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Assegno Unico Universale: per 66.000 famiglie slitta a novembre

L'Inps spiega come stanno le cose e la portata minima dei casi irregolari

Assegno Unico Universale: per 66.000 famiglie slitta a novembre
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In Italia 66.000 famiglie con figli destinatarie dell'Assegno Unico e Universale hanno ricevuto un messaggio dall'Inps con il quale si segnala che per una posizione ISEE difforme e il
pagamento dell’assegno in misura minima sono posticipati a novembre.

L'Inps fa notare che si tratta dell'1% di tutte le famiglie che ne beneficiano e in una nota spiega nel dettaglio le ragioni del posticipo e come devono muoversi le famiglie interessate.

Cos'è l'Assegno Unico Universale

L'Assegno Unico Universale (AUU) è una misura di sostegno alle famiglie introdotta a
decorrere dal Primo marzo 2022 dal Decreto legislativo 230/2021 (e successive modifiche). Il
calcolo dell’importo mensile spettante viene effettuato dall'INPS, tenendo conto del valore
dell’ISEE (indicatore della situazione economica equivalente).
A fronte di un totale di oltre 6,2 milioni di domande complessivamente presentate nelle
annualità 2022 e 2023, la presenza di attestazioni ISEE con omissioni o difformità è - a oggi
- molto contenuta e riguarda circa 66.000 istanze. Si tratta, dunque, di poco più dell’uno per
cento delle famiglie già beneficiarie dell’assegno che sono state invitate, con messaggio
Hermes dell’Istituto n. 2856 del 1° agosto 2023, a regolarizzare la propria posizione entro e
non oltre il prossimo 31 dicembre.

C'è tempo per mettersi in regola

Proprio per questo - con messaggio Hermes n. 2913 dell’8 agosto - l'Istituto ha inteso
comunicare che la rideterminazione delle rate di AUU con importo al minimo - analogamente
a quanto accade in assenza di ISEE - viene posticipata alla mensilità del prossimo novembre,
garantendo così alle famiglie coinvolte un lasso di tempo maggiore per la regolarizzazione
dell’ISEE, tenendo conto anche delle possibili difficoltà connesse al periodo estivo.
Questo impegno dell'Inps si incardina in un'attività che permette, ogni mese, di erogare la
misura a più di 6 milioni di famiglie con quasi 10 milioni di figli.

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