Anno di fondazione: 1998

Vercelli inaugura l’anno accademico dell’UPO

Stamane al Teatro Civico la 24ª cerimonia di apertura dell’Università del Piemonte Orientale.

Vercelli inaugura l’anno accademico dell’UPO
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Questo è un lunedì di festa per l’Università del Piemonte Orientale: proprio oggi, infatti, a Vercelli si è inaugurato l’anno accademico 2021/2022 dell’UPO, il ventiquattresimo dalla sua fondazione nel 1998. In questi ventiquattro anni di lavoro, l’Upo ha fatto passi da gigante, divenendo una vera e propria eccellenza a livello nazionale e internazionale: sono oltre 30mila i laureati Upo e 17mila gli iscritti, senza contare l’ottimo tasso di occupazione post-laurea. La cerimonia tradizionale dell’inaugurazione dell’anno accademico è stata organizzata nel Teatro Civico di Vercelli. Fra gli ospiti d’o n o re doveva esserci il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, invitato per l’inaugurazione anche del nuovo dipartimento universitario di Scienze e innovazione tecnologica, ma nella tarda serata di ieri la sua presenza è purtroppo saltata.

L'inaugurazione: UPO

L'intervista al rettore, Gian Carlo Avanzi:

«Poter tornare a inaugurare l’anno accademico - afferma Gian Carlo Avanzi, rettore dell’università, in relazione all’anno scorso, quando la cerimonia non è stata fatta a causa del Covid - è una grande soddisfazione: fa sperare che la pandemia possa finire definitivamente, permettendoci di ritornare a una vita normale e all’esperienza dell’università in presenza. Da sempre, infatti, l’Università del Piemonte orientale è una forte sostenitrice del contatto e dello scambio fra persone: abbiamo un ottimo rapporto studenti/professori, il che aiuta molto negli studi e nella ricerca. Perché ciò continui la presenza è un condizione necessaria». Altro scopo molto importante delle università, secondo il rettore, è quello di livellare le disuguaglianze sociali: «È un tema - riprende - che mi sta molto a cuore… Durante la pandemia sono aumentate vertiginosamente, lo abbiamo visto quando chi non aveva i mezzi non ha potuto permettersi di studiare a distanza… L’università favorisce da sempre il livellamento delle disuguaglianze, proprio grazie alle interazioni che vengono a crearsi durante gli scambi, culturali e personali, fra studenti e professori. Purtroppo temo che in questi anni l’università, nel suo significato più profondo, sia stata in qualche modo svilita a causa della pandemia e dall’impossibilità di favorire tali contatti umani. Per questo non vediamo l’ora di poter tornare al cento per cento in presenza». Nei prossimi tre anni il rettore vorrebbe poi realizzare un progetto profondamente riformatorio per l’Università del Piemonte orientale. «L’Upo di domani - spiega - sarà sempre meno generalizzata e più specializzata: occorre differenziare i nostri corsi da quelli delle grandi università vicine come quelle di Milano e Torino, proponendo qualcosa di diverso. Solo così riusciremo ad attirare sempre più matricole. Attualmente stiamo puntando molto sulla chimica “verde”, sulla transizione energetica e sull’intelligenza artificiale, ma c’è ancora molto da fare. Abbiamo poi la fortuna - conclude - di essere in un territorio ricco d’imprese d’eccellenza di piccole o medie dimensioni, con le quali è importante relazionarsi per far sì che i nostri laureati siano sempre competitivi, nonostante i cambiamenti sul mercato del lavoro».

L'intervista alla direttrice generale, Loredana Segreto

A confermare quanto siano importanti i cambiamenti che l’università dovrà affrontare nei prossimi anni è la direttrice generale Loredana Segreto: «Il piano strategico d e l l’Ateneo per i prossimi anni – illustra - è incentrato sulla crescita e sullo sviluppo, favoriti dagli investimenti del Pnrr. Ci troviamo di fronte a una svolta epocale per la quale sarà necessario riorganizzare tutte le attività amministrative e i servizi per gli studenti, la ricerca e la didattica. È chiaro che tutto ciò richiede una grande preparazione e una dotazione di attrezzature e strutture “ad hoc ”: nel 2021 abbiamo iniziato la sperimentazione su Vercelli di una nuova forma di amministrazione, secondo
una logica “hub e spoke”, ovvero un modello di sviluppo “a raggiera”; se questo progetto avrà successo, nel 2023 sarà poi esteso alle sedi di Novara e Alessandria». Tornando poi sul tema del Covid-19 afferma: «La pandemia è stato un evento che ha messo a dura prova tutte le amministrazioni… La nostra università, con grande sacrificio di tutti, ha risposto nel migliore dei modi, monitorando i servizi e riuscendo a mantenerli. Certo abbiamo dovuto trovare nuove procedure e nuove forme di lavoro, abbiamo dovuto adeguarci, ma il bilancio è stato rispettato, le immatricolazioni sono in crescita e abbiamo patrimonializzato questa esperienza facendo un ingente sforzo di rinnovazione in brevissimo tempo. L’università un mondo molto particolare e articolato, fatto di ricerca, didattica e servizi e non può permettersi di essere ostacolato dagli avvenimenti».

L'intervista al rappresentante degli studenti, Filippo Margheritis

A esprimere un profondo ottimismo per il futuro dell’Upo è poi Filippo Margheritis, rappresentante degli studenti in Consiglio di amministrazione: «Questo è un momento di speranza e di ripartenza: la pandemia ha creato enormi disagi e fatto emergere due verità… La prima è che la scienza e la ricerca universitaria hanno u n’importanza inestimabile per l’umanità: abbiamo visto quali sono stati i benefici della ricerca durante la pandemia… Occorrerà ricordarlo in futuro, dato che il nostro Paese non brilla per i fondi destinati alle università. La seconda verità è l’assenza dilagante di cultura, i cui effetti purtroppo sono tuttora visibili su internet e sui socialnetwork… È una vera e propria piaga a cui solo l’istruzione e il sapere autentico che si trovano nelle università possono porre rimedio. Un grande ringraziamento da parte degli studenti va fatto ai docenti, che in questi anni hanno dovuto reinventarsi, trovando anche nuove metodologie d’insegnamento. Non bisogna poi dimenticare - aggiunge in conclusione - la sostenibilità ambientale, un tema sempre più attuale: si tratta di una scelta non più rimandabile, poiché non si può ipotizzare un modello di sviluppo che comprometta la generazione del futuro. Anche in questo l’Upo si è dimostrata all’avanguardia, con l’apertura di due nuovi corsi di laurea, proprio sull’ambiente e la sostenibilità».

Gianmaria Laurent Jacazio
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