Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei
Una interessante analisi della calligrafia e dei disegni infantili.
Una interessante analisi della calligrafia e dei disegni infantili.
Sul nostro giornale è cominciata una nuova rubrica dedicata alla grafologia con l'esperta grafologa Gabriella Milan
Condividiamo con i lettori web la seconda puntata dedicata alla scrittura come “linguaggio simbolico” utile anche per capire il modo in cui i bambini si mettono in contatto e si relazionano con il prossimo.
Le rappresentazioni grafiche e simboliche sono segni rivelatori della personalità che attraverso i movimenti fini permettono alla mano di tracciare segni armonici o alterati molto significativi.
Si trasformano, pertanto, in uno strumento importante per esplorare le diverse sfaccettature e fornire risposte più ampie, grazie alle sfumature che si riesce a cogliere.
Infatti, attraverso la scrittura, il disegno e gli scarabocchi si scorgono i tratti inconfondibili del carattere e della personalità. Si scoprono gli stadi d’animo, le emozioni negative e positive, eventuali disagi o problematiche della crescita dei bambini, consentendo così agli educatori, di aiutarli a crescere e a maturare nel modo migliore e più armonico
Per i bambini il disegno è un modo spontaneo per esprimere se stessi. Quindi saper leggere e interpretare gli scarabocchi, i disegni, i colori e i tratti grafici permette di capire più a fondo le loro esigenze, comprendendo quei bisogni che non vengono espressi a parole ma che lasciano una chiara traccia sulla carta.
E’ importante, però, sottolineare che, affinché questa analisi possa assumere un carattere scientifico, occorre che sia integrata e in stretta relazione con la psicologia, la psicoanalisi, la fisiologia e le neuroscienze, in particolare la neuropsicologia.
Solo in questo modo si evita di farne un uso banale e approssimativo (un po’ come si vede in certi quiz trasmessi in tivù).
In età evolutiva, quindi la grafologia è importante, non tanto per l’esigenza di conoscere il comportamento del bambino, che un insegnante attento già conosce, quanto piuttosto la problematica inconscia, le inibizioni e i meccanismi di difesa utilizzati. Ed è in questo senso che può rappresentare un validissimo aiuto all’opera di insegnanti e genitori. Nei disegni ci sono segni inconfondibili con cui il piccolo si relaziona con il prossimo, come noi appaiamo ai suoi occhi, come sta con i suoi coetanei, se è un leader o un gregario, se è controllato o impulsivo, i suoi desideri e le sue aspirazioni. Un bambino estroverso disegna figure grandi, occupa lo spazio a destra del foglio e utilizza colori forti. Disegni scarni, figure piccolo e e marginali centrali indicano che il piccolo è introverso. E’ timido chi disegna solo nella parte sinistra del foglio , usa colori tenui e tratti poco marcati. Al contrario tratti premuti che talvolta trapassano il foglio e figure molto grandi sono segnali di prepotenza. Infine colori vivaci e presenza di particolari nel paesaggio indicano equilibrio e autonomia., invece se sono troppo utilizzati il nero e il grigio è bene indagare lo stato psicofisico del bambino che potrebbe comportarsi in modo poco spontaneo per il bisogno di difesa.
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Mi capita di vedere ogni giorno molti disegni di bambini, questo in particolare è esemplificativo per le sue caratteristiche. Infatti , anche se i fiori sono di per se un elemento e un messaggio positivo perché indicano spirito di osservazione, buon carattere e senso estetico, in questo disegno le corolle sono tratteggiate in modo aguzzo, insomma un po’ “arrabbiato”. Ogni volta che si notano improvvisi angoli, gesti nervosi, spigolosità sparse nel disegno, nella scrittura o in uno scarabocchio, vuol dire che il bambino ha scatti nervosi difficili da controllare. Se si osserva bene, le mani sembrano artigli e sono tutt’altro che morbide. Ciò significa che pur essendo disponibile verso gli altri, teme in alcuni momenti di sentirsi defraudato di qualche diritto e reagisce con rabbia violenta. In questo caso se si entra in conflitto frontale con lui si scatenano le sue ire e non si ottiene alcun risultato. E’ suggeribile, dunque, fornirgli sempre una via d’uscita, dopo avergli spiegato il motivo del nostro operato, stimolargli un interesse alternativo o una modalità alternativa per superare il momento difficile. Spesso può capitare che i bambini che manifestano nella scrittura e nel comportamento elementi di aggressività, provengono da famiglie conflittuali e instabili che, per superare certi sensi di colpa, iperproteggono i figli o li rifiutano.
Sempre sottolineando che in un semplice articolo queste tematiche possono essere trattate solo in modo riduttivo poichè occorrerebbe più tempo e altro contesto per affrontarle in modo esaustivo
Gabriella Milan