Cultura

In memoria di noi, Carla Crosio parla al cuore di tutti

Al castello di Lenta, fino al 25 settembre, nelle domeniche.

In memoria di noi, Carla Crosio parla al cuore di tutti
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Una location incantevole, il castello-monastero di Lenta, ospita «In memoria di noi», personale di Carla Crosio, curata da Diego Pasqualin, direttore artistico di “Studio 10”, è infatti inserita nelle iniziative dei 50 anni del centro culturale vercellese, con il patrocinio del Comune di Lenta e fortemente voluta dall’associazione “Il Castello”.

Si può visitare solo la domenica dalle 15 alle 17, fino al 25 settembre.

Nove installazioni di forte impatto

Gli spazi agibili del complesso sono invasi da nove installazioni dell’artista vercellese. Sono concetti (vedi la grande “ombra”) che sono stati sviluppati negli anni ma anche nuove creazioni. L’installazione più impressionante è appunto «In memoria di noi», tiene quasi tutto l’ambiente principale ed è formata da centinaia di pezzi a forma di cuore. Alcuni, i cuori di marmo e quelli di ferro, sono opere dell’artista, ma la maggior parte sono sassi e ciottoli a forma di cuore, trovati in ogni dove e collezionati. L’allestimento dell’opera è poi una ulteriore opera d’arte che è stata completata con una semplice “performance” che è stata però una consacrazione vera e propria.

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Dedicato a tutta l'umanità

«Un intimo e silenzioso capolavoro dedicato a tutta l’umanità che su questa terra è passata, lasciando tracce e ricordi, saperi e vuoti che ancora attendono di essere colmati» queste parole di Pasqualin colgono nel segno tutto lo spirito del progetto.

La genesi dell’opera principale e della mostra, ha spiegato Carla è nata per caso, nel momento in cui l’artista ha raccolto un sasso a forma di cuore: «quel cuore ha dato inizio a una ricerca di altri cuori, mi sono fatta carico di questo raggruppare i cuori della terra...», «Insieme a loro, stesi a terra in una sacra offerta, ho posato anche cuori di marmo e di ferro che ho costruito in memoria della mia gente che se ne è andata per sempre».

L’artista ha poi proposto un’appassionata “guida” al percorso, in cui ha illustrato ognuna delle nove installazioni, nelle quali convivono gli affetti della propria vita personale, come nel lavoro «Angela» dedicato alla madre, ma anche i drammi di un tempo spietato, quale è il nostro, come nell’opera “resti umani non identificati”.

Una mostra da visitare

Una mostra da visitare dedicando tempo a ogni lavoro, come un momento di preghiera, perché questo è in fondo l’allestimento. Una preghiera al Dio che sta nel cuore dei sassi e nell’intimo della roccia (esemplari i “libri” aperti negli scarti del marmo di Carrara) ed è in tutte le cose, basta saper scrutare, ma con amore, rinunciando al chiassoso “Io” di questi tempi. Al termine della mostra verrà presentato il catalogo con i testi di importanti nomi della nostra cultura e della critica artistica.

Perché Lenta

Lenta non è peraltro una location a caso, come ha svelato Pier Lamberto Negroni Bentivoglio, vice presidente dell’associazione “Il Castello” «Nel lontano 1982 a una giovane Carla commisionammo il monumento ai caduti...» ricordando poi altri legami dell’artista col luogo. Dunque un ritorno, quarant’anni dopo.

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