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L'astensionismo resta il primo partito. Siamo tra i quattro capoluoghi peggiori d'Italia

Alle 12 solo il 10,79% degli aventi diritto si è presentato alle urne

L'astensionismo resta il primo partito. Siamo tra i quattro capoluoghi peggiori d'Italia
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Il ballottaggio a Vercelli mette in mostra dei dati non rincuoranti per ciò che concerne l'affluenza alle urne. Infatti alle 12 solo il 10,79% degli aventi diritto oggi, domenica 23 giugno 2024, si sono presentati a votare per il sindaco di Vercelli. Peggio solo Bari, Caltanissetta e Vibo Valentia. Un fenomeno quello dell' astensionismo che il nostro giornale Notizia Oggi Vercelli ha messo in mostra nell' ultimo numero evidenziando come quello degli astensionisti è ormai di fatto il primo partito in città. Al primo turno delle comunali questo partito ha “rifilato” più di tre punti percentuali alla coalizione di Centrodestra che sostiene la candidatura a sindaco di Roberto Scheda con un roboante 40,9%.
La chiamata alle urne di sabato 8 e domenica 9 giugno scorsi ha fatto segnare un’affluenza del 59,1%, inferiore del 6,6% rispetto al 2019, il che, tradotto in numeri, significa la bellezza di 3.046 votanti in meno (dato solo in parte compensato dal calo di 949 aventi diritto). A questo avvilente dato si aggiungano le 650 schede nulle e le 210 “bianche” il che significa altri 2,5 punti percentuali in meno sul totale dei voti. Un crollo dei votanti che è lo specchio dell’indolenza oggi imperante in città: basti pensare che dai seggi trapela notizia che moltissime schede siano state annullate perché i votanti scrivevano il nome del candidato accanto al simbolo di partito sbagliato segno che una parte di quei pochi che è andata a votare non si era nemmeno preparata per esprimere correttamente la propria preferenza.

La cronistoria

ANNO 1993
Vercelli va al voto per rinnovare la Giunta Comunale dopo il terremoto giudiziario dell’anno precedente. Mietta Baracchi Bavagnoli della Lega si impone al ballottaggio su Giorgio Gaietta, sostenuto da PDS (Partito Democratico della Sinistra) e Verdi per poco meno di 4mila voti. Quell’anno, il primo con l’elezione diretta del Sindaco, l’affluenza alle urne segna un poderoso 87,14% al primo turno, seguito da un altrettanto altissimo 76,34% al ballottaggio.
ANNO 1995
Baracchi Bavagnoli si dimette il 7 dicembre 1994 a seguito di una crisi politica in giunta e in consiglio comunale e successiva mozione di sfiducia presentata da Rifondazione e dai “fuoriusciti” dalla Lega. Il 23 aprile del 1995 i vercellesi tornano così alle urne: su 42.420 elettori, al primo turno si presentano ai seggi il 36.317, cioè l’85,61%. I due più votati sono Francesco Radaelli della coalizione di centrodestra con il 42,59% dei consensi seguito da Gabriele Bagnasco sostenuto da PDS, Patto Dem-Popolari (apparentamento dei candidati di Alessandro Bizjak) e Verdi. Al ballottaggio il clamoroso ribaltone con Bagnasco che vince per 4.200 voti. Al secondo turno andò alle urne il 78,26% dei vercellesi, un record irripetibile.
ANNO 1999
Scende in campo Lorenzo Piccioni sostenuto dal centrodestra senza la Lega Nord che corre con Francesco Borasio. Il centrosinistra ricandida Bagnasco che ripete l’exploit di cinque anni prima: sotto al primo turno di 16 punti percentuali, il “talismano” dei DEM rimonta al ballottaggo spuntandola con il 52,29% su Piccioni. Teatro della doppietta una consultazione che porta al voto del primo turno l’80,4% degli elettori (33.195 su 41.285); dato che al ballottaggio scende al 64,13% (26.475 voti).
ANNO 2004
Bagnasco lascia il testimone a Maria Pia Massa, valente assessora alle Politiche Sociali. Il centrodestra sceglie l’avvocato 45enne Andrea Corsaro (Forza Italia, AN, nuovo PSI e UDC). L’affluenza alle urne scende al 78,46% (30.806 votanti su 39.264) che diventa 66,29% al ballottaggio dove la spunta Corsaro con i 53,29% delle preferenze e inizia il primo dei suoi tre (per il momento) mandati da sindaco.
ANNO 2009
Corsaro si ripresenta rinforzato dal sostegno della Lega Nord (che gli porta un 10% abbondante di preferenze) e dai Pensionati: un’armata che gli porta il 60% delle preferenze al primo turno a fronte del 27,63% di Filippo Campisi (PD-Italia dei Valori). Niente ballottaggio. Alle urne vanno in 28.304 su 38.423 (10mila vercellesi a casa, un primissimo allarme astensioni) che significa comunque un 73,66% oggi impensabile.
ANNO 2014
Corsaro non c’è. Il centrodestra candida lo stimato giornalista Enrico Demaria; il centrosinistra punta su Maura Forte, insegnante e figura di spicco del PD. Al primo turno votano solo 25.141 elettori su 37.770 (66,56%) e si parla diffusamente di astensionismo. Il dato scende al ballottaggio (45,3%) dove Forte si impone con il 67,5% delle preferenze, risultato corroborato dai voti portati dalla novità SiAmo Vercelli.
ANNO 2019
Si arriva così alla penultima consultazione per eleggere il sindaco e il trend dell’affluenza ai seggi continua a essere negativo. Al primo turno votano in 24.483 su 37.223 (65,77%). A contendersi la poltrona di sindaco ci sono Maura Forte e Andrea Corsaro, unitamente a Roberto Scheda, in corsa con due liste civiche “Voltiamo Pagina” e “Uniti si vince”, Alberto Perfumo, già presente alle elezioni 2014, sempre uomo di punta di SiAmo Vercelli, Michelangelo Catricalà, ai tempi in forza al M5S, Federico Bodo di +Europa e Giacomo Ferrari di Vercelli Democratica. Corsaro (sostenuto dalla coalizione tripartitica Lega, Forza Italia e FDI )chiude il primo turno a quota 41,89%; Forte (con l’appoggio di PD e due liste civiche) sale a quota 24,66% poi al ballottaggio cede la poltrona con Corsaro che vince a quota 54,8%. Lo “spareggio” è stato votato da 17.710 aventi diritto per una percentuale del 47,58%, di due punti superiore rispetto a quella del ballottaggio 2014. Si tratta dell’unico dato in salita degli ultimi 29 anni di elezioni.
ANNO 2024
Una settimana fa il crollo verticale dell’affluenza con quasi 15mila vercellesi che hanno preferito fare altro, sia sabato pomeriggio che domenica tutto il giorno. Tra una settimana ci sarà il ballottaggio e si voterà anche il lunedì mattina. Cosa attendersi? Il trend non lascia presagire nulla di buono visti i secondi turni più recenti (tra il 2004 e il 2014 la città ha perso 21 punti percentuali netti dei votanti ai ballottaggi).
L’anno scorso ad Alessandria al ballottaggio che sancì la vittoria di Giorgio Angelo Abonante (centrosinistra) l’affluenza fu del 37,13%.

 

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