A Caresana si sono riuniti oltre cento "Urbex": il Vercellese è ricco di location visitate
Intervista a "Occhi di Gatto" sulle destinazioni sul nostro territorio, regole e aneddoti di chi esplora i luoghi abbandonati

Sabato scorso al circolo “Il Delfino” di Caresana c’è stato un incontro “Ubexland”, organizzato da alcuni gruppi di Urbex: “Caronte”, “Occhi di gatto”, “Teo” e “Corda”.
Quella “Urbex” è una comunità molto attiva, che opera massicciamente su You-Tube e i social con filmati e foto di luoghi abbandonati. Il raduno è periodico, il Vercellese è stato scelto questa volta perché gli “urbex” piemontesi sono molto numerosi e ve ne sono anche sul nostro territorio.
Ad informarci di quest’evento è stata Ale di “Urbex Occhi di Gatto”, che preferisce venga citato il nick-name del gruppo, e ne abbiamo approfittato per chiederle dettagli sulle location vercellesi e sull’attività “Urbex”.
Il Vercellese fra le mete preferite
«Il Vercellese e Vercelli sono molto presenti nei reportage che la nostra community realizza. Pure io sono stata in alcuni posti. Fra i più noti ci sono senza dubbio l’ex ospedale psichiatrico e la “Bertagnetta” ma l’elenco è molto lungo: a Vercelli ci sono state visite ad esempio alla ex fabbrica Cerutti al Mulino di Larizzate, che noi abbiamo ribattezzato la “villa del religioso”, ma anche la ex caserma Garrone, volevamo visitare il “Teatro dei Nobili” in piazza del Tribunale ma non c’erano varchi e l’abbiamo raccontato da fuori. Urbex diversi hanno visitato anche ville abbandonate, una che conosco è la cosiddetta “villa del trenino”».
E nel Vercellese?
«Certamente - ricordano dal gruppo “Occhi di Gatto” - la villa di Cavour a Leri che è un altro dei luoghi più documentati, sempre nella zona, a Trino, il Collegio Ferruti».
Fra le altre location “gettonate” vanno citate sempre nell’area trinese la Madonna delle Vigne (“la chiesa dello spartito del diavolo”), oppure, ma più che altro un tempo, la “Saletta” di Costanzana. In questi casi sono più adepti del mistero che “Urbex” veri e propri, poi vengono alla mente le “incursioni” alla “Cittadella del Mastro Artigiano” di Prarolo, caso in cui la curatela fallimentare, che tuttora cerca di vendere la struttura, aveva anche intrapreso un’azione legale oppure all’ex Outlet di Santhià alla ex Montefibre di Vercelli e altri.
«A Santhià siamo stati alcune volte nella ex Magliola, un tempo c’erano ancora le carrozze dei treni, oggi è stata svuotata». Fra le mete che si trovano sui social pure il grande deposito di veicoli corazzati dismessi a Lenta.


Ex Ospedale Psichiatrico

Ancora l'ex Opn

L'area della Magliola a Santhià

La caserma Garrone di Vercelli

L'Istituto Ferruti di Trino

I cinque organizzatori del raduno a Caresana: Ale “Urbex Occhi di Gatto”, Nicola “Corda Urbex”, Matteo “Teo Urbex”, Beppe “Caronte Urbex” e Patty “Urbex Occhi di Gatto.
Le regole da seguire
Che regole seguite nell’entrare in questi posti?
«Prima di tutto un vero “Urbex” non danneggia e non preleva nulla, questa è la nostra etica e la rispettiamo con attenzione, secondariamente si entra solo dove c’è già un varco aperto da altri, non si forzano porte e non si scavalcano recinzioni, idem non entriamo laddove sono posti in modo chiaro e perentorio i cartelli di proprietà privata. Una norma che più o meno tutti seguiamo è anche quella di non dire mai esattamente dove ci troviamo, a parte qualche caso particolare».
E per quanto concerne la sicurezza?
«Ecco, questo è un aspetto fondamentale che ognuno di noi cura molto. Quando si accede a un locale abbandonato la prima cosa da fare è controllare bene lo stato delle solette, dei pavimenti, le scale... Soprattutto quando si passa ai piani superiori. I pericoli sono tanti, non ci si improvvisa e soprattutto non andate mai da soli in questi posti».
Gli incontri ravvicinati con gli abusivi
Una disavventura da citare?
«Un fatto avvenuto nel Pavese, siamo entrati in una villa abbandonata, però nella dependance si era installato un abusivo, che ci ha visti entrare dalla cucina ed ha sbarrato la porta, chiudendoci dentro. Abbiamo dovuto chiamare i Carabinieri... che sono stati molto gentili e professionali e in 5 minuti sono arrivati. La presenza di persone nei “ruderi” è un altro dei rischi ipotetici che si corrono, capita spesso di vederne qualcuno o le tracce che lascia».
C’è una ulteriore chicca rivelata da “Occhi di Gatto”: «Noi non asportiamo e non rompiamo mai nulla, però succede che alcuni “mettano in ordine” le location, questo perché se non sposti dei detriti magari non ti muovi bene, ma soprattutto per ragioni fotografiche... Ad esempio si vendono spesso tavole ancora imbandite nelle ville vuote da anni... Ma non sono così perché chi ci abitava è scomparso a metà di un pranzo... vengono “allestite” per fare un po’ di scena»
La “rimpatriata” di Caresana è stata coronata da una massiccia partecipazione e ha rinsaldato le fila di una community che spesso si scambia informazioni e luoghi da visitare. Molti di questi videomaker sfornano dei documentari tecnicamente accurati, non sono degli improvvisati e hanno centinaia di migliaia di followers.