Prosegue a Vercelli il Festival dell’Accoglienza – La speranza è una radice, un percorso di incontri e testimonianze che, dal 19 settembre al 29 ottobre, sta animando la città con appuntamenti dedicati al dialogo, alla solidarietà e alla conoscenza reciproca.
Il festival, promosso a livello nazionale dalla CEP (Conferenza episcopale Piemontese) e diffuso nei territori in cui è presente un Ufficio Pastorale Migrantes, nasce con l’obiettivo di “rafforzare la consapevolezza di ciò che l’immigrazione può portare in termini di bontà, ricchezza umana e culturale”, spiega Paolo Solidani, diacono e direttore dell’Ufficio Pastorale Migrantes di Vercelli.
Un percorso di incontro
“Non è solo un calendario di eventi – precisa Solidani – ma un vero e proprio percorso di incontro, capace di unire esperienze, comunità e linguaggi diversi attorno a un tema che ci interpella tutti: l’accoglienza come radice di speranza e di rinnovamento”.
Gli appuntamenti già svolti
Tre appuntamenti si sono già svolti nelle scorse settimane. Il primo è stata la mostra Dipingere con la luce dell’artista vercellese Giorgio Lupano, ospitata dal 19 settembre al 4 ottobre.
Un’esposizione che, attraverso un suggestivo gioco di luci e ombre, ha invitato il pubblico a riflettere sulla speranza – parola fondativa dell’anno giubilare – e sulla capacità dell’arte di condurre verso una dimensione più intima e consapevole. “Le opere di Lupano – commenta Solidani – parlano di luce che genera vita, di ombra che lascia spazio alla rinascita. Un linguaggio che si inserisce perfettamente nel tema del festival”.
Il secondo momento è stato il 3 ottobre, insieme alle comunità metodiste e valdesi e alla Comunità di Sant’Egidio, nella Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, in cui la Chiesa promuove riflessioni e impegni perché le persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni possano arrivare in un luogo sicuro senza dover rischiare la vita in viaggi pericolosi. A seguire il 5 ottobre, una liturgia eucaristica con le comunità straniere presenti sul territorio, simbolo di un’unione che supera le appartenenze per abbracciare un’unica umanità.
Altro evento il 10 ottobre, presso la Biblioteca Civica di Santhià (via Dante Alighieri, ore 21), dove, ad un pubblico attento, è stato proiettato il documentario One Day One Day, in collaborazione con l’Associazione Sant’Eusebio ODV, Coverfop e il Comune di Santhià. . “È un film necessario – sottolinea Solidani – perché mostra una realtà che esiste ancora oggi in Italia: migliaia di persone straniere che vivono in condizioni disumane, dormendo in auto o in baracche, sfruttate nel lavoro nero per la raccolta dei prodotti agricoli, anche nel nostro Piemonte.” Il documentario di 50 minuti ha offerto uno sguardo diretto e sincero su un sistema che nega dignità e legalità.
“Ringrazio la Sindaca del Comune di Santhià – aggiunge – per aver chiesto di proporre la proiezione prima alla cittadinanza e poi alle scuole, segno di una sensibilità autentica e di un impegno educativo importante”.
Ora il festival si prepara a vivere i due appuntamenti conclusivi, con l’invito rivolto alla cittadinanza a partecipare e a condividere questo cammino.
Il Concerto della Speranza
Il 18 ottobre sarà la volta del Concerto della Speranza, alle ore 20.30 presso la chiesa di Sant’Anna a Vercelli, con il coro Quinta Vox. Un appuntamento che vuole unire la musica al messaggio di speranza e fraternità, come filo conduttore del festival. “La musica ha un potere universale – ricorda Solidani – è un linguaggio che non divide, ma che apre i cuori. Sarà un momento di grande comunione”.
La presentazione del rapporto Migrantes
Infine, il 29 ottobre il festival si concluderà con la presentazione del XXXIV Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, presso il Seminario Arcivescovile di Vercelli (ore 10). L’incontro vedrà gli interventi di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes; Paolo Solidani, direttore dell’Ufficio Migrantes di Vercelli; Simone Varisco della Fondazione Migrantes; Sergio Durando, referente della Pastorale Migranti dell’Arcidiocesi di Torino; Elena Miglietti, giornalista; e Carlo Greco, direttore della Caritas Eusebiana e Direttore Caritas Regionale Piemonte. A moderare l’incontro sarà Claudio Maria Osenga, direttore di CO.VER.FO.P. Vercelli.
“Ci auguriamo di lasciare un segno”
“Ci auguriamo – conclude Solidani – che il festival lasci un segno, non tanto nella quantità di persone presenti, ma nella qualità del cambiamento che può ispirare. Vogliamo che l’esperienza dell’accoglienza diventi un modo nuovo di guardare il mondo, di relazionarsi agli altri, di costruire comunità”.
Sulla scia degli orti sociali di Larizzate, realizzati con l’Associazione Sant’Eusebio ODV, e del progetto Laudato Si’ di prossima attuazione a Vercelli, il Festival dell’Accoglienza continua così a coltivare, nel senso più profondo del termine, la speranza: una radice che mette in contatto la terra, le persone e il futuro.