VERCELLI ANNI 80: i mitici bar dove facevamo "taglia"

Christian Rossi rivive per noi il mitico decennio

VERCELLI ANNI 80: i mitici bar dove facevamo "taglia"
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Christian Rossi rivive per noi il mitico decennio

Ed è proprio in giornate uggiose come le ultime in cui sto scrivendo, che tornano alla mente i lunedì mattina freddi e piovosi di ottobre degli anni ‘80, quando ancora si andava a scuola. Avevamo magari appena passato un bel fine settimana soleggiato e divertentissimo con gli amici, il pensiero era già alla verifica o all’interrogazione, allora si cercava in tutti i modi di marinare la scuola con malanni dell’ultimo minuto, i genitori però non ci cascavano, allora mesti mesti, ci si incamminava da soli ma senza la minima voglia di entrare. Giunti poi nei pressi della scuola ci si ritrovava con i compagni di classe, allora scattava l’organizzazione per fare “taglia”, ci si metteva d’accordo in due o tre e via. Col cuore palpitante si scappava. I bar più gettonati per passare l’intera mattinata erano sempre quelli in periferia, lontani da occhi indiscreti, o quelli dove si sapeva che nessun famigliare o amico di famiglia ci andasse a prendere un caffè. I preferiti da me e dai miei compagni ora non esistono più, o perlomeno non si chiamano più così: uno era il classico bar degli anni 80 e l’altro invece era già innovativo per il decennio. Ma andiamo con ordine.
Il primo bar che andiamo a ricordare, si trovava agli inizi di via Duomo arrivando da via Gioberti, il «Rock A Boom»: un locale che poteva sembrare come tutti gli altri all’apparenza, ma nella saletta era allestito uno spazio con strumenti musicali per la musica dal vivo e c’era un bel televisore con videoregistratore per passare qualche ora in compagnia consumando una bevanda, guardando un bel film. Oserei anche dire, se la memoria non mi tradisce, che il Rock A Boom è stato il primo bar a far musica dal vivo in centro. Il secondo «rifugio» invece che vogliamo ricordare era il classico bar di periferia: stanzone con bancone, qualche tavolino con sedia, corridoio che portava in un’altra saletta, dove si potevano trovare alcuni video giochi e un calciobalilla. Era il mitico «Giusta» di corso Randaccio angolo via Donato. Era frequentato da una compagnia immensa: tantissimi giovani frequentavano “il Giusta”, addirittura ancor oggi con qualche capello bianco e chilo in più, organizzano cene per ritrovarsi e rivivere i mitici anni del bar e di via Udine. Noi invece eravamo i ragazzini che il bar lo frequentavano la mattina durante una “taglia” da scuola o al pomeriggio quando assieme ad altri amici andavamo a giocare col pallone presso l’oratorio del Belvedere.
La “colonna sonora” di oggi va a toccare i primi anni 80 con un gruppo davvero innovativo e famoso nei primi anni del decennio. I Visage sono stati un gruppo musicale Synthpop/New wave formatosi nel1978 a Londra, Regno Unito che divenne strettamente collegata al movimento New romantic nascente dei primi anni 1980. Il gruppo era composto tra gli altri, da Billy Currie, Midge Ure e dal frontman, Steve Strange. Currie e Ure sono stati anche membri degli Ultravox. Tra il 1980 e il 1984 pubblicarono tre album Visage (1980), The Anvil (1982) e Beat Boy (1984). Il primo album fu sicuramente quello di maggior successo, grazie al singolo Fade to grey (che è ancora oggi una canzone simbolo del movimento "New Romantic"), ma anche grazie ai singoli Tar e Mind of a toy. Nel secondo album le "vocazioni disco" vennero amplificate senza perdere le velleità neo-futuristiche che avevano sempre caratterizzato il gruppo, e nonostante contenesse i singoli Damned don't cry e Night train, le vendite iniziarono a diminuire.

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