In memoria di Mario Carrara, il signore delle aste in tv

Ricordo, intervista e gallery per onorare il fondatore della Meeting Art.

In memoria di Mario Carrara, il signore delle aste in tv
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Notizia Oggi Vercelli aveva intervistato Mario Carrara lo scorso anno, in cui Meeting Art festeggiò i 40 anni di Video Vercelli e insieme il compleanno della casa d'aste. Un imprenditore che aveva trovato nell'arte, nei tappeti e nel collezionismo la sua strada. Un fondatore carismatico che seppe trasformare la sua attività, prevalentemente di vendita di tappeti orientali, in un colosso italiano delle aste per le opere d'arte contemporanea e non, gli orologi, monili, tappeti. Con grande intuito aveva capito come si dovevano importare le aste in tv, e ha proseguito su tale strada, approdando poi da protagonista sul web. Uomo di cultura e generoso sponsor di tante realtà cittadine come la Pro Vercelli, aveva un grande intuito e contatti nel mondo dell'arte. Ebbe l'onore di ospitare Dario Fo con una mostra e una diretta che furono tra le ultime uscite del compianto Premio Nobel, ma questa è solo una dei tanti "colpi" messi a segno in una carriera di costante successo. Vercelli deve essergli grata per aver fatto della città uno dei poli del mercato dell'arte in Italia.

Il ricordo di una vita di collaborazioni

Ottavio Pisani, agente pubblicitario di Notizia Oggi Vercelli, ma anche una memoria storica di tante stagioni e personaggi cittadini, ha scritto un bellissimo ricordo personale che volentieri pubblichiamo.

"...Trovava sempre una mezz'oretta da dedicarmi quando lo chiamavo al telefono e gli chiedevo "Mario, posso passare a trovarti?".
L'ultima volta un mese e mezzo fa circa.
Mi faceva accomodare d'abitudine nel suo ufficio dopo avermi personalmente preparato il caffè all'angolo-bar del suo regno, la Casa d'Aste Meeting Art di corso Adda.
Era un grande Mario Carrara.
Amante del bello, dotato di una simpatia contagiosa e di una spavalderia. molto romanesca.

"Come il comandante di un aereo"

Gli piaceva scherzare su tutto ma al tempo stesso - quando il discorso andava inevitabilmente sul lavoro - era persona intelligente, competente e preparatissima.
Dalla sua poltrona girevole in pelle controllava la sua azienda attraverso i monitor collegati a circuito chiuso ed il computer sempre acceso e sintonizzato sulle aste online in corso, come un capitano comanda un aereo di linea, lui che in gioventù anche il pilota aveva fatto.
Ho vissuto in maniera parallela molte tappe della sua avventurosa vita.

Gli esordi

Lo conobbi per caso quando ideò le primissime aste televisive a Tele Subalpina. tra la fine degli anni Settanta e l'inizio dgli anni Ottanta, e anche in questo caso fu un anticipatore dei tempi.
La prima volta che lo incontrai era nello studio del ragionier Tuscano, in via Vallotti, che era la sede legale di una tv che a Vercelli rimembrano in pochi.
E ricordo perfettamente il negozio in corso Libertà, le aste telefoniche con lui protagonista nel ruolo di imbonitore a Video Vercelli, con l'ideazione del meraviglioso logo che ancora oggi contraddistingue il suo impero da parte di un giovane Guido Tassini; il periodo di Primantenna in via Marco Polo e poi gli studi allestiti nella location di corso Adda, ampliata nel tempo fino a farla diventare quella attuale, di cui andava giustamente ed orgogliosamente fiero: la magnifica sede della più grande casa d'aste italiana.
Nonostante fosse uomo di successo,  non dimenticava mai da dove era partito.

Amava Vercelli

E da romano amava Vercelli attestando alla nostra città una sorta di debito di riconoscenza per la sua escalation professionale, ancorchè le sorti ed il fatturato della sua azienda dipendessero davvero poco dal posto in cui aveva deciso di mettere le radici.
Tifosissimo della Roma ed appassionato di calcio, negli anni della serie B aveva legato il suo nome a quello delle bianche casacche come main sponsor nella stagione 2016/17.
Perchè Mario - che solo all'apparenza poteva sembrare burbero - era davvero persona di gran cuore, sempre pronto ad aiutare chi lo riuscisse ad appassionare con un progetto.

