"Basta degrado all'outlet di Santhià": il sindaco lancia l'appello
Richiesto un incontro in Regione
Spara a zero il sindaco di Santhià, Angela Ariotti, relativamente al degrado che circonda l'area dell'ex Outlet del Mobile. E ricorda come la proprietà non abbia costruito nessuna rotatoria come da patti antecedenti.
Cattedrale nel deserto
“Quando esco da Santhià e mi dirigo a Cavaglià non posso non fare, ultimamente, una amara considerazione: sono dal 2011 in Comune e so cosa abbiamo fatto noi in merito alla questione Outlet. Ci siamo seduti al tavolo nei primi anni con fior di manager che rappresentavano la proprietà come Bonsignore e Sandretto. Nomi risonanti e famosi del panorama industriale piemontese. Da subito noi, poveri amministratori di una cittadina, abbiamo dato la massima collaborazione in fatto di ascolto”. Da ricordare che l'outlet di Santhià era stato costruito nei primi anni 2000 per diventare punto di riferimento dell'abbigliamento a basso costo. Poi qualcosa andò storto e l'idea (vincente) fu sviluppata nel giro di poco tempo a Vicolungo. Nel 2011 poi la proprietà decise di rilanciare la struttura: “Ci era stato presentato un progetto fantasmagorico che avrebbe attirato milioni di visitatori. Un Outlet del mobile. Evitiamo di dire, col senno di poi, che fosse un'idea sbagliata, ma chi eravamo noi per sostenere questo? - continua Ariotti - Quindi mobilitazione generale. Gli uffici comunali, hanno lavorato giorno e notte per rilasciare autorizzazioni di aperture, e risolvere procedure urbanistiche. La proprietà non aveva ancora realizzato la rotonda per entrare in Santhià e ci chiesero l'autorizzazione all'apertura e poi avrebbero subito realizzato la rotonda”. Peccato però che la rotonda, nonostante ripetute richieste e incontri non fu costruita. Poi finì tutto nel giro di poco più di un anno. “Ora l'area è in completo degrado- spiega Ariotti - e il percorso fuori dall'autostrada che dovrebbe essere mantenuto nell'ordine e decoro è infestato di erba e dobbiamo sollecitare di continuo per il taglio. Non sono nemmeno riusciti a bloccare la loro parte privata ed è un continuo scaricare rifiuti nell'area. Mi raccontano di atti vandalici continui”. Nel frattempo in questi anni, altre persone si sono sedute al tavolo manifestando interessi per le attività più disparate. “Noi siamo sempre stati a disposizione di ogni interlocutore- continua Ariotti – ma una cosa è certa: l'Amministrazione non ha alcuna responsabilità da addossarsi. Rimane l'amarezza e anche la richiesta alla Regione per capire se esistono spazi per una soluzione che non sia quella di vedere tra dieci anni un rudere infestato da alberi sui tetti, da animali e rifiuti”.