Iniziato il Festival di Poesia Civile con una serata emozionante

Inizio d'alto livello con la serata dedicata al premio alla carriera alla poetessa irlandese Paula Meehan

Iniziato il Festival di Poesia Civile con una serata emozionante

Un commosso ricordo di Giusi Baldissone ha aperto la XXI edizione del “Festival di Poesia Civile Città di Vercelli”, nella serata di mercoledì 5 novembre nella sala Sant’Eusebio del Seminario.

Sono state anche declamate due sue poesie che racchiudono l’energia e la passione della docente, prima al Cavour e poi all’Università del Piemonte Orientale fin dalla sua nascita, passione che è stata per tanti anni il motore del Festival de “Il Ponte” e che oggi e co-organizzato da Upo.

Presenti il sindaco Roberto Scheda, diversi assessori, autorità e personalità cittadine, il magnifico Rettore Upo Menico Rizzi, mons. Giuseppe Cavallone in rappresentanza dell’arcivescovo Arnolfo. A presentare la serata, il conferimento del premio alla carriera alla poetessa irlandese Paula Meehan, è stato Paolo Pomati.

Interventi di alto profilo

“Mi legava a Giusi una fraterna amicizia… Io ho ha aiutato a venire al mondo la sua bella figlia”. Con queste parole il presidente de “Il Ponte” Luigi Di Meglio ha esordito nel ricordare l’amica. E l’ha definita “Infaticabile promotrice del Festival Appassionata ed instancabile nel perseguire quello in cui credeva”.

Scheda non si è limitato a parole di circostanza ma ha tenuto un discorso sentito, che ha riscosso calorosi applausi: “Ventun anni di parole che diventano ponti, di versi che interrogano la coscienza, di incontri che restituiscono all’arte il significato più vero. Essere servizio alla comunità”. E per Giusi Baldissone: “Una figura che ha dato tanto alla nostra Vercelli”.
Il sindaco ha infine ricordato che questo è un periodo in cui la cultura a Vercelli è tornata al centro e che la nostra città è un luogo d’incontro e di dialogo a livello internazionale.

Il magnifico Rettore Menico Rizzi ha evidenziato, invece, con acutezza il significato stesso della “Poesia Civile”.
“Che cosa sta nella parola “Poesia Civile”, cos’é la “Poesia Civile”, a cosa ci serve… e mi è venuta in mente un’affermazione di Marie Curie quando ricevette il Nobel per la Chimica: “Nella vita non c’è niente di cui avere paura, solo da comprendere. Quindi, da qui in avanti, più comprenderemo e meno avremo paura”. Allora in un’epoca in cui la paura si sta impossessando di tutti noi in una maniera sproporzionata, in particolare dei nostri giovani, la “Poesia Civile” se ci aiuta a capire le cose, ci aiuta a ridurre la paura che abbiamo di questa società che è in profondissimo cambiamento”. Concludendo: “L’Università è coinvolta e fermamente interessata a mantenere il Festival”.

Un intendimento che chiude un po’ il cerchio virtuoso di questa manifestazione che, proprio perché ebbe in Giusi Baldissone una promotrice, fu sin da subito legato all’Università. Si ricorda a tal proposito in particolare l’ideazione del Concorso di Traduzione di Poesia Civile, per gli studenti Upo divenuto oggi inter-ateneo e preso in carico direttamente da Upo.

Mons. Giuseppe Cavallone, che rappresentava l’arcivescovo ha sottolineato: “Ho l’orgoglio di essere stato presente a tutte le edizioni del Festival,,, tranne una per il covid” e ricordato la lunga amicizia con Giusi Baldissone e il marito Giorgio Simonelli “Fin dagli anni di San Salvatore”, ricordando i mitici cineforum dell’epoca appena post ’68. “Che importai quando venni mandato vice parroco a Gattinara, con l’aiuto di Giusi e Giorgio”.

La prolusione della premiata

“Noi inviamo le nostre poesie nel mondo e non sappiamo mai dove atterreranno… Il fatto che questo premio arrivi in modo così inatteso, e che le mie poesie troveranno una nuova vita nella bellissima lingua italiana, mi riempie di gioia”. Ha detto la poetessa nel suo discorso, dopo aver ricevuto il prestigioso premio del Festival.

“Credo che sia parte del destino della poesia svelare i silenzi, dire ciò che altrimenti non verrebbe ascoltato, portare nel nostro discorso comune verità ed esperienze che altrimenti svanirebbero inarticolate nel mondo”.

“La poesia – ha osservato in conclusione – mantiene limpide le sorgenti del linguaggio; è il canto del nostro sogno più profondo; si allea con coloro cui è negato il diritto di parlare; inizia con la ninna nanna e finisce con l’elegia; eredita la memoria, la custodisce e proietta i nostri ricordi nel futuro”.

E’ quindi cominciata la parte vera e propria della serata di apertura con il reading dalla plaquetta “Angeli ed Asfodeli”, pubblicata da Interlinea, casa editrice e colonna del Festival, con un’introduzione letteraria di Carla Pomarè, professoressa di letteratura e cultura inglese all’Upo e un dialogo con l’autrice, a cura di Elena Ogliari. Un simpatioco omaggio all’osopite è stata l’esibizione del gruppo “UPO Marshmallow Irish Trio Upo” (Elisabetta Rondanina, Fabio Milanse e Roberto Dellepiane).

Davvero una serata d’alto livello, nella tradizione di questo premio alla carriera.

Per scoprire i prossimi appuntamenti del Festival di Poesia Civile vedere il post con il programma.

La gallery della serata