Donna arrestata per minacce di morte alla figlia
Era sottoposta all'obbligo di firma dopo che a dicembre, in occasione di un litigio col marito, aveva aggredito, morsicato e minacciato i poliziotti.
A dicembre aveva aggredito, morsicato e minacciato i poliziotti
Nella serata di martedì 11 febbraio 2020 la Polizia di Stato ha arrestato una donna che era già stata sottoposta alla misura cautelate dell’obbligo di firma in seguito all’arresto operato dagli Agenti della Squadra Volante quando, nello scorso dicembre, chiamati ad intervenire presso l’abitazione della donna che stava avendo una lite molto accesa con il proprio marito, iniziava ad inveire contro gli operanti aggredendoli fisicamente, sferrando calci e pugni, mordendo la mano sinistra e graffiando al volto uno di essi e poi minacciandoli con un coltello. La donna in quell’occasione era stata arrestata per i reati di resistenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale e, nell’Udienza di convalida sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.
La denuncia della figlia 19enne
Il 29 gennaio si presentava presso l’Ufficio Denunce della Questura la figlia ventenne della donna che, apparendo particolarmente scossa e preoccupata, riferiva che poco prima aveva avuto un litigio con la propria madre che, trovandosi in stato di alterazione psico-fisica dovuta all’assunzione di droghe ed alcol, l’aveva minacciata di morte brandendo un coltello da cucina.
Arrestata, è in carcere
A seguito di quest’episodio gli uomini della Seconda Sezione della Squadra Mobile iniziavano una serrata attività d’indagine che consentiva di raccogliere inequivocabili elementi di reità che portavano a chiedere un aggravamento della misura cautelare in atto.
Nella giornata di ieri la locale AG modificava la misura precedentemente emessa con la più adeguata misura cautelare della custodia in carcere.
Ieri sera la donna, una trentacinquenne dominicana, veniva raggiunta da personale della Squadra Mobile che davano esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere e, dopo gli atti di rito, la associavano alla locale Casa Circondariale.