Il caso

La diocesi censura il parroco di Pezzana per le dichiarazioni su Mussolini

Boni e Flaibani plaudonp alla nota diocesana e ribadiscono severe critiche alle decisioni del Comune.

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Intorno alla decisione del Comune di Pezzana di non revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, concessa nel 1924, continuano le polemiche e toccano anche l'ambito ecclesiale. Questo perché il parroco del paese don Cesare Caggiula, sentito dal quotidiano "La Stampa" sulla questione, ha fatto dichiarazioni che non sono piaciute all'arcidiocesi che ha emesso il seguente comunicato: "In merito alla recente disputa relativa alla richiesta, respinta dal consiglio comunale, di revoca della cittadinanza onoraria di Pezzana a Benito Mussolini, l’Arcidiocesi di Vercelli, preso atto delle dichiarazioni rilasciate da un proprio presbitero in una intervista pubblicata nella giornata di domenica e apparsa su organi di stampa nazionali, si dissocia dai contenuti in essa espressi su tematiche di carattere storico-politico divenute di stringente attualità locale, ribadendo la propria assoluta adesione e fedeltà ai valori espressi dalla Repubblica democratica e dalla Carta costituzionale scaturita dalle rovine del lacerante ultimo conflitto mondiale".

Il commento di Boni e Flaibani

Riprendendo questa presa di posizione Igor Boni (Radicali Italiani) e Roswita Flaibani (+Europa) tornano a ribadire stupore e condanna per come a Pezzana è stata presa la loro richiesta di revocare la cittadinanza onoraria al duce.

"Bene ha fatto l'Arcidiocesi di Vercelli che ha opportunamente pubblicato una nota nella quale si dissocia nettamente dal proprio presbitero di Pezzana, don Cesare Caggiula, che improvvidamente aveva dichiarato a La Stampa, a sostegno della conferma della cittadinanza onoraria del paese a Benito Mussolini, che "il duce ci ha insegnato a rispettare i caduti". Dichiarazioni aberranti tanto quelle del Sindaco Stefano Bondesan che delineano come si possa passare sopra bellamente alla più grande e immane tragedia umana, democratica e civile della nostra storia recente".

Non ancora pubblicata la "delibera della vergogna"

"Nel frattempo - continuano i due esponenti politici -  il sito del Comune non pubblica ancora la delibera della vergogna che mette nero su bianco, su un documento di una istituzione importante come quella comunale, parole inaccettabili che, riprendendo la nota dell'Arcidiocesi rivolta alle parole del parroco, sono in contrasto «con i valori espressi dalla Repubblica democratica e dalla Carta costituzionale scaturita dalle rovine del lacerante ultimo conflitto mondiale».

 

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