Addio a Nina Buffa, 105 anni, era originaria di Ronsecco
Era la decana della Casa di Riposo di Serravalle Sesia.
Riceviamo e pubblichiamo dall'ottima Piera Mazzone, sempre puntuale nel relazionare su eventi lieti e tristi della Valsesia, il ricordo di Nina Buffa, 105 anni, era la decana della casa di riposo di Serravalle Sesia ma le sue origini sono nella nostra Bassa, a Ronsecco.
Le origini vercellesi
Il 14 maggio 2017 aveva compiuto cento anni e li aveva festeggiati con un grande pranzo al ristorante Da Giovanni, con i familiari e con le amiche: esattamente cinque anni dopo Nina Buffa, vedova Sezzano, se n’è andata, un po’ affaticata per questo lungo cammino, durato più di un secolo. Gli ultimi giorni erano stati gravati da una grande stanchezza, ma aveva aspettato il ritorno della nuora Germana da Santiago de Compostela ed era felice della festa che era stata organizzata per il suo compleanno: sabato sono arrivati i fiori e la torta, che è stata offerta agli ospiti, lasciando un dolce ricordo.
Nina era originaria di Ronsecco, un paese della bassa vercellese, e in gioventù aveva fatto la mondina, come molte ragazze della sua generazione.
Si era sposata con Ernesto Serra nel 1936, ed ebbero un unico figlio Piero. Durante gli anni della seconda guerra mondiale per alcuni mesi assistette il marito ferito, degente all’ospedale di Bologna. Dopo la fine del conflitto si stabilì a Vercelli perché Ernesto si era diplomato ragioniere, e lavorava all’ENPAS.
Il trasferimento in Valsesia
Raggiunti gli anni della pensione i coniugi Serra vennero ad abitare a Serravalle, dove il figlio Piero lavorava all’Ufficio Postale e si era sposato con Germana Sezzano, anch’essa impiegata alle Poste.
Nel 2014 Nina prese la decisione di andare nella Casa di Riposo Don Florindo Piolo di Serravalle, un ambiente familiare, sereno e accogliente, dove si è fatta amare per il buon carattere ed il temperamento scherzoso, che sdrammatizzava ogni tipo di conflittualità con “Tutto passa…”. E’ stata una donna serena, che amava la compagnia e partecipava a tutte le attività organizzate per gli Ospiti: le piaceva molto giocare a tombola, ed era anche fortunata, poiché vinceva spesso. I familiari la circondavano di attenzioni, e anche durante il lungo periodo del Covid, non l’avevano fatta sentire sola. In estate, quando nel pomeriggio gli Ospiti si godono il fresco in giardino, il nipote Alberto, volontario presso la Casa, era incaricato di controllare le temperature di chi veniva in visita e di verificare il Green Pass, attività in cui scherzosamente coinvolgeva quella nonna così speciale, cui era legato da un affetto particolare, che condivideva con la sorella Giulia.
Nina, era affettuosamente considerata la nonnina della Casa di Riposo: mancherà a molti, ha lasciato un’immagine di saggezza, che riporrò nel mio cuore, custodita in una scatola di latta particolare, come quelle che un tempo contenevano i biscotti inglesi, mantenendoli sempre fragranti