dicembre 2024 a Torino, presso la Regione Piemonte il nono Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle tredici carceri per adulti in Piemonte e dell’Istituto penale minorile di Torino.
Il dossier viene realizzato dal Garante regionale delle persone private della libertà personale, attualmente in carica è Bruno Mellano con il coordinamento dei Garanti comunali del Piemonte, fra cui Pietro Luca Oddo, garante per la casa circondariale di Billiemme (nella foto sopra).
Il capitolo che riguarda il carcere di Vercelli è assai ampio (quasi sei pagine del rapporto) ed evidenzia alcune azioni molto importanti di manutenzione, ma permangono gravi carenze. Non sono trattate le criticità della vita nel carcere, ma i limiti strutturali che però generano malessere e condizioni di vita non del tutto idonee.
Fra i dati riportati intanto si apprende che sono detenute al 30 novembre 2o24 304 persone, di cui 33 donne, a fronte di una capienza nominale di 230 posti di cui 43 non disponibili al 16 dicembre 2024.
Una situazione endemica della struttura sono le infiltrazioni d’acqua piovana dai tetti piani e di acqua dagli allagamenti delle risaie dalle falde.
Cosa è stato fatto
Il rapporto osserva che in seguito all'arrivo del nuovo direttore, novembre 2023, sono partiti e parzialmente completati nel 2024, alcuni importanti lavori si è messo mano alle coperture degli edifici e sono stati sostituiti gli infissi esterni. Sistemate pure le coperture dei torrini, che ospitano le scale dei passeggi, eliminando abbondanti infiltrazioni di acqua piovana che si trasmettevano nei vani scala, pianerottoli di collegamento e anche a molte celle a ambienti comuni.
Sono state risanate e restituite all’uso quotidiano due aule corsi della cosiddetta "rotonda Chiesa" e un'intera semisezione al secondo piano.
Sono stati sostituiti gli infissi delle salette di socialità di tutte le sezioni e quelli del braccio femminile, ora riscaldabile senza più le notevoli perdite di calore precedenti.
Sempre per disposizioni del direttore quasi tutte le opere sopracitate sono state realizzate dagli stessi carcerati che fanno parte della squadra MOF (Manutenzione Ordinaria Fabbricati) guidata da un soprintendente della Polizia Penitenziaria.
Sempre con risorse interne nello scorso mese di novembre è stata avviata la ristrutturazione della sezione Transiti (che verrà destinata all’isolamento) e della seconda semisezione al secondo piano. Un'ulteriore semisezione verrà ristrutturata nel 2025.
Avviato pure il rifacimento di parte dell’impianto elettrico.
Cosa resta da fare
Molto più ampio, nel capitolo vercellese del rapporto, l'elenco delle azioni che il Garante ritiene siano indispensabili per una migliore organizzazione e qualità di vita.
Ad esempio si rivela che la struttura al rione Billiemme ha bisogno di una riprogettazione delle aree di attività, per far questo bisogna effettuare uno studio dei flussi degli spostamenti delle persone.
Uno studio per il quale è stata avviata una collaborazione con la facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.
"Necessario e non prorogabile - specifica il Garante Oddo - rimane inoltre una diversa collocazione dei detenuti in Art. 21. Tali detenuti, che hanno la possibilità di uscita diurna dal Carcere per studio e lavoro, sono limitati nel numero proprio per le ridotte dimensioni e la vetustà delle camere che li ospitano attualmente. Ogni possibile coinvolgimento della Città, ovvero della Amministrazione comunale, delle Organizzazioni datoriali, degli enti scolastici, culturali e di volontariato volto ad impiegare detenuti che possano svolgere ogni giorno lavori di pubblica utilità o che possano lavorare o studiare esternamente al Carcere, è limitata proprio dal fatto che lo spazio detentivo destinato ad ospitare questi specifici detenuti è molto limitato, spoglio ed in precarie condizioni di manutenzione".
Nell'elenco delle future opere ci sono pure le camere di pernottamento delle sezioni al terzo e quarto piano). E ancora l’impianto di riscaldamento è da tempo superato, va assolutamente rifatto. E qui si capisce perché l'attenzione alla struttura del carcere diventa vitale anche per la sicurezza e le dinamiche interne, infatti proprio per via del riscaldamento non funzionante, nello scorso mese di novembre ci fu una vera e propria "rivolta" con atti di violenza e danneggiamenti, con diversi agenti della Penitenziaria contusi.
"Le controsoffittature dei corridoi delle sezioni detentive - ricorda inoltre Oddo - rimangono un
ricettacolo di decenni di accumuli di polvere, ragnatele, calcinacci e scrostature di pittura. Spesso questi residui cadono direttamente sulla testa dei detenuti e del personale oltre che nei vassoi dei carrelli del cibo durante la distribuzione del vitto". Una cosa letteralmente da terzo mondo.
