Lavoro molesto: poche donne denunciano i soprusi
Gli esiiti di un questionario Cgil Vercelli-Valsesia rivolto ai delegati sindacali.
La "Festa della Donna" 2021 è passata ma i problemi e le discriminazioni anche nel mondo del lavoro restano, ma per uscirne è fondamentale che le donne denuncino sempre, è questo l'appello di Cgil Vercelli-Valsesia, che rende noti i risultati di un questionario rivolto alle donne lavoratrici.
«Siamo al vostro fianco. Non abbiate paura di denunciare».
Le donne non denunciano le violenze o le molestie che subiscono nei luoghi di lavoro. È quanto emerge dal questionario somministrato dalla CGIL Vercelli Valsesia alle Delegate e ai Delegati di tutte le Categorie di Lavoro in occasione dell’8 marzo 2021, Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne.
Un questionario a cui hanno risposto circa 100 tra delegate e delegati su circa 150 interpellati, prevalentemente donne (il 58%) e oltre i 45 anni (il 70%) e i cui risultati sono stati presentati in occasione della diretta Facebook ‘Lavoro molesto. Cosa fare quando una donna è vittima di abusi e violenze’ organizzata da Camera del Lavoro, Coordinamento Donne SPI CGIL e Auser, ieri, 8 marzo 2021.
Poca conoscenza degli strumenti disponibili
I dati raccolti evidenziano come siano ancora troppo poche le denunce di molestia o violenza subite nel luogo di lavoro che arrivano alle autorità competenti e anche la mancanza di conoscenza che lavoratrici e lavoratori hanno degli strumenti messi a disposizione dal Sindacato, dalle Istituzioni e dalle Forze dell’Ordine per contrastare le violenze di genere.
L’84% dei delegati non ha mai ricevuto richieste di aiuto o segnalazioni di abuso e il 55% non saprebbe cosa fare nel caso di segnalazioni. Inoltre, dal questionario emerge che il 54% dei delegati non sa se il Contratto collettivo nazionale di Categoria, applicato nel proprio luogo di lavoro, contenga clausole per la gestione di episodi di molestia sulle donne nel luogo di lavoro, mentre il 60% degli intervistati non sa se l’Azienda in cui lavora ha adottato un protocollo per gestire tali episodi.
Eppure gli strumenti sindacali per far fronte a queste problematiche incominciano a esserci. Come gli Accordi quadro di Categoria, spesso riportati nei Contratti nazionali, che sono significativi: ad esempio, il Contratto dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto agroalimentare che individua un tipo di congedo specifico per chi è vittima di violenza di genere sul luogo di lavoro, oppure il Contratto del Commercio che individua i comportamenti da considerarsi molestie sessuali, così come il Contratto dei Tessili e dei lavoratori del ‘Legno’ che sensibilizzano contro le molestie di genere sul luogo di lavoro.
Più del 64% degli intervistati conosce lo Sportello Donna CGIL Vercelli Valsesia: uno spazio di ascolto offerto dallo SPI CGIL che, nel corso degli anni, ha ascoltato donne spesso ‘rassegnate’ a situazioni difficili e vessatorie nel luogo di lavoro, accompagnatore in un percorso di denuncia.
Ci sono anche dei dati positivi
«I dati del questionario che abbiamo somministrato alle nostre Delegate e ai nostri Delegati denotano una conoscenza degli strumenti utili a combattere la violenza sulle donne nei luoghi di lavoro che va sicuramente approfondita, però vanno anche letti in chiave positiva, afferma Valter Bossoni segretario generale della Calemera del Lavoro di Vercelli e della Valsesia. Le nostre Delegate e i nostri Delegati si informano, studiano e si impegnano ogni giorno per capire e conoscere quegli strumenti - dai Contratti ai Protocolli - possono essere applicati nei luoghi di lavoro a tutela delle donne. Sono tutti percorsi di conoscenza e di consapevolezza che vanno costruiti insieme, innanzi tutto rassicurando le lavoratrici e dicendo loro di non avere paura a denunciare casi di molestia: la Cgil è al loro fianco», conclude il Segretario.