Cultura

Studio Dieci: in un catalogo mezzo secolo d'arte in città

Una pubblicazione che ripercorre le innovative proposte del Centro Culturale vercellese

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Un catalogo di 308 pagine curato da Carla Crosio e Diego Pasqualin, con progetto grafico di Elisabetta Cavagnino, per dare il senso di cinquant'anni di arte contemporanea a Vercelli 1971-2021, anzi 52 anni, ormai, 1971-2023... E' stato presentato martedì 21 novembre 2023, esattamente 2 anni dopo quel 21 novembre 2021 in cui si inaugurò il primo evento espositivo del cinquantennale.

Ad accogliere una platea molto vasta, fatta di artisti, intellettuali cittadini e amici la presidente Carla Crosio con il direttore artistico Diego Pasqualin e Matteo Lombardi, che si è aggiunto da un paio d'anni, ma il cui contributo è già prezioso.

Una staffetta per l'arte

Carla Crosio, nel ricordare tutti i passaggi della storia e i nomi di chi si è alternato nella guida e nel sostegno al Centro Culturale, due nomi fra tutti: Fiorenzo Rosso, presente in sala, che è stato per decenni un punto di riferimento e Serena Leale. Crosio ha sottolineato che la bellezza e la forza di "Studio Dieci" sta appunto nell'alternarsi di persone diverse che però hanno tutte in comune un incondizionato amore per l'arte.

Nel corso della presentazione anche Diego Pasqualin ha dato il suo contributo di narrazione, riferita all'ultimo decennio, molto ricco di iniziative anche internazionali, si è parlato di allestimenti finiti alle tre di notte e di come si "vive" il centro culturale, delle fatiche e delle gioie.

Le dediche

Il catalogo si apre con tre dediche: ad uno dei fondatori Massimo Melotti, all'assessore Andrea Raineri, che aveva capito e apprezzato tanto Studio Dieci e a un simbolo dei primissimi anni; "al bambino che, puntualmente, vestito con un cappotto più lungo e più largo di lui, si presentava alle nostre prime inaugurazioni per mangiare qualche pasticcino".

Tre dediche che dicono molto sull'anima di questo centro culturale che è certamente un luogo esigente, per chi ha qualcosa da dire e lo fa con forza, ma anche collegato alla società, che ha sempre inserito nei suoi programmi interazioni con realtà diverse e vocato ai giovani ed anche un luogo familiare in cui i sentimenti, l'accoglienza, giocano il loro ruolo. Del resto senza emozioni e senza compartecipazione (che spesso e com-passione nel senso di condividere una certa idea di umanità) non può esistere l'arte.

I contenuti

La parte contenutistica si apre con due paginette nelle quali viene mostrata, senza parole, l'evoluzione del logo mitico del centro culturale, creato proprio da Fiorenzo Rosso.

C'è poi una parte documentaria, in cui sono riportate tutte le mostre ed iniziative realizzate nelle varie stagioni. Sono centinaia di eventi e di artisti passati da Studio Dieci, molti già scomparsi, come Gian Marco Coppo che è stato un altro protagonista fondamentale e che molti nel mondo dell'arte ricordano sempre con affetto e che proprio Fiorenzo Rosso ha voluto ricordare alla presentazione.

"E' stato un lavoro monumentale e faticosissimo ricostruire tutte le attività" ha sottolineato Carla Crosio.

Notevole anche la produzione editoriale, con una quarantina di cataloghi.

La parte preponderante dell'opera è dedicata proprio alle celebrazioni del cinquantennale. Una scelta dovuta in parte a ragioni di budget. Però dato che gli eventi hanno in buona parte ripercorso la storia del centro culturale, sono di fatto documentati volti ed eventi del passato e anche il ritorno di artisti, come Ruggero Maggi, che sono stati compagni di viaggio.

Una festa di compleanno durata due anni

Non è certo possibile qui elencare i vari momenti di una lunghissima festa di compleanno durata due anni. La presentazione di martedì scorso è stata una specie di riunione di famiglia, con un momento molto significativo in cui Carla Crosio ha donato un catalogo a Marco Melotti fratello di Massimo, che era fra quei giovani inquieti e carichi di voglia di esprimersi che diedero il via a tutto. Massimo fu poi un critico, curatore e manager dell'Arte Contemporanea di livello nazionale, ma rimase sempre legato alla sua "creatura".

"Abbiamo Vinto!"

Come chiusa di questo articolo le parole migliori sono quelle di Carla Crosio: "Nel volume ci siamo limitati a trasferire con Arte l'Arte che ci è stata regalata, cercando con Arte dentro all'Arte, l'Arte pura. Il libro finisce con immagini dei volti amici che hanno fatto grande il nostro mondo. Una somma di pagine che attestano la nostra forza. Resta il mio disorientamento nel rileggere documenti che sono la testimonianza di una parte della mia vita iniziata in due piccole stanze dal profumo di pareti più volte dipinte di bianco misto a quello acre di vernici per l'Arte".

Ma il sigillo più bello è nelle prime pagine laddove è scritto grosso "Abbiamo vinto!". Un'esclamazione che ha dentro tanti sacrifici, anni di incomprensioni e di rottura con certe sonnolenze vercellesi, momenti via via di maggiore riconoscibilità, come ad esempio nella "fase Guggenheim" di Arca. progetti di rilevanza internazionale. Prese di posizione contro l'ingiustizia, la violenza, le discriminazioni e le guerre, contro il nulla culturale. L'educazione di tanti giovani a rapportarsi con l'arte e le idee in modo coinvolgente e formativo. E l'avventura continua...

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Da sinistra: Matteo Lombardi

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I cataloghi in vetrina

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Carla Crosio nel suo intervento

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La consegna del catalogo a Marco Melotti, fratello di Massimo

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Diego Pasqulin in un suo intervento

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Prima dell'evento

L'opera gode del patrocinio del Comune di Vercelli e del sostegno di Fondazione CR Vercelli.

Chi volesse il catalogo può richiederlo a studiodiecivercelli@gmail.com

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