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Lovisetti e Fazzone in "Duetto" a Ghemme

Lovisetti e Fazzone in "Duetto" a Ghemme
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Venerdì 17 luglio, presso Spazio E di Ghemme, è stata inaugurata la mostra “Duetto”, l’esposizione di due artisti vercellesi: Imma Fazzone e Mauro Lovisetti.
Potremmo definire la mostra il duetto di due solisti molto diversi fra di loro, ma in grado di dialogare. Nelle prime sale dell’antico edificio, all’interno del ricetto di Ghemme, che ospita spazi espositivi ed un ristorante all’ultimo piano, si presentano gli oli di Lovisetti, che di professione era un grafico per Seat Pagine Gialle, e ha conservato rigore e nitidezza di segno. I quadri esposti, che rappresentano il frutto di un’evoluzione, sia a livello di tecnica che di soggetto, hanno come protagonisti i bambini, o meglio i ricordi dell’infanzia, che riemergono in maniera del tutto spontanea e casuale, con collegamenti che solo i bambini sanno creare. Gli spazi sono: “Vietati ai grandi”, perché la stanza dei giochi è un luogo in cui ogni cosa riflette un desiderio, che s’incarna in giocattoli, o in piccoli animali, compagni di vita per lanciarsi alla scoperta del mondo circostante. L’uso del fondo a foglia d’oro richiama l’arte gotica, in cui le figure si appoggiavano ieratiche, fissate in gesti quasi sacrali: qui si coglie l’attimo felice di un’infanzia che non sarà mai più quella, perché giorni, mesi e anni rotolano via come quelle palline che tornano come leit motiv in ogni quadro, a volte esplicite, spesso nascoste, o mimetizzate in qualcos’altro.
Imma Fazzone, già insegnante alle Scuole Tecniche vercellesi, ha ricreato nelle sale al piano superiore il suo personale giardino, racchiuso in una ventina di quadri, acquerelli, carboncini, acrilici, che ritraggono fiori solitari, o a ciuffi e mazzi, leggeri, quasi immateriali, oppure condensati in grumi di colore puro.
L’intensità della resa crea l’illusione di un profumo che aleggia nell’aria sospesa e ombrosa di una volta a cupola. Questa mostra è solo una delle sfaccettature di un’artista che ama ritrarre anche la figura umana, mai statica, colta nell’istante del movimento fisico, o dei pensieri che volano lontani. Corpi che sono forme e volumi sospesi nella realtà di un ballo come il tango, che li esalta in una fisicità rituale, come nel caso delle opere esposte in una recente mostra negli spazi prestigiosi di Villa Giulia a Verbania.
L’allestimento delle due mostre, curato da Enrica Pedretti trasforma gli spazi in luoghi dell’anima, dove gli armadi dei giochi si aprono agli sguardi stupiti dei bambini e i fiori sono compagni di vita e di sapori, venendo spesso utilizzati dall’altra Enrica, lo chef, in cucina, per dare profumo, sapore e leggerezza.
La mostra sarà visitabile fino al 13 settembre nei seguenti giorni e orari: il giovedì dalle ore 16 alle 22 e da venerdì a domenica dalle ore 11 alle 22.

 

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