Un ricordo felice

Mi piace ricordarlo felice ed emozionato come un bambino in una splendida serata, organizzata in maniera impeccabile e dedicata ai 40 anni di Video Vercelli, giusto un anno fa.
La sua scomparsa lascia un vuoto enorme in città.
Ma soprattutto nel mio cuore, avendo io perso un amico, una persona da cui ho imparato - professionalmente ed umanamente - tante, tantissime cose...
Condoglianze vivissime alla sua famiglia ed ai suoi cari". Una vicinanza anche da parte del direttore e della redazione di Notizia Oggi Vercelli.

Gallery storica

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Foto 1 di 8

Da giovane in Aviazione a Cameri

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Foto 2 di 8

Vernice nella vecchia sede negli anni 70

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Foto 3 di 8

Mario Carrara in azione

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Foto 4 di 8

Il conferimento del Premio Biginelli nel 2013

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Foto 5 di 8

Asta pro Caritas nel 2014

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Foto 6 di 8

Dario Fo alla Meeting Art nel 2015

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Foto 7 di 8

Main sponsor Pro Vercell in serie B

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Foto 8 di 8

La sede della casa d'aste

L'ultima intervista

Ecco integrale il testo dell'intervista pubblicata un anno fa, il 25 febbraio 2019 su Notizia Oggi Vercelli, un nostro omaggio al papà di Meeting Art.
Carrara è di Roma, una prima fase della sua vita lo portò a Cameri, dove fece 5 anni di servizio militare come aviere, tornato a Roma, aprì un bar e qui incontrò un signore di Padova, gallerista.
«Era Oliviero Bragolusi - spiega Mario Carrara - oggi purtroppo scomparso. La sua galleria si chiamava già “Meeting Art”».
All’epoca la famiglia di Carrara (la prima moglie e il figlio Patrick) abitavano però a Grignasco ed era un bel viaggio da Padova, così, ad un certo punto: «Diedi vita a una galleria a Borgosesia, fu nel 1974».

Faceva già aste?

«Certo, si tenevano in un albergo, sempre a Borgosesia. Allora era solo e rigorosamente con il pubblico in sala. Si presentavano i lotti in maniera tecnica e molto spartana. Soprattutto aste di tappeti orientali. Ho lavorato anche a Biella e Cossato. Ad un certo punto il passo logico fu quello di spostarsi nel capoluogo, cioè a Vercelli, nella prima sede di corso Libertà, a Palazzo Marelli. A posteriori penso che se avessi cominciato in una grande città oggi “Meeting Art” non sarebbe così importante, perché qui ho trovato terreno fertile».

