Coronavirus: la richiesta di aiuto della Casa di Riposo di Vercelli

Il direttore Cottini scrive al sindaco e ai vertici dell'Asl.

Coronavirus: la richiesta di aiuto della Casa di Riposo di Vercelli
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In questi giorni sul tema CASA DI RIPOSO di Vercelli si è detto e scritto di tutto (al di fuori dei canali giornalistici locali, fatto salvo un approfondimento dei colleghi de La Sesia), una gogna mediatica che ha giocato con i sentimenti di chi ha le persone ricoverate in piazza Mazzini.

Notizia Oggi Vercelli, e il suo portale online Primavercelli, ha scelto di rimanere in rispettoso silenzio, soprattutto sul numero di presunte morti da coronavirus, improvvidamente "sparato" da un consigliere regionale, che - per inciso - non è nemmeno della nostra città.

Siamo rimasti in silenzio anche a proposito di una lettera arrivata nel pomeriggio di lunedì alle redazioni, senza firme ma attribuita dalla mittente al personale operante nell'ipab vercellese. Una denuncia dettagliata circa le presunte condizioni di vita e di lavoro all'interno della struttura, frammista però a rimandi politici (un attacco di qua, una lode sperticata di là) decisamente fuori luogo.

Aspettiamo la stessa lettera, ripulita dagli inutili attacchi politici, con in calce un nominativo o più che noi non pubblicheremo ai sensi della legge sulla stampa.

Ciò premesso, oggi, martedì 24 marzo 2020, ecco finalmente una voce attendibile a poche ore di distanza dagli ultimi due decessi all'interno della struttura avvenuti questa notte.
Quella del direttore ALBERTO COTTINI che ha girato alle redazioni una sintesi della sua missiva inviata al sindaco Andrea Corsaro e alla manager dell'asl Chiara Serpieri.

La situazione che ci troviamo ad affrontare in questo particolare momento esula completamente dalle nostre capacità e dalle nostre possibilità operative e oramai ha esaurito la forza fisica e mentale di tutto il Personale che sta lavorando  senza risparmiarsi, in condizioni precarie, per garantire la sicurezza e la tranquillità degli Ospiti.

Quale struttura socio sanitaria non siamo, per nostra natura e attività esercitata, assolutamente attrezzati per affrontare  le conseguenze dell’epidemia in corso risultando così del tutto impotenti.

Non siamo nelle condizioni operative di sapere quanti, tra gli Ospiti e i Dipendenti, siano o possano aver contratto l’infezione e quindi mettere in pratica le seppur minime e indispensabili misure conseguenti.

Come Personale dipendente, tutti stiamo lottando e ci stiamo battendo con qualcosa di immane che la gente, coscienziosamente chiusa in casa propria, non può neanche lontanamente immaginare né forse concepire.

L’ASL VC e il Comune ognuno per le proprie competenze ci hanno supportato. 

Ma questo non è sufficiente.

Questa mattina quindi sono arrivato in ufficio per fare l’unica cosa che mi rimane: chiedere aiuto.

OGNI NOTIZIA CHE PUBBLICHEREMO CIRCA LA CASA DI RIPOSO SARA' RISPETTOSA DEI SENTIMENTI DELLE FAMIGLIE DEI DEGENTI E DEGLI OPERATORI CHE LAVORANO ALL'INTERNO

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Daniele Gandolfi (direttore responsabile)

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