Suicidi, autolesionismo, risse: il dramma delle carceri italiane

Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria traccia un quadro preoccupante.

Suicidi, autolesionismo, risse: il dramma delle carceri italiane
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Il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria traccia un quadro preoccupante.

Un suicidio ogni nove giorni, un atto di autolesionismo quasi ogni ora, tre suicidi sventati al giorno. È il triste “bollettino di guerra” che riguarda le carceri italiane. Durante il 2016 ci sono stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti. A fornire i dati è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria: «Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria – racconta il segretario Donato Capece – aggressioni, risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento». A questa situazione deve fare fronte un corpo di Polizia Penitenziaria flagellato dalla mancanza di organico, pari a oltre 7mila agenti. Il sindacato commenta anche la recente fuga di un detenuto dal carcere di Alessandria: «Solo nel 2016 abbiamo contato 6 evasioni da istituti penitenziari e 23 da detenuti ammessi a lavorare all’esterno – prosegue Capece - l’evasione dal carcere di Alessandria ha responsabilità ben precise. Cercate i colletti bianchi. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere». Molti detenuti, infatti, non lavorano: «Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto».

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