Cammino, scelta di vita: "Terapia per ritrovarsi"
Omar Tizzoni racconta la sua esperienza.
Nella foto Omar Tizzoni (al centro), con Mario Matto e la stagista Sofia Cabiati
Santhià è il punto di partenza e di arrivo di molti camminatori che percorrono la Via Francigena e il Cammino di Oropa, e che si appoggiano all'ostello di corso Nuova Italia come punto informativo, oltreché per i pernottamenti. I diversi collaboratori accolgono sempre con familiarità i viaggiatori, che di solito sono pellegrini che, per varie motivazioni, si avventurano sui diversi cammini, a volte alla ricerca di risposte interiori.
Questo è il caso di Omar Tizzoni, ingegnere meccanico 42enne di Sedriano, in provincia di Milano, che in poco più di una settimana ha portato a termine i tre percorsi che conducono al celebre santuario mariano: quello tradizionale (o “della Serra”), con partenza da Santhià, della durata di quattro giorni, adatto a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a un’esperienza di cammino plurigiornaliera; quello che parte da Rassa, in Valsesia; quello valdostano, con partenza da Fontainemore. Questi ultimi due sono percorsi decisamente impegnativi anche perché bisogna avere una certa competenza con la media e l’alta montagna.
Una scelta importante
Tizzoni ha scelto Santhià come punto base per tutti e tre i cammini, decidendo di percorrere i due di montagna da solo e quello della Serra con alcuni amici. Il desiderio di trasmettere e condividere la sua passione per il cammino, iniziata alcuni anni fa, nel 2016, con il Cammino di Santiago, che gli ha aperto le porte del cambiamento. La “vita-modello” che conduceva non riusciva più a soddisfarlo pienamente e così ha iniziato il suo percorso interiore, che lo ha condotto a farne uno stile di vita, in particolare dopo il
licenziamento dal “posto di lavoro sicuro”, nel 2019.
Ormazero: il blog
L'arrivo della pandemia ha intralciato notevolmente i suoi programmi, ma lui non si è perso d'animo e ha sfruttato la situazione: con molta pazienza si è creato una piccola guida di tutti i cammini presenti in Italia, regione per regione. Così, anche non potendo superare i confini regionali, a causa delle varie restrizioni, chiunque avrebbe potuto organizzare e svolgere un cammino restando all’interno della propria regione. Pervaso da questa passione, l'8 agosto scorso ha aperto un blog, “Ormazero”, dove racconta dubbi, perplessità e certezze di questo stile di vita, nella speranza di poter essere d'aiuto a tutti coloro che “rimandano a poi” il primo passo verso una nuova vita fisica e soprattutto interiore. Proprio come il suo incontro con un massaggiatore, durante il Cammino di Santiago, che lo ha esortato, dopo un infortunio che rischiava di far terminare il suo viaggio, a non ritenerlo un fallimento, ma una
tappa della vita.
Il sogno di Omar
«Il cammino per me è stato uno strumento di cambiamento: non cercavo qualcosa in particolare, ma una vita più essenziale. Ora sono consapevole di averla trovata. Probabilmente se avessi cercato solo delle risposte non le avrei trovate – racconta –Per questo voglio condividere questa esperienza e la gratitudine che ho per il cammino. “Ormazero” non è solo un blog che sviluppa la parte tecnica e organizzativa dei cammini, ma un incentivo alla crescita personale, perché per me il cammino è un vero e proprio strumento terapeutico. Il mio sogno è fare il “Cammino degli 88 templi”, sull’isola di Shikoku in Giappone e la “Triple Crown” (Tripla Corona) parte dal Messico e arriva in Canada. Voglio vivere il cammino, far vedere il mondo attraverso i miei passi».