Lavoro nero e irregolarità: pesanti sanzioni della Finanza per due ristoranti della provincia
Scoperti in appositi controlli effettuati nelle festività del 25 aprile e del 1° maggio.
Un cameriere “in nero”, altri due impiegati irregolarmente e tre remunerati in parte con somme di denaro “non tracciate” sono stati scoperti dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vercelli, nel corso dell’intensificazione dei servizi a contrasto al sommerso da lavoro finalizzati a tutelare gli operatori corretti dalla concorrenza sleale di imprese che non rispettano le regole e a salvaguardare i lavoratori da ogni forma di possibile sfruttamento.
Sei controlli in provincia
E’ il bilancio di 6 controlli svolti, in concomitanza delle celebrazioni della Festa della Liberazione e del 1° maggio, dai militari del Gruppo di Vercelli e la Tenenza di Borgosesia (VC) nel Capoluogo e in Provincia, tutti preceduti da specifici approfondimenti info-investigativi durante i servizi di controllo economico del territorio e di “117” e corroborati dalle risultanze delle molteplici banche dati consultabili nella Dorsale Informatica dei Reparti: in questo modo, sul versante della prevenzione, le attività “sul campo” hanno consentito di identificare 39 dipendenti dei settori della ristorazione e della bonifica dei canali d’irrigazione regolarmente assunti.
Le irregolarità
Dal punto di vista del contrasto, invece, le irregolarità giuslavoristiche constatate dai Finanzieri hanno riguardato la scoperta in due ristoranti, uno di questi dedicato alla cucina etnica, di 3 camerieri, uno dei quali completamente “in nero” e i restanti senza che il loro rapporto di dipendenza fosse stato preventivamente denunciato dal datore di lavoro al centro per l’impiego.
Inoltre, sempre nel locale etnico, sono stati identificati anche 3 camerieri che percepivano metà della retribuzione in denaro contante anziché con mezzi di pagamento tracciabili, come previsto dalle norme.
Le violazioni accertate in materia di lavoro e legislazione sociale, sanzionate con pene pecuniarie fino ad oltre 10.000,00 euro, sono state segnalate alle competenti articolazioni territoriali dell’I.N.P.S. e dell’I.N.A.I.L. e, contestualmente, sono stati avviati i doverosi approfondimenti di natura fiscale.