Gioco d’azzardo, il Pd: «No alla modifica della legge regionale»
Il gruppo ha protocollato un ordine del giorno in consiglio comunale, sottoscritto anche dal Movimento 5 Stelle e dalla lista civica Voltiamo Pagina.

Niente modifiche alla normativa regionale piemontese sul gioco d'azzardo: a chiederlo è il Pd di Vercelli.
La normativa
«Il Partito Democratico negli ultimi anni ha lavorato molto, a livello locale e regionale, per tutelare i cittadini e le famiglie dal gioco d’azzardo patologico - osserva Alberto Fragapane, capogruppo del Partito Democratico a Vercelli - la Legge Regionale “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico” approvata nel 2016 in Consiglio Regionale dalla passata maggioranza di centrosinistra, ha introdotto limitazioni orarie e ha vietato la possibilità di installare apparecchi da gioco vicino a “luoghi sensibili”: scuole, ospedali, case di cura, impianti sportivi, luoghi di culto».
Le modifiche
«L’attuale Giunta regionale di centrodestra sta provando nuovamente a cambiare rotta, proponendo modifiche alla normativa che rischierebbero di vanificare l’efficacia della legge, che in questi anni ha apportato numerosi benefici per la cittadinanza - aggiunge - Per questo motivo abbiamo protocollato un ordine del giorno in consiglio comunale, sottoscritto anche dal Movimento 5 Stelle e dalla lista civica Voltiamo Pagina, per chiedere alla nostra Amministrazione di attivarsi nei confronti del Presidente della Giunta Regionale del Piemonte e del Consiglio Regionale affinché la Legge non venga modificata in nessuno dei suoi articoli, per il bene della salute dei cittadini piemontesi e vercellesi».
Il regolamento
«Chiediamo inoltre, rispondendo ad un appello lanciato da circa 50 associazioni e realtà della società civile, di inserire all’interno di un Regolamento comunale o di un’ordinanza del sindaco, il divieto di installare slot machine nelle vicinanze dei luoghi sensibili, come indicato dalla legge 2016 - conclude il capogruppo - il gioco d’azzardo patologico rappresenta un vero e proprio dramma socio-sanitario, rinunciare ai benefici di una legge che ne sta limitando l’impatto, significa esporre i cittadini più deboli al rischio di patire ulteriormente le conseguenze socio-economiche della crisi che stiamo vivendo».