Cultura & solidarietà

Progetto Kouros: al Museo Leone mostra per Marco Canella curata da Salvatore Giò Gagliano

Inaugurazione domenica 21 aprile, aperta fino al 2 giugno nella Sala d'Ercole

Progetto Kouros: al Museo Leone mostra per Marco Canella curata da Salvatore Giò Gagliano
Pubblicato:
Aggiornato:

L'arte che sposa la solidarietà. Così si potrebbe definire la mostra del Progetto Kouros che si inaugurerà il 21 aprile alle ore 17,30, alla "Sala d'Ercole" del Museo Leone, mostra fotografica benefica a cura di Salvatore Giò Gagliano.

Protagonista e modello del progetto è Marco Canella, il ragazzo che due anni fa ha subito l'amputazione della gamba destra e per il quale si è attivata una vera gara solidale per permettergli di avere un arto bionico.

Nella foto in evidenza (di Marco Mattiuzzi) la presentazione dell'iniziativa con, da sinistra: Luca Brusotto, Conservatore del Museo Leone, Salvatore Giò Gagliano, Marco Canella e il presidente del Museo Gianni Mentigazzi.

Mostra benefica

I promotori ringraziano: “Esercito di Cuori odv” e per il contributo “Pagliacci nel Cuore odv” e “Edilizia Mediterranea”. Si ringraziano inoltre “I am Wear” per aver fornito gli outfit per lo shooting fotografico e “Pachamama Biosfuso”.

Gli scatti saranno accompagnati da un testo critico di Lorella Giudici, storica dell’arte, curatore e professore dell'Accademia di Brera e da due altri testi a cura di Salvatore Giò Gagliano e del Conservatore del Museo Leone, Luca Brusotto.

La mostra sarà visitabile fino al 2 giugno con ingresso libero negli orari di apertura del Museo.

Le fotografie saranno in vendita ad offerta e il ricavato sarà devoluto per aiutare Marco Canella nel sostenere le spese per l'arto artificiale.

Per noi alla presentazione in museo c'era Marco Mattiuzzi, noto artista ed esperto di cose artistiche e fotografia. Ecco la sua descrizione, nel merito artistico di questa bella iniziativa.

Il progetto visto dall'artista Marco Mattiuzzi

La luce soffusa della Sala delle Cinquecentine avvolge gli spettatori radunati tra le antiche mura del Museo Leone di Vercelli, un silenzio rispettoso si mescola con l'aria carica di aspettative. Gli occhi sono tutti per "KOUROS", un nome che echeggia l'antichità greca, ma che oggi assume nuove connotazioni grazie a Salvatore Giò Gagliano e il suo progetto fotografico.

In "KOUROS", la bellezza viene svestita di ogni artificio contemporaneo e rivestita di un'aura di eroica semplicità. Marco Canella, il modello, ci mostra come l'ammirazione del fisico possa andare oltre la perfezione plastica; ci insegna che la bellezza risiede anche, se non soprattutto, nella forza di superare le battaglie personali, nella resilienza dell'anima che si riflette attraverso gli occhi.

La decisione di Gagliano di collaborare con Marco, un giovane uomo la cui fisicità è stata mutata dall'amputazione di una gamba, non è un semplice esercizio stilistico. È un grido, un canto che si eleva sopra la monotonia del perfezionismo vacuo, un invito a riconsiderare ciò che definiamo bello. L'arte di Gagliano non è solamente un tributo alla forma umana nella sua incarnazione più arcaica e potente, ma anche una riflessione sulla capacità dell'arte di guarire, di emozionare, di unire.

L'arte, come dimostrato da "KOUROS", non è solamente un oggetto di ammirazione passiva, ma può diventare un veicolo di cambiamento, un ponte verso la solidarietà. Le fotografie di Gagliano ci spingono a riflettere su quanto sia ristretta la nostra visione abituale della bellezza, incentrata sulla superficialità e l'apparenza. Invece, attraverso gli scatti di "KOUROS", scopriamo una bellezza più profonda, che prende forma nelle storie di chi è ritratto, nelle loro sfide e trionfi.

L'iniziativa di vendere le opere per sostenere Marco Canella è emblematica del potenziale salvifico dell'arte. "Salvare il mondo" potrebbe sembrare un'espressione roboante, ma forse si tratta proprio di questo: di cambiare una vita alla volta, di aprire gli occhi su nuove realtà, di trasmettere speranza e coraggio.

Ecco quindi che l'arte di "KOUROS" diventa un manifesto di ciò che il mondo dell'arte può e dovrebbe aspirare a essere: non solo un'estetica da contemplare, ma una forza attiva nella società, che ha il potere di muovere le coscienze e di innescare un dialogo su tematiche talvolta trascurate.

La locandina e le parole pronunciate durante la conferenza stampa non sono semplici annunci di un evento, ma la promessa di un'esperienza che si annuncia essere molto più che una mostra fotografica. "KOUROS" è un'iniziativa che ci interpella tutti, che ci chiede di guardare oltre il visibile, di sentire con il cuore, e magari, proprio attraverso queste emozioni, di tentare, un'immagine alla volta, di salvare il mondo.

Marco Mattiuzzi 

Seguici sui nostri canali