Lino Musella fa rivivere Eduardo De Filippo al Civico
Teatro Civico di nuovo pieno mercoledì 20 novembre per l'attore partenopeo
Lino Musella con il suo monologo, ha voluto omaggiare il grande attore Eduardo De Filippo, o meglio come ha sempre continuato a definirsi un “capocomico”, intrattenendo gli spettatori vercellesi, per quasi due ore, ieri sera al Teatro Civico, con la piece “Tavola Tavola, Chiodo Chiodo”, accompagnato magistralmente dalla chitarra di Marco Vidino.
Prima che il sipario fosse aperto, dal retropalco risuonavano i colpi di martello, anticipando l'entrata dell'attore, che si presenta seduto ad uno scrittoio al lato del palco, al centro invece padroneggia, sollevato leggermente da terra, un modellino abbozzato del teatro.
Musella racconta un mito
Musella non interpreta il grande attore, ma lo vuole ricordare, un uomo dal carattere non sempre facile, in rotta con i fratelli, ostinato, irascibile, ma anche tenero, generoso e soprattutto intelligentissimo.
Inizia col leggere una delle lettere che Eduardo indirizzò al Ministero in seguito all'acquisto del Teatro San Ferdinando, lo ricorda anche nei modi, riproducendo perfettamente il gesto della mano destra che sistema i capelli di lato. Con il dialetto, che è quasi poesia, fa uscire a poco a poco lo spirito di Napoli, di quelle strade, di quei vicoli, tanto amati dal Maestro.
La vita quotidiana di Eduardo
La bellezza di questo progetto è stato quello di aver selezionato passi della vita quotidiana di Eduardo delle sue passioni, di cosa vuol dire essere attore di teatro, di come calarsi ogni volta in un personaggio diverso e in abiti che ti vengono cuciti addosso, di come recitare, ma soprattutto come portare avanti il progetto della ricostruzione dell'interminabile fabbrica del San Ferdinando e la realizzazione di un teatro finalmente libero.
E per finire un'ultima voce, quella dal carcere di Poggioreale o dall'ex centro di rieducazione giovanile “Gaetano Filangieri”, a cui Eduardo ha sempre prestato interesse e cuore per i detenuti per far sì che avessero una nuova possibilità una volta usciti a fine pena.
“Aggia rifà n’ata vota ‘o presepio!”
Cosa rimarrà di questo Teatro tanto maltrattato, Lino Musella si inchina e il modellino barcollante del teatro va a pezzi. L'attore, guardando verso il pubblico dice: “Aggia rifà n’ata vota ‘o presepio!”. Ed è un tripudio di applausi.
Caterina Contato