Solidarietà

A Vercelli il convegno su accoglienza e migranti di piazza Mazzini

Incontro in Seminario promosso dalla cooperativa Igea e dal quotidiano online tgvercelli.it

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Un primo convegno pubblico in anni che esiste il problema dei pakistrani accampati in città, mentre i "ragazzi di piazza Mazzini" sono tornati a dormire più spesso sull'erba del parco o sotto i portici con la pioggia. La scorsa settimana erano 26, ma il numero varia e solo quattro di essi, al momento, hanno un posto al dormitorio. L'attesa per poter poi andare in un Cas ed essere assistiti può durare anche tre mesi ed oltre... Nel frattempo sono degli "invisibili" ignorati dalle istituzioni e soccorsi da volontariato e Chiese. Nel convegno di domenica 21 maggio si è cercato di fare il punto e di far "apparire" il problema alla città, la sala era piena, ma latitavano i politici.

Il primo convegno sul caso piazza Mazzini

Il problema mai istituzionalmente risolto dei richiedenti asilo, provenienti soprattutto dal Pakistan, che si accampano in piazza Mazzini, senza che la città riesca a trovargli un tetto provvisorio dove rifugiarsi almeno la notte, è stato finalmente trattato in un convegno che si è svolto ieri in Seminario, organizzato dalla Cooperativa Igea e dal quotidiano on line Tgvercelli.it. Il convegno si intitolava «Da Cutro a piazza Mazzini, l’accoglienza necessaria» e la sala Sant’Eusebio era piena in ogni ordine di posti, a riprova dell’importanza del tema.

A dare il benvenuto ai presenti, attestando la vicinanza della Chiesa, per conto dell’arcivescovo Marco Arnolfo, è stato il vicario generale mons. Stefano Bedello, è intervenuto poi il presidente di Igea Roberto Rosas. Moderava il giornalista Enrico De Maria. Centrale l’intervento diMaurizio Ambrosini, sociologo e tra i massimi esperti italiani in politiche migratorie, che ha subito portato dei dati di segno contrario rispetto alla drammatizzazione, da parte dell’attuale governo, sui numeri dei migrati che arrivano nel nostro Paese.

Il fulcro del problema

«I numeri - ha ribadito Ambrosini - c’entrano abbastanza poco, conta molto di più l’interpretazione e la loro trasformazione in minacce sociali oppure in flussi accettabili e governabili». Su piazza Mazzini, ha rilevato che la città e le istituzioni stanno facendo ben poco per andare in direzione dell’esplicito messaggio evangelico sull’accoglienza che occorrerebbe riservare sempre al prossimo.
Il coordinatore della Comunità di Sant’Egidio Paolo Lizzi, ha inviato un messaggio, ricordando tra l’altro: «Riteniamo che sia giusto chiedere alle istituzioni cittadine di investire risorse economiche per garantire ai profughi condizioni di vita più dignitose nel periodo in cui attendono il riconoscimento delle loro istanze di protezione internazionale: è necessario che vengano messi a disposizione dei profughi luoghi idonei per la loro accoglienza, almeno nelle ore notturne».

Chi assiste e chi ignora

Al convegno era presente Daniela Carlone, impegnata da tempo a migliorare la vita quotidiana dei profughi: tra l’altro, ha portato in Seminario la seconda edizione del suo libro scritto proprio su di loro. Hanno preso la parola pure Cesare Daneo (Acli), Caludio Feccchio (“Noi con voi”), Claudio Bellini (coop. Verso Probo).

Una punta di polemica del moderatore De Maria, che ha rilevato: «Ci sono 32 consiglieri comunali ma non mi pare di vederne nessuno qui...».

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