Acqua e muffa nell'alloggio popolare di Trino
La segnalazione di un'inquilina
Acqua e muffa nell'appartamento dell'Atc della famiglia di Rosalba Loru a Trino.
Acqua e muffa in casa
«Piove dentro la camera da letto. Il nostro alloggio Atc è sempre in condizioni drammatiche». A lanciare l’appello è ancora Rosalba Loru. Avevamo denunciato lo scorso gennaio, la precaria situazione della sua famiglia (il marito disoccupato dal 2013 e il figlio ha dei problemi di salute). Purtroppo, pare che non ci siano dei passi in avanti. Ma non è ancora arrivata la proposta di un cambio alloggio? «Sono andata in Comune - commenta la Loru - a parlare con l’assessore, Elisabetta Borgia. In effetti una nuova opportunità c’è stata, ma sono stata costretta a rifiutare perché l'alloggio che mi hanno proposto era molto piccolo, non aveva la stanza del bambino e aveva un cucinino minuscolo. Avrei dovuto lasciare fuori tutti i mobili. Inoltre, poco tempo dopo, un impiegato dell’Atc mi ha telefonato per propormi un alloggio a Vercelli. Anche in questo caso, ho dovuto rinunciare. Ho appena iniziato a lavorare a Trino (sebbene solo per 5,5 ore alla settimana) ed essendo già novembre, il mio bambino ha iniziato la scuola qui in città. Io lavoro 22 ore al mese, non mi basterebbero nemmeno per pagarmi la benzina per andare avanti e indietro con l’auto».
L'infiltrazione
«Ho parlato con la dottoressa Fava e mi ha detto che a Trino, case vuote dell'Atc non ci sono. Mi spiace contraddirla, non è vero. In via Hermada ci sono alloggi, con due stanze. Non c'è il riscaldamento ma potrei arrangiarmi, almeno non piove dentro - prosegue - È venuto il geometra delle case popolari da Vercelli. Ha verificato personalmente che sul balcone dell’inquilino al piano sopra al mio, mancano alcune mattonelle e l’acqua piovana che cade, stagna, filtra nel muro e penetra nella nostra casa. Sta anche cadendo l’intonaco. Se non prenderanno provvedimenti al più presto, quando pioverà ancora, chiamerò i Carabinieri e i Vigili del Fuoco. Non ho alternative».
Problemi di salute
«Il bambino è debole di salute, la scorsa settimana è stato costretto a stare a casa 2 giorni. Purtroppo ogni tanto succede. Prende anche il cortisone, non posso però darglielo ogni 3-4 giorni, ma se piove come nei giorni scorsi, con l'umidità è facile che si prenda qualche malattia. L’ho iscritto al tempo parziale, 27 ore, perché nelle sue condizioni sarebbe troppo faticoso fare il tempo pieno a 40 ore. Devo pertanto andare a prenderlo a scuola, intorno alle 13 e poi occuparmi di lui, ma servirebbe farlo in una alloggio migliore. Una persona che entra in casa nostra, sente un odore di muffa insopportabile e irrespirabile. Non ho un posto dove stendere all’esterno: sul balcone non batte il sole. Perciò lo devo fare in camera da letto o in cucina, aumentando peraltro l’umidità interna all’alloggio». Rosalba Loru, lavora nella cooperativa Andromeda, il lunedì e il giovedì mattina, per un totale di 22 ore al mese. «Mi hanno detto - conclude la donna -, che a volte dovrò fare delle sostituzioni in Comune, quando qualche dipendente va in ferie. Qualche ora in più di lavoro non guasta».