In memoria di Mario Carrara, il signore delle aste in tv
Ricordo, intervista e gallery per onorare il fondatore della Meeting Art.
Notizia Oggi Vercelli aveva intervistato Mario Carrara lo scorso anno, in cui Meeting Art festeggiò i 40 anni di Video Vercelli e insieme il compleanno della casa d'aste. Un imprenditore che aveva trovato nell'arte, nei tappeti e nel collezionismo la sua strada. Un fondatore carismatico che seppe trasformare la sua attività, prevalentemente di vendita di tappeti orientali, in un colosso italiano delle aste per le opere d'arte contemporanea e non, gli orologi, monili, tappeti. Con grande intuito aveva capito come si dovevano importare le aste in tv, e ha proseguito su tale strada, approdando poi da protagonista sul web. Uomo di cultura e generoso sponsor di tante realtà cittadine come la Pro Vercelli, aveva un grande intuito e contatti nel mondo dell'arte. Ebbe l'onore di ospitare Dario Fo con una mostra e una diretta che furono tra le ultime uscite del compianto Premio Nobel, ma questa è solo una dei tanti "colpi" messi a segno in una carriera di costante successo. Vercelli deve essergli grata per aver fatto della città uno dei poli del mercato dell'arte in Italia.
Il ricordo di una vita di collaborazioni
Ottavio Pisani, agente pubblicitario di Notizia Oggi Vercelli, ma anche una memoria storica di tante stagioni e personaggi cittadini, ha scritto un bellissimo ricordo personale che volentieri pubblichiamo.
"Come il comandante di un aereo"
Gli esordi
Amava Vercelli
Un ricordo felice
Gallery storica
Da giovane in Aviazione a Cameri
Vernice nella vecchia sede negli anni 70
Mario Carrara in azione
Il conferimento del Premio Biginelli nel 2013
Asta pro Caritas nel 2014
Dario Fo alla Meeting Art nel 2015
Main sponsor Pro Vercell in serie B
La sede della casa d'aste
L'ultima intervista
«Era Oliviero Bragolusi - spiega Mario Carrara - oggi purtroppo scomparso. La sua galleria si chiamava già “Meeting Art”».
All’epoca la famiglia di Carrara (la prima moglie e il figlio Patrick) abitavano però a Grignasco ed era un bel viaggio da Padova, così, ad un certo punto: «Diedi vita a una galleria a Borgosesia, fu nel 1974».
Faceva già aste?
«Certo, si tenevano in un albergo, sempre a Borgosesia. Allora era solo e rigorosamente con il pubblico in sala. Si presentavano i lotti in maniera tecnica e molto spartana. Soprattutto aste di tappeti orientali. Ho lavorato anche a Biella e Cossato. Ad un certo punto il passo logico fu quello di spostarsi nel capoluogo, cioè a Vercelli, nella prima sede di corso Libertà, a Palazzo Marelli. A posteriori penso che se avessi cominciato in una grande città oggi “Meeting Art” non sarebbe così importante, perché qui ho trovato terreno fertile».
«La sede in corso Libertà era un luogo d’incontro fra gli artisti vercellesi. mi è rimasta impressa quella del maestro Venanzio Mele. Un vero personaggio, oltre che un pittore valido. Ma erano tantissimi i vercellesi che incontravano. Peraltro c’era e c’è anche una platea qualificata di collezionisti in città e dintorni».
«Il mio commercialista, Vincenzo Tuscano, un giorno venne da me e mi disse: “Ho un segnale TV che si irradia da Trivero, dobbiamo fare qualcosa... e tu devi esserci”. Gli risposi “Ma io so solo battere le aste!”, “Benissimo faremo le aste in Tv”. Era una trasmissione in bianco e nero ovviamente». Si trattava dell’emittente “Tele Subalpina”.
«Poi - continua Carrara - nacque il sodalizio con Video Vercelli ed era il 1979».
