"Lo spettacolo omosessuale nelle scuole non s'ha da fare"

Gli istituti scolastici casalesi rifiutano di rappresentare un lavoro teatrale sull'omossesualità proposto dalla Regione, ufficialmente per cause burocratiche.

"Lo spettacolo omosessuale nelle scuole non s'ha da fare"
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Gli istituti scolastici casalesi rifiutano di rappresentare un lavoro teatrale sull'omossesualità proposto dalla Regione, ufficialmente per cause burocratiche.

Le scuole superiori della vicina Casale Monferrato, con pretesti burocratici, non intendono aderire a un'iniziativa promossa dalla Regione Piemonte, lo spettacolo teatrale "Comuni marziani", avente cone tema l’omosessualità, intesa come uno dei modi di vivere la sfera affettiva. Lo spettacolo ha l'obiettivo di favorire una cultura della tolleranza e dell’accettazione delle diversità, in particolare il progetto intende mirare alla prevenzione di fenomeni di discriminazione che spesso accadono tra i giovani nelle scuole e vengono taciuti.

«Lo spettacolo destinato ai ragazzi e alle ragazze delle scuole superiori - ha dichiarato Monica Cerutti, assessora ai Diritti Civili della Regione Piemonte - sarebbe in programma a Casale Monferrato mercoledì mattina 8 febbraio, ma apprendo dai giornali che i presidi degli istituti superiori casalesi non intendono aderire all’iniziativa in quanto avrebbero ricevuto la comunicazione troppo tardi per inserire l’appuntamento nel calendario degli eventi. Se la motivazione fosse davvero questa che leggo sui giornali, probabilmente dovuta ad un malinteso o a un errore di comunicazione, mi viene da dire che basta rinviare l’iniziativa di qualche mese o al prossimo anno scolastico e il problema è già risolto. Ma quello che più mi ha fatto sobbalzare sulla sedia - prosegue l'assessore - sono i toni utilizzati nell’articolo: “un’iniziativa moralmente problematica”, “In effetti, l’educazione gender dei bambini e dei giovani e la normalizzazione dell’omosessualità è ciò che ha destato la preoccupazione maggiore”, “Per questo, l’Osservatorio Gender lo ha definito un «martellante e capillare piano di educazione al gender diktat globale»”. Ci sarebbe da ridere se non fosse per la gravità del fatto che nel 2017 si sia ancora costretti a dover leggere frasi come queste sui giornali».

Il caso casalese fa il paio con quanto sta avvenendo a Vicenza per lo spettacolo "Fa’afafine" in programma il prossimo 7 marzo per le scuole della città. Qui però è la Regione Veneta stessa a opporsi con l’assessore all’istruzione della Regione, Elena Donazzan (Forza Italia) che ha avviato petizione online su CitizenGo per chiedere alla ministra Valeria Fedeli di impedire lo svolgimento dello spettacolo che racconta di un ragazzino che si scopre non appartenere né al genere maschile né al genere femminile. Una petizione che ha raccolto decine di migliaia di firme. Forse a Casale non vogliono che si ripeta la stessa alzata di scudi, certamente una decisione che farà discutere.

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