Impellizzeri, Fiepet: "La ripartenza sarà un incubo per la metà dei locali"
Nella foto Luca Impellizzeri delegato provinciale Fiepet
Da giorni è evidente che le annunciate riaperture dal 26 aprile sono una classica soluzione all'italiana, che non risolve, ma anzi complica le cose. Ora che i contorni del decreto sono più chiari si registra un deciso intervento della Fiepet provinciale di Vercelli.
“Si riapre dal 26 aprile? L’annuncio che ha inizialmente illuso e rasserenato baristi e ristoratori sta diventando un incubo per la stragrande maggioranza di essi. A registrare un rallentamento delle restrizioni, lunedì, sarà meno di un ristorante o pub su due, quelli che hanno a disposizione uno spazio all’aperto da dedicare al consumo. E tra i bar la quota è ancora inferiore”.
Così esordisce Luca Impellizzeri, delegato provinciale Fiepet Confesercenti.
"Una vera presa iu giro"
Che aggiunge: "Dopo mesi di chiusura forzata, la maggioranza assoluta delle imprese vede di nuovo slittare le prospettive di poter tornare a servire all’interno dei locali e solo a pranzo, non prima del prossimo primo giugno, una vera presa in giro" continua Impellizzeri "Il Decreto Riaperture è un provvedimento parziale e contraddittorio, anche perché è esplicitamente previsto che altri locali al chiuso, come le stazioni di servizio stradali, gli autogrill, ecc., possano tranquillamente permettere il consumo all’interno. E che genera non solo distorsioni concorrenziali tra chi ha e chi non ha dehors, ma anche nuove incertezze: come si fronteggeranno le avversità climatiche? Soprattutto, ci chiediamo come si farà a sostenere l’attività anche nei pubblici esercizi che potranno riaprire il servizio al tavolo, visto che gli spazi all’aperto valgono, in media, appena il 20% della capienza complessiva dei locali".
"Permettere ingresso a chi ha il pass vaccinale"
"Mi sembra chiaro che sia necessario trovare una nuova soluzione, che tenga conto delle specificità dei locali – ad esempio la possibilità effettiva di areazione – e che preveda la possibilità per le Regioni di gestire in autonomia e con specifici accordi le deroghe. Ma dobbiamo pensare anche ad un modo per utilizzare il pass vaccinale. Il Green Pass è ritenuto una garanzia sufficiente per gli spostamenti tra regioni ed addirittura tra Paesi: sarebbe del tutto illogico, e quindi inaccettabile, se non fosse sufficiente per permettere di frequentare il bar sotto casa o il ristorante.
Ci sono già 5 milioni di vaccinati totali nel nostro Paese, a cui si aggiungeranno altri milioni nelle prossime settimane. Sarebbe veramente assurdo impedire ad un ristorante che accetta solo clienti dotati di Green Pass di riprendere il servizio anche dentro al locale. Chiederemo ai presidenti delle Regioni di valutare e predisporre tutte le direttive per autorizzare i locali COVID-free" conclude Impellizzeri.