Crisi Sacal: si è svolta una partecipata assemblea, le prossime mosse
Alessandro Triggianese della Fiom-Cgil spiega le prospettive per 120 posti di lavoro a rischio

Stamane, mercoledì 5 marzo 2025, la Fiom Cgil Vercelli Valsesia e le Rsu interne dei lavoratori Sacal di Carisio hanno indetto un'assemblea con i lavoratori per spiegare loro la situazione che si sta delineando dopo che l'azienda ha avviato la procedura per il licenziamento collettivo. In gioco tra dipendenti della fonderia e lavoratori in appalto, ci sono 120 posti di lavoro.
Una premessa
Da noi raggiunto telefonicamente Alessandro Triggianese, esponente della Fiom vercellese, riferisce sulla mattinata.
Dalle fotografie è evidente l'adesione avuta dall'assemblea.
Triggianese parte da una premessa:
"Nell'estate 2024 sono partiti degli ammortizzatori sociali per fronteggiare una situazione di crisi che si era venuta creando per l'azienda, anche per questioni di mercato esterne. Ricordo che Sacal è una fonderia che ricicla gli scarti dell'alluminio dell'automotive, componentistica auto e anche da aziende del settore elettrodomestici per produrre del nuovo materiale da vendere.
L'azienda aveva sostenuto che, vista la crisi del comparto automobilistico, con meno rottami da recuperare sul mercato, e neanche tanta richiesta del metallo, era costretta a uno stop ed a chiedere gli ammortizzatori sociali. L'azienda è nata nel 1975, quindi ha cinquant'anni e ha anche bisogno di investimenti.
Faccio presente che quando si spegne un altoforno in una fonderia ci va un certo periodo per lo spegnimento e un certo periodo serve poi per riaccenderlo. In questa fase in cui manca la certezza di una continua fornitura del materiale da fondere, essendo Sacal un impianto energivoro che va sempre mantenuto in funzione, con costi molto alti, la fermata era inevitabile".
Le ultime settimane
Venendo a quanto successo nelle ultime settimane il sindacalista aggiunge:
"Gli ammortizzatori sociali precedenti sono terminati a gennaio, ne sono stati aperti altri a febbraio per altre quattro settimane. Quando ci siamo presentati all'incontro con l'azienda per questa proroga abbiamo chiesto come mai fosse solo per quattro settimane e ci hanno risposto che dovevano ancora vedere e fare delle valutazioni.
In tutto questo periodo ci è stato riferito che la ditta non aveva difficoltà economiche ma solo la necessità di introdurre del materiale, che si sarebbero messi sul mercato ecc., con la possibilità di lavorare, magari non tutti, usufruendo degli ammortizzatori sociali".
Prosegue il rappresentante della Fiom: "La procedura di licenziamento collettivo riguarda 86 dipendenti, quelli rimasti oggi, ma all'interno operamo anche tre ditte esterne in appalto, in totale sono 120 persone".
L'assemblea davanti ai cancelli Sacal
E riguardo l'assemblea di stamane: "Stamattina abbiamo convocato i lavoratori, anche perché dovevamo dirgli dell'apertura della procedura di crisi che prevede che ci sia un incontro sindacale con le controparti entro sette giorni, si potrà andare ad un eventuale accordo, dove si vanno a chiedere soluzioni per rendere meno drammatica la situazione, periodo che può arrivare a 45 giorni, senza accordo l'azienda proseguirà inviando le lettere di licenziamento a casa. Per quello che era necessario essere tutti lì, davanti ai cancelli stamattina. Di per sé l'assemblea è andata bene, dovremo capire nei prossimi giorni come si evolveranno le cose, noi chiederemo all'azienda di avere delle spiegazioni diverse da quelle date, o almeno delle informazioni aggiuntive alla dichiarazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo. Quest'azienda negli ultimi anni non ha investito e ci sono anche stati dei problemi di sicurezza, ci sono stati dei crolli, una cassa integrazione era stata motivata proprio da un crollo".


