Vercelli

Arcigay Rainbow e il caso Cannata: "Dalla giunta e dal consiglio il silenzio"

Dura presa di posizione dell'associazione, che in ogni caso non si arrende: "Continueremo a mostrarvi il valore dell’accettazione delle diversità".

Arcigay Rainbow e il caso Cannata: "Dalla giunta e dal consiglio il silenzio"
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Da Arcigay Rainbow per Vercelli e la Valsesia riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni sul caso Cannata e sulla posizione della giunta e del consiglio comunale.

Il caso Cannata

«Cannata patteggia, la Giunta del niente, connivente, ignora la comunità lgbti sul territorio - riscontra il consiglio direttivo di Arcigay Rainbow Vercelli e Valsesia - Vi ricordate “ammazzateli tutti, ste lesbiche gay e pedofili”? Circa un anno fa quello che allora era Vicepresidente del Consiglio Comunale di Vercelli e che ad oggi continua ad essere Consigliere pubblicava sui social queste parole di una violenza inaudita, dopo aver in precedenti post definito i membri del movimento lgbti “feccia d’italia, lesbiche e gay”, “esseri schifosi”, e via dicendo.  Possiamo dire ufficialmente che il nostro eroe è stato condannato, su accordo con la Procura, a una pena di quattro mesi di reclusione con la sospensione condizionale ed ha versato come risarcimento alla nostra associazione una somma di 3000€. Troppo, troppo pochi, a nostro avviso».

Il silenzio

«Ed è per questo che sabato scorso abbiamo aderito alla manifestazione “Spazza l’Odio”, organizzata (all’interno della rete nazionale “Da’ voce al rispetto”) dal PD biellese in sostegno dell’approvazione della legge contro l’omotransfobia che si sta discutendo in questi giorni in Parlamento. Il tutto nel totale silenzio anche delle forze politiche di minoranza della nostra città, con in testa il PD che chissà quando deciderà di esporsi per i diritti di chi è discriminato senza la paura di perdere consenso. E il Consiglio Comunale? Tace, come sempre. Silenzio, come quando abbiamo richiesto di dare un segnale di distacco dalle parole di Cannata permettendoci l’apposizione di una targa per le vittime dell’omocausto; oppure come quando abbiamo richiesto, con lo stesso spirito, di aderire alla Rete RE.A.DY, cioè la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere; o ancora quando poco più di un mese fa abbiamo nuovamente chiesto all’amministrazione di dimostrarci la presa di distanza dal Cannata esponendo perlomeno la bandiera arcobaleno nel corso del mese del Pride, bandiera che ci siamo addirittura offert* di fornire noi di Arcigay Rainbow».

"A Vercelli dà fastidio una bandiera"

«Ebbene: prendiamo atto. Prendiamo atto del fatto che mentre a Milano, Pavia, Padova, Aosta, Napoli, Palermo ed in tante altre città italiane le amministrazioni hanno aderito entusiasticamente alla proposta, alcune addirittura colorando di arcobaleno i monumenti cittadini, a Vercelli dia fastidio esporre una bandiera. Cara Giunta Corsaro, abbiamo capito ormai chiaramente di farvi schifo, i vostri segnali sono stati più che eloquenti e mai contraddittori.  Sappiamo che non avete niente contro le esternazioni del vostro prezioso Consigliere dispensatore di inviti all’omicidio che vi serve per fare numero nelle approvazioni degli ordini del giorno, perché se no in un anno avreste fatto qualcosa. Siamo consapevoli anche del fatto che le battaglie di civiltà per i diritti di tutt* sono ben lontane dalla vostra visione politica di ricchi, bianchi, eterosessuali, cisgender. Quello che non avete capito voi, però, è che questo ci rende ogni giorno più combattiv*. Organizzeremo un altro Pride, magari a Borgosesia, anche grazie al contributo del Cavaliere Carlo Olmo. Continueremo a diffondere informazioni sulla libera sessualità e soprattutto a mostrarvi il valore dell’accettazione delle diversità: lo faremo con o senza il vostro aiuto. Guardatevi allo specchio, e chiedetevi se siete fier* di contribuire con l’indifferenza e l’omertà all’omofobia di chi invita ad ucciderci. Perchè noi siamo ancora qua, e dovrete seguire davvero i consigli del Cannata ammazzandoci tutt*, per metterci a tacere».