Gli 80 anni della Liberazione

Scheda cita Mattarella: "Nessuno dimentichi il significato del 25 Aprile perché troppo dura fu la lotta per la sopravvivenza dell’Italia dalla catastrofe del fascismo"

Le parole del sindaco di Vercelli alle commemorazioni per il giorno della Liberazione in piazza Cesare Battisti e piazza Camana

Scheda cita Mattarella: "Nessuno dimentichi il significato del 25 Aprile perché troppo dura fu la lotta per la sopravvivenza dell’Italia dalla catastrofe del fascismo"
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Questa mattina, venerdì 25 aprile, alla presenza delle autorità civili, militari e della cittadinanza di Vercelli, si è celebrata la ricorrenza dell'80° anniversario della Liberazione. La cerimonia ha avuto inizio con la deposizione delle Corone al Monumento ai Caduti di tutte le Guerre in Piazza Cesare Battisti, e, in seguito, sono state deposte le corone al Monumento della Resistenza in Piazza Camana, dove è stata celebrata la Santa Messa da S.E. Monsignor Arnolfo in suffragio dei Caduti per la Libertà.

Scheda: "Nessuno dimentichi il significato del 25 perché troppo dura fu la lotta per la sopravvivenza dell’Italia dalla catastrofe del fascismo"

Di seguito il discorso del Sindaco di Vercelli, Roberto Scheda:

"'Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce, perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce'. Oggi celebriamo gli 80 anni della Liberazione della nostra Patria da una delle più  tremende occupazioni nella Storia dell’Umanità. Giuseppe Ungaretti ci ricorda il sacrificio  di uomini e donne perché noi potessimo vivere sotto il cielo della Democrazia. "Dura fu la lotta per garantire la sopravvivenza dell’Italia nella catastrofe cui l’aveva condotta il fascismo - ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - Ci aiutarono soldati di altri Paesi, divenuti amici e solidi alleati: tanti di essi sono sepolti in Italia. A questa lotta si aggiunse una consapevolezza: la crisi suprema del Paese esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente. Si trattava di trasfondere nello Stato l’anima autentica della Nazione. Di dare vita a una nuova Italia". Non possiamo, non dobbiamo dimenticare le vittime diventate eroi per permetterci di  respirare a pieni polmoni il vento della Libertà. Fra queste, permettetemi, oggi più che  mai, di ricordare una donna. È il 25 aprile 1945. Lei è staffetta della 109ª Brigata Garibaldi. Viene fermata dalle camice  nere in fuga. Siamo al rione Canadà di Vercelli. Si accorgono che ha un lascia passare  partigiano e qualche spicciolo in tasca. È questione di un attimo. Non ha il tempo di dire  nulla, cade a terra senza un lamento. Lei è Lorenzina Unio. Avrebbe compiuto 24 anni due giorni più tardi. Oggi c’è la lapide in  via Walter Mazone al civico 29 dove avvenne il suo assassinio. Lorenzina è una delle tante donne che hanno alzato la testa e nonostante la giovane età si è messa al servizio della  lotta per la Liberazione. Una Liberazione necessaria, non più rimandabile. Il 25 Aprile non  deve esser solo una data segnata in rosso sul calendario, bensì un chiaro monito per il  futuro. Perché «il 25 Aprile è la vittoria del partigiano Johnny, la fine della guerra e la morte del fascismo. Ma ogni epoca ha il suo fascismo: ecco perché non dovremo mai perdere i valori della Resistenza e cercare di difenderli sempre". Il Sindaco ha infine elogiato la rappresentanza del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Vercelli che ha preso parte alla celebrazione.

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