I prodigi di bellezza di Francesco Messina inaugurati con tante emozioni
Aperte sabato scorso al pubblico le mostre in Arca, Arcivescovado e San Vittore, resteranno aperte fino al 27 febbraio.
Il freddo pungente di sabato scorso è stato almeno metaforicamente riscaldato dallo spettacolo della bellezza, spettacolo di danza sui trampoli alla cerimonia di inaugurazione e, soprattutto i prodigi di bellezza di Francesco Messina, esposti in Arca, Arcivescovado e San Vittore.
«Arca riprende a navigare», ha annunciato il sindaco Andrea Corsaro, che ha ribadito «la centralità della cultura per Vercelli, «città ricca di tesori d’arte e storia» anche nella fase che si sta aprendo con ingenti fondi legati al Pnrr.
L’altra realtà che ha fortemente voluto questa mostra è stata l’arcidiocesi e il vescovo Mons. Marco Arnolfo, nel suo breve discorso ha ricordato fra l’altro «Ci sono prodigi di bellezza e di luce, questa mostra ci ricorda che tutti possono essere promotori di bellezza»
Ospite un funzionario del Ministero per i Beni Culturali, Mario Turetta, Direttore Generale degli istituti Culturali. «Sono felice di tornare in Arca, dove ero già stato in precedenza, quando operavo a Torino, è un luogo che è diventato punto riferimento, questa è una mostra eccezionali, con Nicola Loi ho collaborato per mostre a Palazzo Reale e nelle altre residenze sabaude. Credo che una mostra così ricca su Francesco Messina non sia mai stata fatta prima».
La fase degli interventi si è completata con i presidenti della Fondazione Crv Aldo Casalini e di Atl Pier Giorgio Fossale, infine ha parlato uno dei tre curatori Sandro Parmiggiani che, fra gli spunti per chi vuole visitare le esposizioni ha sottolineato: «Credo che sia fondamentale soffermarsi davanti a ogni lavoro e porsi in ascolto, perché queste opere dicono qualcosa a chi le sa intendere. Passare con uno sguardo frettoloso è come passare accanto alla vita».
Lo spettacolo che ha incantato i presenti, circa 150 invitati, è stato un gioco di luci, canto e danza sui trampoli. Danzatrici con ali come angeli, nella seconda parte vestite letteralmente di luce, hanno evocato una delle tematiche più care a Francesco Messina, le ballerine.
"Francesco Messina: prodigi di bellezza". E' la prima esposizione dedicata interamente alla scultura che si può ammirare in città.
I lavori sono disposti 50 circa in Arcivescovado, due monumentali in San Vittore ed il resto in un allestimento di "Arca", davvero inedito. Soprattutto qui era la prima volta che si potevano far dialogare le masse di sculture in marmo bianco e in altri materiali come il bronzo, con la struttura moderna che accolse le grandi mostre Guggenheim. Il lavoro di allestimento coordinato da Daniele De Luca (ormai alla quinta esperienza in Arca) è stato impegnativo con ampio uso di basi e con un vero e proprio "labirinto", specialmente nella parte dedicata ai busti dei grandi personaggi conosciuti e ritratti dall'artista. Gli accostamenti e le "fughe" prospettiche sono un valore aggiunto a ciò che già le opere, da sole, esprimono. Non c'è stato bisogno di supporti multimediali... le forme di Messina parlano da sole, il linguaggio dei corpi, ma anche ciò che di tormentato, o anche solo enigmatico, si nasconde nelle anime. La cura della mostra è stata condivisa da De Luca insieme a Marta Concina e Sandro Parmiggiani.
L'anteprima
La stampa cittadina e nazionale ha potuto visitare in anteprima gli allestimenti in Arcivescovado e Arca oggi, giovedì 16 dicembre 2021.
I giornalisti sono stati accolti oltre che dai curatori e dai rappresentanti della Fondazione Messina e da Nicola Loi dello Studio Copernico, che conferisce la maggior parte dei lavori, dal sindaco Andrea Corsaro, con tanto di fascia tricolore, il quale ha sottolineato il ritorno di Arca, dopo la mostra sul Medioevo, sottolineando la collaborazione che si è instaurata con la diocesi.