L'elenco delle carenze è veramente lungo, solo per citare alcune delle azioni che servirebbero: rifacimento delle sale docce all’interno di ogni semisezione; va rivisto l'impianto dell'acqua calda sanitaria perché non riesce a coprire tutte le docce esistenti; nella sezione femminile necessaria la ristrutturazione dei locali tecnici, e di servizio, delle camere di detenzione e del cortile del “vecchio nido”, inutilizzato da anni, spazio che consentirebbe una migliore sistemazione delle detenute lavoranti, di quelle in “articolo 21” (interno ed esterno) e delle "semilibere"; un impianto di video sorveglianza, inoltre, consentirebbe di ridurre al minimo la presenza fisica della Polizia Penitenziaria e di poter di conseguenza aumentare le collaborazioni con entità esterne, come il Comune di Vercelli, associazioni sportive, culturali e di volontariato. Va ricordato che la videosorveglianza è pure una delle richieste che da anni i sindacati della Polizia Penitenziaria chiedono.
Una piccola buona notizia
Di fronte a queste note negative c'è tuttavia anche una buona notizia: la Casa Circondariale di Vercelli è stata ammessa ad un progetto del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) per la realizzazione di un laboratorio di trasformazione dei prodotti agricoli coltivati dai detenuti lavoranti ex Art. 21.
Focus Area Sanitaria
Un paragrafo preponderante del Rapporto riguarda inoltre l'area sanitaria, che è una delle strutture che necessitano di interventi. E' infatti ancora totalmente incompiuto il ricollocamento e la
rifunzionalizzazione degli ambulatori medici, ora in una posizione inadeguata e a cascata ciò porterebbe a un miglioramento del servizio. Un progetto è stato approvato ma sui tempi di realizzazione non si hanno ancora indicazioni.
"Rimane quindi valida e concreta, quanto necessaria ed urgente, - sottolinea il Rapporto - l’ipotesi di restauro e di rifunzionalizzazione delle vecchie camere di “isolamento” che, adeguatamente modificate, garantirebbero una collocazione dell’infermeria e dei laboratori medici più efficace e soddisfacente. La necessità di una nuova Area sanitaria si impone per la limitatezza ed inadeguatezza degli attuali spazi, per il fatto che gli attuali locali sono soggetti a frequenti
perdite di acqua e di liquami dal soffitto e di fuoriuscita dei liquami dai bagni al piano, con frequenti allagamenti (3 episodi di allagamento da liquami in meno di due anni)".
Anche in questo caso un'infelice attuale posizione dell'infermeria è stata motivo di vivaci rimostranze dei pazienti-detenuti ancora con violenze e vandalismi.
Nel Rapporto si rileva però che in questo 2024 sono state segnalate 32 aggressioni solo al personale sanitario, escluse i numerosi episodi di violenza contro il personale della Polizia Penitenziaria stessa. Un numero inaccettabile che non può essere giustificato del tutto dalla precaria situazione logistica.
Ma non finisce qui, sempre per l'area sanitaria viene rilevato che sarebbe utile la presenza della Penitenziaria alle riunioni mediche che si occupano di detenuti ad alto rischio suicidario/autolesivo perché l'esperienza di chi è a contatto con i detenuti sarebbe utili. Proprio per via delle tante aggressioni ai sanitari si richiede anche la presenza di un agente destinato alla sicurezza degli operatori nelle infermerie di piano, oggi esiste l’agente delegato a tale attività non è sempre presente perché la scarsità di personale impone sovrapposizione di compiti.
Insufficiente anche il servizio delle "traduzioni" in ospedale, perché il regolamento ne consentirebbe tre al giorno e il fabbisogno esiste, ma non si fanno abbastanza trasporti per carenze di personale e necessità diverse come i trasbordi in Tribunale per i processi.
"Nel 2024 molti importanti interventi sono stati compiuti ed altri avviati. - sottolinea Oddo alla fine del capitolo sul carcere vercellese - Moltissimo rimane da fare, ma almeno la necessaria consapevolezza, pianificazione e programmazione è stata avviata, per interessamento soprattutto della Direzione e del Provveditorato".
Il problema della carenza d'organico
Al giorno 11 dicembre 2024 questi erano i numeri:
- Al trattamento intensificato 67 detenuti
- Regime ordinario: 248
- Semiliberi: 5
- Protetti sex offender a trattamento ordinario 20 (sovraffoll del 153%)
- Protetti sex offender a trattamento intensificato 31 (sovraffoll del 182%)
- Femminile a trattamento intensificato 28 (sovraffoll.: 200%)
- Femminile isolamento 0
Mancano i 3 previsti Dirigenti, mentre il "nucleo traduzioni", dovrebbe essere di 16 elementi ma ce ne sono solo 4.
"Confermata - sottolinea il Garante - la seria criticità evidenziata nel 2023 (in via di peggioramento per richieste di trasferimento già avanzate) riguardante il personale amministrativo e della contabilità. Dei 19 operatori previsti nei ruoli amministrativi solamente circa un terzo sono gli effettivi. Ciò che più allarma è la limitata presenza dei ragionieri contabili in carico agli uffici di contabilità ed economato. Queste assenze influiscono negativamente anche sulla progettualità trattamentale (corsi di formazione, supporto psicologico, laboratori ed attività trattamentali, etc), infatti si rilevano ritardi o, peggio, mancate richieste di finanziamento, problemi nella rendicontazione progettuale e/o nel controllo della stessa, nei pagamenti a fornitori vari e in tutte le attività accessorie alle precedenti".