Aggressione all'agente penitenziario: le reazioni politiche

Il presidente della Provincia e la Lega vercellese danno la loro solidarietà e lanciano l'allarme radicalismo islamico

Aggressione all'agente penitenziario: le reazioni politiche
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Il caso denunciato dal Sappe dell'agente aggredito selvaggiamente da un detenuto nordafricano ha suscitato al momento due reazioni nel panorama politico e istituzionale vercellese.

La vicinanza all'agente del presidente della provincia

Il presidente della Provincia di Vercelli Davide Gilardino: «Anche in provincia di Vercelli e nello stesso capoluogo, assistiamo a fenomeni di aggressione al grido di “Allah akbar”. Questa volta a essere aggredito è stato un agente della polizia penitenziaria, a cui va la mia totale solidarietà e vicinanza. Codeste azioni dimostrano il non riconoscimento dello Stato e delle sue istituzioni, per cui dobbiamo essere tutti intransigenti e fermi nel condannare fenomeni di immigrazione che non sono vera integrazione. Chi vuole vivere in Italia, deve prima di tutto rispettare la democrazia, le sue regole, le tradizioni della società e della cultura. Chiunque non si riconosca in questi valori e addirittura li osteggi, non ha diritto a restare nel nostro Paese. La finta integrazione, pensiamo al modello francese e belga e alla situazione che oggi vivono questi paesi vicino a noi, ci conferma che la strada da perseguire è quella della difesa dei valori di libertà, responsabilità e dovere che l’Italia ci assicura».

Condanna della Lega, preoccupa il radicalismo islamico

Anche il segretario provinciale della Lega di Vercelli, Daniele Baglione, ha affidato ad un comunicato a nome del partito la vicinanza all'agente malmenato e l'allarme suscitato dall'aspetto fondamentalista islamico.

"Un atto di violenza inaccettabile, che ha causato al poliziotto ferite gravi, con una prognosi superiore ai 30 giorni, l’applicazione di un collare cervicale e un’ingessatura.
Questo episodio non è solo un attacco a un singolo agente, ma un’offesa all’intero Corpo di Polizia Penitenziaria, che ogni giorno opera con professionalità e dedizione in condizioni spesso difficili, rappresentando lo Stato e garantendo la sicurezza della collettività. Esprimiamo la nostra totale solidarietà all’agente ferito, augurandogli una pronta guarigione, e a tutti i suoi colleghi che, con coraggio, continuano a svolgere il loro compito nonostante i crescenti rischi".

Un problema che non può essere ignorato

"L’aggressione, accompagnata da richiami al fondamentalismo islamico, solleva gravi preoccupazioni sul fenomeno della radicalizzazione nelle carceri, un problema che non può essere ignorato.
Come bene evidenziato dal Sappe, le strutture penitenziarie italiane, già sovraffollate, rischiano di diventare terreno fertile per il proselitismo e la propaganda jihadista.
È indispensabile che le istituzioni adottino misure immediate e incisive per prevenire e reprimere tali fenomeni, garantendo sicurezza agli agenti e impedendo che le carceri diventino luoghi di radicalizzazione.
Chi vive in Italia deve rispettare le nostre leggi, le nostre istituzioni e i nostri valori democratici. Non c’è spazio per chi, attraverso atti violenti o atteggiamenti ostili, rifiuta di integrarsi e attacca chi rappresenta lo Stato.

Più impegno della politica per la polizia penitenziaria

"Chiediamo tolleranza zero verso questi comportamenti e un impegno concreto da parte della politica tutta per rafforzare la sicurezza nelle carceri e negli ospedali, dotando la Polizia Penitenziaria di risorse adeguate e di un quadro normativo che tuteli chi opera in prima linea.
Ribadiamo il nostro pieno sostegno al Corpo di Polizia Penitenziaria e a tutte le forze dell’ordine, che meritano rispetto e protezione per il loro ruolo fondamentale nella difesa della legalità e della sicurezza.
Non lasceremo che episodi come questo passino sotto silenzio: è tempo di agire con fermezza per garantire che l’Italia resti un Paese sicuro, fondato sui valori di libertà, responsabilità e rispetto delle regole".