Alcune note critiche e di allestimento
"L'esposizione in Arcivescovado si apre con il "Giobbe" nella Sala della Croce - ha spiegato De Luca all'anteprima per la stampa - e prosegue fino alla sala verde. Le opere di Messina dialogano con i dipinti della quadreria e gli ambienti della sede vescovile"
Sono diverse le "chicche" da vedere. A parte l'espressività di Giobbe, l'uomo spogliato di tutto, colto nella sua vulnerabilità, la posa è disperata e riflette in sé tanti drammi contemporanei. Presente nel percorso anche il bozzetto per la grande statua di Pio XII che sta in San Pietro e quello di "Adamo ed Eva" che si può poi vedere al naturale in San Vittore. Tante le micro sculture contenute nelle teche, che però hanno lo stesso impatto di quelle grandi, il corpo umano, anatomia e tensioni drammatiche è l'assoluto protagonista. Messina era uomo di Fede ma non rinunciava mai all'eredità classica.
Dai marmi bianchi ai cavalli
In Arca sono destinati i soggetti più legati al tema della "bellezza". I deliziosi marmi bianchi che ispirano voluttà, i busti di personaggi famosi, tra cui Lucio Fontana, Salvatore Quasimodo, Indro Montanelli. E ancora l'armonia dei corpi in movimento delle ballerine, con omaggi a Luciana Savigliano e a Carla Fracci, scultura che è stata posta su una base bianca, diversa dalle altre, come omaggio nell'anno della sua scomparsa. Spazio anche ai corpi di giovinetti e atleti, per chiudere con il tema cavallo, nell'ultima sala. dominata dalla foto del cavallo morente della sede Rai di Roma, in dialogo con modelli più piccoli ma sempre pieni dell'elemento vitale e dinamico che il maestro è riuscito a infondere.
Mostre da visitare lentamente
Che sensazioni rimangono dopo il percorso? Questa è sicuramente, fra le grandi mostre in Arca, la più fruibile. Ma va visitata con estrema lentezza, bisogna darsi il tempo di contare i muscoli testi nello sforzo o ammirare le grazie femminili, di guardare in volto le figure, perché da esse si dipana un magnetismo che si può percepire.
Un efficace "riassunto" lo ha effettuato Sandro Parmiggiani, autore delle note critiche del catalogo e curatore con De Luca e Concina che ha posto in evidenza due aspetti fondamentali.
La Gallery
"Scostare la maschera per cogliere l'anima"
"Messina ha introiettato una lingua, imparando dai Maestri della scultura e attraverso quella lingua ha rappresentato la realtà. Ad esempio dal corpo intrigante di Claudine, una delle prime sculture in marmo bianco, con le gambe accavallate si può risalire la corrente dell'arte indietro fino alla "Olimpia" di Manet, a Canova e alla sua Paolina Borghese, fino alla Venere di Milo. Messina, come solo i grandi artisti sanno fare, è un traghettatore dall'arte classica a quella moderna, un'opera che continua. Il ragazzo pensoso, ritratto sempre nella prima sala, ma in genere le figure umane di Messina non sono solo una perfetta riproduzione. Il maestro non è stato solo capace di darci foto ma c'è sempre qualcosa di enigmatico che traspare dallo sguardo. Infatti lui si poneva all'ascolto di ciò che il soggetto da ritrarre aveva dentro. Lui stesso diceva che che quando si posa si dissimula, invece Messina coglie sempre qualcosa, una persona ha come una maschera sul volto, la capacità di questo artista è quella di scostare questa maschera per vedere qualcosa della vera essenza".
Un'occasione da non perdere
Qualche altro spunto dai video e dalle foto, quel che conta è che chi ama l'arte non può perdersi quest'occasione e si spera che, nonostante il momento complesso. la nostra città diventi meta di visitatori, la qualità di queste tre mostre lo richiederebbe.
Queste sedi e orari: ARCA, piazzetta S. Marco 1: orari di visita: giovedì-domenica dalle ore 10.00 alle ore 19. Palazzo Vescovile, piazza Alessandro d’Angennes, 5; orari di visita: giovedì-domenica dalle ore 14.00 alle ore 18. Ex Chiesa di San Vittore, largo d’Azzo: vista dall’esterno.
L'ingresso alle mostre è gratuito, ma è obbligatoria la prenotazione, scrivendo una e-mail all'indirizzo di posta elettronica: prenotazioni.vercelli.mostre@gmail.com oppure rivolgendosi al numero 3383473682, contattabile dalle 10 alle 19 dal giovedì alla domenica. Prenotazione anche in ARCA negli stessi orari. Green pass obbligatorio.
A promuovere l’evento sono il Comune e l’Arcidiocesi di Vercelli, Nicola Loi Studio Copernico, Milano, con la collaborazione della Fondazione Messina, di Museo del Tesoro del Duomo e Atl Biella Valsesia Vercelli. Con il contributo di Fondazione Crv e Iren e i patrocini di Regione Piemonte e Provincia di Vercelli.