Che atmosfera c’era in quei primi anni?
«La sede in corso Libertà era un luogo d’incontro fra gli artisti vercellesi. mi è rimasta impressa quella del maestro Venanzio Mele. Un vero personaggio, oltre che un pittore valido. Ma erano tantissimi i vercellesi che incontravano. Peraltro c’era e c’è anche una platea qualificata di collezionisti in città e dintorni».
La prima asta televisiva?
«Il mio commercialista, Vincenzo Tuscano, un giorno venne da me e mi disse: “Ho un segnale TV che si irradia da Trivero, dobbiamo fare qualcosa... e tu devi esserci”. Gli risposi “Ma io so solo battere le aste!”, “Benissimo faremo le aste in Tv”. Era una trasmissione in bianco e nero ovviamente». Si trattava dell’emittente “Tele Subalpina”.
«Poi - continua Carrara - nacque il sodalizio con Video Vercelli ed era il 1979».
Ma allora come funzionava un’asta?
«Tenga conto che stavano partendo le televendite, ricordo un mio “collega”, Angiolino Calestani, che era stato un pioniere da Tele Montecarlo, lo conobbi in seguito. Io però non ho mai fatto televendite, ho sempre mantenuto lo stile delle aste. Nei tempi pionieristici della Tv io me ne stavo seduto a ricevere le telefonate delle offerte, con il quadro sul cavalletto, oppure i tappeti. Le prime volte comparivo con gli occhiali a specchio... perché un po’ mi vergognavo... Col tempo ho imparato a stare davanti alla telecamera e intanto le aste cambiarono un po’ pelle, erano più spettacolari e davamo maggiori informazioni sugli artisti e le opere proposte. Una svolta importante fu il passaggio al colore, nei primi anni Ottanta, allora trasmettevamo con Primantenna, la parentesi con Video Vercelli durò un paio d’anni. Con la possibilità di fruire i colori ovviamente tutto cambiava e ciò favorì la spettacolarizzazione, ma ciò vale più per le televendite; le nostre aste hanno mantenuto comunque una loro sobrietà».
Il segreto di Meeting Art?
«Più che di segreti parlerei di capacità di andare incontro al cliente. Già l’idea delle aste Tv era vincente, perché poter partecipare dal salotto di casa era un risparmio di tempo. Non c’era da viaggiare, parcheggiare l’auto... Poi non abbiamo mai messo pressione, lasciando sempre agli acquirenti il tempo di riflettere per bene. Per fare un esempio noi battiamo 100 lotti in 6 ore mentre gli altri lo fanno in un’ora... Le nostre regole sono semplici: per ogni opera, od oggetto, si parte da una base d’asta, che tutti conoscono tramite il catalogo, che arriva settimane prima, oggi anche tramite il sito web. Se non si raggiunge la base d’asta si passa al lotto successivo, ma quello inesitato non viene subito ritirato, se qualcuno ci ripensa ci si ritorna sopra. Ad esempio: se il collezionista ha messo gli occhi su un quadro ma non riesce ad aggiudicarselo, può ripiegare su un altro, anche tra quelli rimasti in sospeso».
Oggi l’informatica aiuta molto, Carrara mostra il suo software che recepisce man mano le offerte che arrivano online già nei giorni prima dell’asta vera e propria. E’ un continuo connettersi per offrire sulle opere d’Arte Moderna e Contemporanea che verranno aggiudicate dal 2 al 17 marzo.
«Meeting Art - continua Carrara - è anche l’unica ad offrire facilitazioni, sia ai privati che vendono, dando un anticipo del 25% sul prezzo di base d’asta, sia per chi compra: una volta pagati i diritti d’asta può pagare in dieci rate senza interessi. Il lotto viene poi consegnato al saldo».
Tornando alla storia, quando vi trasferiste in Corso D’Adda?
«Nel 1984, intanto l’azienda era cresciuta e non ci stavamo più in corso Libertà... poi io ogni volta dovevo portare le opere negli studi TV... In corso D’Adda c’era invece la possibilità di realizzare uno studio, con tecnici interni, per cui di fatto le nostre non sono delle tele-aste... ma aste che avvengono in sala e che si possono seguire in Tv o in streaming web. Prima il nostro bacino era il Piemonte e qualche zona circostante. Dal 2005 abbiamo cominciato a essere sul satellite con Sky, da allora tutto è cambiato drasticamente ed il web ha amplificato ulteriormente, portandoci su tutto il territorio nazionale. Alla base, però, ha pagato la professionalità e il restare fedeli alla formula “asta”».
Aggiudicazioni record?
Nell’arte ricordo la cifra di 165.000 euro per un quadro di Afro Basaldella e, recentemente, 200.000 euro per un lavoro di Gino Severini. Quotazioni notevoli si raggiungono anche nell’ambito degli orologi. Ad esempio un Longines a base d’asta 30.000 euro, aggiudicato a 80.000. Nel settore orologi siamo i primi in Italia, grazie alla brava Carola Casazza responsabile del settore, che Christies ha cercato invano di portarci via... Lei è una delle più brave in Europa. Ma tutti i miei “ragazzi” sono delle autorità nei rispettivi ambiti».
Infine la vicinanza al territorio...
«Una delle più grandi soddisfazioni che mi sono tolto è stata essere sponsor della Pro Vercelli, con il nostro Logo che si vedeva in ogni partita di B in tutta Italia, ma, nel limite del possibile, cerchiamo di aiutare eventi come il recente Raduno Alpini o realtà importanti. Siamo anche attenti al sociale, come hanno testimoniato aste a favore della Caritas e l’operazione con Dario Fo. Io. del resto, sono grato a Vercelli perché ha influito bene sull’azienda».
Alle pareti del complesso di Corso D’Adda (che da qualche anno ha raddoppiato il suo volume) tante fotografie, del figlio Pablo, con i grandi dell’Arte, da Philippe Daverio a Ugo Nespolo, perché dietro a quotazioni e affari c’è una grande passione e l’amore per la bellezza che è il vero valore immateriale che muove tutto il mercato dei collezionisti. In oltre 40 anni di attività la “casa” vercellese non è mai venuta meno al proprio stile e alla professionalità che è la base del successo ottenuto.
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