«Tenga conto che stavano partendo le televendite, ricordo un mio “collega”, Angiolino Calestani, che era stato un pioniere da Tele Montecarlo, lo conobbi in seguito. Io però non ho mai fatto televendite, ho sempre mantenuto lo stile delle aste. Nei tempi pionieristici della Tv io me ne stavo seduto a ricevere le telefonate delle offerte, con il quadro sul cavalletto, oppure i tappeti. Le prime volte comparivo con gli occhiali a specchio... perché un po’ mi vergognavo... Col tempo ho imparato a stare davanti alla telecamera e intanto le aste cambiarono un po’ pelle, erano più spettacolari e davamo maggiori informazioni sugli artisti e le opere proposte. Una svolta importante fu il passaggio al colore, nei primi anni Ottanta, allora trasmettevamo con Primantenna, la parentesi con Video Vercelli durò un paio d’anni. Con la possibilità di fruire i colori ovviamente tutto cambiava e ciò favorì la spettacolarizzazione, ma ciò vale più per le televendite; le nostre aste hanno mantenuto comunque una loro sobrietà».
«Più che di segreti parlerei di capacità di andare incontro al cliente. Già l’idea delle aste Tv era vincente, perché poter partecipare dal salotto di casa era un risparmio di tempo. Non c’era da viaggiare, parcheggiare l’auto... Poi non abbiamo mai messo pressione, lasciando sempre agli acquirenti il tempo di riflettere per bene. Per fare un esempio noi battiamo 100 lotti in 6 ore mentre gli altri lo fanno in un’ora... Le nostre regole sono semplici: per ogni opera, od oggetto, si parte da una base d’asta, che tutti conoscono tramite il catalogo, che arriva settimane prima, oggi anche tramite il sito web. Se non si raggiunge la base d’asta si passa al lotto successivo, ma quello inesitato non viene subito ritirato, se qualcuno ci ripensa ci si ritorna sopra. Ad esempio: se il collezionista ha messo gli occhi su un quadro ma non riesce ad aggiudicarselo, può ripiegare su un altro, anche tra quelli rimasti in sospeso».
«Meeting Art - continua Carrara - è anche l’unica ad offrire facilitazioni, sia ai privati che vendono, dando un anticipo del 25% sul prezzo di base d’asta, sia per chi compra: una volta pagati i diritti d’asta può pagare in dieci rate senza interessi. Il lotto viene poi consegnato al saldo».
«Nel 1984, intanto l’azienda era cresciuta e non ci stavamo più in corso Libertà... poi io ogni volta dovevo portare le opere negli studi TV... In corso D’Adda c’era invece la possibilità di realizzare uno studio, con tecnici interni, per cui di fatto le nostre non sono delle tele-aste... ma aste che avvengono in sala e che si possono seguire in Tv o in streaming web. Prima il nostro bacino era il Piemonte e qualche zona circostante. Dal 2005 abbiamo cominciato a essere sul satellite con Sky, da allora tutto è cambiato drasticamente ed il web ha amplificato ulteriormente, portandoci su tutto il territorio nazionale. Alla base, però, ha pagato la professionalità e il restare fedeli alla formula “asta”».
Nell’arte ricordo la cifra di 165.000 euro per un quadro di Afro Basaldella e, recentemente, 200.000 euro per un lavoro di Gino Severini. Quotazioni notevoli si raggiungono anche nell’ambito degli orologi. Ad esempio un Longines a base d’asta 30.000 euro, aggiudicato a 80.000. Nel settore orologi siamo i primi in Italia, grazie alla brava Carola Casazza responsabile del settore, che Christies ha cercato invano di portarci via... Lei è una delle più brave in Europa. Ma tutti i miei “ragazzi” sono delle autorità nei rispettivi ambiti».
«Una delle più grandi soddisfazioni che mi sono tolto è stata essere sponsor della Pro Vercelli, con il nostro Logo che si vedeva in ogni partita di B in tutta Italia, ma, nel limite del possibile, cerchiamo di aiutare eventi come il recente Raduno Alpini o realtà importanti. Siamo anche attenti al sociale, come hanno testimoniato aste a favore della Caritas e l’operazione con Dario Fo. Io. del resto, sono grato a Vercelli perché ha influito bene sull’azienda».