Vercelli Medievale: un documento sulla peste
In un atto notarile tutta l'angoscia per il morbo che terrorizzava tutte le città.
Stiamo vivendo quella che al momento è la più grande pandemia dell'età moderna dopo la "Spagnola" come numero di vittime ma certamente la più diffusa in ogni angolo o quasi della Terra globalizzata. Ma è nulla al confronto con le epidemie di peste che flagellarono l'Europa nell'età medievale. Una testimonianza è inserita nel percorso espositivo de "I segreti della Vercelli Medievale", mostra promossa da Comune e Arcidiocesi in Arca ma vista da pochissimi. Peraltro si possono però visionare i video realizzati per la mostra "in delivery" pensata per le scuole ma interessante per tutti, presente sul canale You Tube della Città di Vercelli.
Il documento
E' l'ultimo fascicolo del protocollo notarile di Giovanni Passardo. Viene redatto nel 1361 quando la peste fa il suo ritorno, in seguito alla prima ondata di circa tredici anni addietro, colpendo prepotentemente anche la città di Vercelli.
Nel giugno del 1361 Passardo comincia ad erogare una serie di testamenti notarili di persone decedute a causa della peste. L'ultimo di questi testamenti non verrà mai concluso.
Nell'ultima pagina del quaderno del notaio si può percepire il terrore nelle sue parole: "Dio Santo, Santo forte, Santo immortale, Salvatore del mondo, abbi pietà di noi."
Introduzione del Professor Alessandro Barbero
Approfondimento a cura di Silvio Borre', Direttore Struttura complessa Malattie infettive, ASL Vercelli