A processo per lo striscione antisemita del 2014
Prima udienza a carico degli antagonisti vercellesi responsabili del gesto. La Presidente della comunità ebraica: "Esprimano pubblicamente il loro rincrescimento e la solidarietà alla Comunità Ebraica"
Prima udienza a carico degli antagonisti vercellesi responsabili del gesto. La Presidente della comunità ebraica: "Esprimano pubblicamente il loro rincrescimento e la solidarietà alla Comunità Ebraica"
E' cominciato presso il Tribunale di Vercelli il processo per il "blitz" di alcuni esponenti dell'estrema sinistra vercellese alla cancellata della sinagoga di Vercelli nel luglio del 2014. Si ricorderà che gli antagonisti legati al "Mattone Rosso" avevano appeso alla cancellata del tempio israelitico uno striscione che recitava “#STOPBOMBINGGAZA ISRAELE ASSASSINI FREE PALESTINE”. Si era nei giorni di una violenta offensiva di Israele nei territori palestinesi che causò diverse vittime anche fra i civili innocenti.
Nel corso della prima udienza, svoltasi mercoledì scorso 14 dicembre, gli autori del gesto hanno fatto le loro scuse per l'atto che venne subito letto dai più come un atto antisemita, la Comunità Ebraica di Vercelli lo comunica in una nota ufficiale che riportiamo integralmente.
Nel luglio 2014, allora ignoti personaggi, appesero al cancello della Sinagoga di Vercelli uno striscione bianco recante, in rosso, la scritta “#STOPBOMBINGGAZA ISRAELE ASSASSINI FREE PALESTINE”. A distanza di due anni è iniziato il procedimento penale per il reato di incitamento all’odio razziale, in cui la Comunità Ebraica di Vercelli si è costituita parte civile rappresentata dall’avv. Tommaso Levi di Torino, contro due individui ormai non più ignoti.
Oggi, 14 dicembre 2016, durante la prima udienza dibattimentale, gli imputati hanno espresso il loro rammarico per la strumentalizzazione e l’incomprensione del gesto. Dopo aver rivolto le scuse alla Comunità, in sede di udienza pubblica, hanno spiegato che lo striscione era esclusivamente rivolto contro le politiche repressive di Israele e che avevano scelto la cancellata della Sinagoga come luogo di affissione per suscitare una presa di posizione della Comunità stessa e dell’opinione pubblica nei confronti della crisi israeliana. Scegliere la Sinagoga di Via Foa è equivalso ad accendere un riflettore politico in uno dei punti nevralgici della città, ma, come ha spiegato uno dei due responsabili, lo striscione non è da interpretarsi come atto di antisemitismo.
La Presidente della Comunità Ebraica di Vercelli, Rossella Bottini Treves, sentita come teste, ha riconosciuto che sul problema Israele – Palestina all’interno della Comunità vi è un dibattito acceso e che, di conseguenza, la Comunità da lei rappresentata non può prendere posizioni politiche su una vicenda così complessa. Con riferimento al gesto incriminato ha ribadito l’estrema pericolosità dello stesso, atteso che porta a confondere il popolo e la religione ebraica con lo stato di Israele. La Presidente ha continuato affermando che il gesto non può che avere una valenza antisemita e può essere l’occasione di facili strumentalizzazioni da parte di chi professa idee razziste e di potenziali pericolosi emulatori.
Terminata l’udienza la Presidente auspica che i responsabili del dannoso gesto, compresa la gravità dei fatti, esprimano il loro rincrescimento pubblicamente senza riserve e manifestino la solidarietà alla Comunità Ebraica, ancora oggi spesso vittima di attacchi antisemiti.
Rossella Bottini Treves
Presidente Comunità Ebraica di Vercelli