Viotti e Stradivari: due immortali si incontrano e si raccontano in Arca
Le prime impressioni sul percorso multimediale e immersivo della mostra
Reduci dalla visita in "Arca" riservata alla stampa che è stata condotta con grande passione da Cristina Canziani, in attesa dell'inaugurazione a invito con le autorità di oggi pomeriggio, venerdì 12 aprile ore 17,30, ecco le prime impressioni su quanto vissuto, più che visto, sperando di incentivare i vercellesi a visitare l'allestimento a partire da sabato 13 aprile.
Ci sarebbe da scrivere un piccolo volume... ma non vogliamo assolutamente "spoilerare" troppo. Le mostre si devono visitare, in questo caso viverle.
La perfezione dei quattro strumenti esposti alla fine dice infatti assai poco, se prima non ci si "immerge" in capitoli della storia della musica, e della storia in generale che quattro attori spiegano nelle varie tappe multimediali del percorso.
La mostra “Viotti e Stradivari: alla ricerca della perfezione” è dunque molto di più che un'esposizione di violini, archetti (la rivoluzione di Viotti che cambiò la musica dello strumento) spartiti e documenti.
Un film avventuroso
E' un “film” sulla vita e le opere di Viotti, una storia dispiegata a 200 anni dalla morte di Viotti, e che è stata ricostruita in parte anche dai 26 anni di attività della Camerata Ducale e dagli studi di Guido Rimonda, che ha curato il progetto della mostra.
Per cui nelle drammatizzazioni con attori e nel racconto divulgativo sono inseriti elementi come la scoperta che la “Marsigliese” rivoluzionaria altro non fu che l'adattamento di precedenti variazioni viottiane o ancora che il violino è nato a Vercelli, un'ipotesi suffragata da documenti e dal famoso angelo con il violino nel quadro “Madonna degli Aranci” (1528/29) di Bernardino Lanino, custodita nella chiesa di San Cristoforo. Sulla destra di san Marco, fuori Arca c'è una vetrina che contestualizza questa "proto-storia" esponendo anche uno dei primi violini un Gasparo da Salò.
Una vita di trionfi e cadute
La vita di Viotti è un'altalena di apoteosi e repentini tramonti.
Dalla sua Fontanetto a Torino, da Torino all'Europa al seguito del suo maestro.
Il primo grande incontro con la zarina Caterina II (la Grande) in Russia, la quale donò al musicista piemontese il suo primo “Stradivari”.
Approdato a Parigi in poco tempo divenne il beniamino di un'altra regina, Maria Antonietta.
La sua fama era enorme, paragonabile a una rock star di oggi ma poi venne la rivoluzione francese, la fuga fino a Londra, anche a Londra divenne un mito, per poi cadere, ritornare e ancora a Parigi alla caduta di Napoleone, ma con fortune alterne, fino alla morte in povertà. La “carrozza”, forse più che il violino, è il simbolo della sua esistenza, sempre costretto ad andare via, anche di corsa.
Il caveau dei violini
Dopo le vetrine con spartiti e documenti e una collezione di archetti leggendari, si accede al “caveau” dei violini.
Attualmente ne sono esposti quattro, ma poi ci sarà una rotazione con altri strumenti, quelli oggi visibili sono tutti di Viotti. Eccoli nel dettaglio: Antonio Stradivari, Cremona, 1709, “ex Bruce” (Collezione di Royal Academy of Music); Antonio Stradivari, Cremona, 1718, Antonio Stradivari, Cremona, 1718, “San Lorenzo” (Munetsugu Collection, Nippon Violin); Antonio Stradivari, Cremona, 1704, “ex Viotti” (Munetsugu Collection, Nippon Violin) e un prototipo del liutaio francese François Chanot da collezione privata, realizzato su indicazioni di Viotti, che lo avrebbe concepito da disegni di Leonardo Da Vinci.
Alla presentazione per la stampa ha preso parte il team della "Nippon Violin", venuto apposta dal Giappone a portare i due cimeli, una presenza che fa capire il valore mondiale della mostra e anche la fitta rete di contatti che negli anni ha portato a questa apoteosi.
Il salotto viottiano e la "Bottega del liutaio"
Ma il percorso non termina in Arca, perché è stato allestito in modo particolare anche il bookshop, trasformato in un salottino dove da una parte si potranno ascoltare, selezionandole su un tablet, tutte le opere viottiane eseguite dalla Camerata Ducale, oppure acquistare degli oggetti che negli anni sono stati realizzati, sempre sulla scia delle iniziative di riscoperta del musicista vercellese. Infine la bottega del liutaio, allestita nella "Cappella Pettenati", in cui si può assistere alla realizzazione di uno strumento da parte del liutaio Pietro Cavalazzi.
Gli attori protagonisti
E' un percorso veramente immersivo, Arca è stata “sezionata” in spazi chiusi da cortine nere, come a teatro. La prima sala è la più suggestiva, con due megashermi curvi dai quali dialogano in modo surreale Viotti (interpretato da Giovanni Mongiano) e Stradivari (interpretato da un magistrale Andrea Soffinatini), due personaggi che non si sono conosciuti ma che hanno un legame profondo.
Lo schema dei doppi schermi prosegue nelle altre “stanze” per le varie fasi della vita di Viotti.
Raccontate in parte da una versione giovanile del genio di Fontanetto Po (Andrea Carabelli) e in parte dagli interventi storico-divulgativi molto efficaci e incisivi di Pierpaolo Spollon.
Mezz'ora di emozioni
Il percorso completo dura circa mezz'ora con massmo 15 persone per tappa, non si può “saltare avanti”, se no si perde il senso del progetto.
Sono come detto delle “stanze” in cui si incontrano frammenti della vita del compositore e alla fine l'apoteosi. Questa la filosofia messa in pratica da Heritage, realtà leader nel settore multimediale.
Informazioni utili
BIGLIETTI
INTERO - 15€
RIDOTTO - 12 € a persona [over 65, under 21, studenti universitari, gruppi minimo 5 persone]
GRATUITO [minori di 6 anni, visitatori con disabilità con un accompagnatore, giornalisti (previa esibizione del tesserino dell’ordine), guide turistiche (con tesserino di riconoscimento)]
SCUOLE - 5€ a persona [gruppo massimo 15 studenti e insegnante gratuito]
PER INFORMAZIONI: www.viottistradivari.it | info@viottistradivari.it
Informazioni disponibili anche sui canali social: IG @fondazioneviotti |
FB @fondazioneviotti
PERIODO E ORARI:
Dal 13 aprile al 5 maggio: lunedì - domenica h 12:00 | 20:00
Dal 6 maggio al 2 giugno: venerdì - domenica h 12:00 | 20:00
Una sinfonia di sostegni e collaborazioni
La mostra è organizzata dalla “Fondazione Viotti” che in sé comprende Città di Vercelli, Fondazione Crv, Camerata Ducale con i contributi di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Provincia di Vercelli e Fondazione Crt, il sostegno di importanti aziende ed enti del territorio e la collaborazione di altri fra cui Comune di Fontanetto Po, alcuni club service vercellesi, Ufficio Scolastico Provinciale e altri.
Curatore Guido Rimonda, coordinamento curatoriale di Cristina Canziani, collaborazione scientifica di Giorgio Seita, Giorgio Pestelli e Alberto Sinigaglia, direzione di produzione di Chiara Miranda. Il progetto multimediale come detto è di Heritage Srl in collaborazione con Wonderage Production, regia e produzione video, regista Nicola Abbatangelo, Giovanni Maddalena, autore, allestimento video a cura di Acuson.