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Santhià, trasporto eccezionale dall'ex officina Magliola

Si tratta dell'unico esemplare esistente di automotrice destinata ai servizi internazionali di prestigio "Binato Breda"

Santhià, trasporto eccezionale dall'ex officina Magliola
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Un trasporto eccezionale dalle ex officine Magliola a La Spezia ha attirato l'attenzione dei santhiatesi: infatti per la città è stato trasportato l'unico esemplare esistente di automotrice destinata ai servizi internazionali di prestigio "Binato Breda". Un trasporto tra l'altro caratterizzato da un danneggiamento alla rotonda di Via Matteotti incrocio Corso 2 Giugno. “Per quanto concerne questo danno- spiega la sindaca Angela Ariotti - i nostri uffici si sono già attivati per sistemare materialmente l'accaduto e richiedere i relativi rimborsi alla ditta responsabile”.

Storia della vicenda Magliola

Invece per quanto riguarda la Magliola, spiega: “Nel 2013 partecipai ad alcune riunioni con Arpa e Provincia e scoprii le problematiche ambientali collegate a cumuli di rifiuti e presenza di amianto. Dopo qualche anno iniziarono i primi problemi aziendali per arrivare al passaggio di proprietà dell'azienda. Una rapida discesa con ulteriori passaggi di proprietà, fino ad arrivare in mano a personaggi a dir poco discutibili. Ci furono assemblee e scioperi per arrivare al giorno della chiusura. Periodo triste e angosciante. Dipendenti senza lavoro e con arretrati importanti da incassare, stessa situazione per i fornitori. L'Amministrazione Comunale fece sentire la vicinanza ai lavoratori, organizzò tavoli con le parti, aiutò i dipendenti che si trovavano in difficoltà economiche. Poco, in confronto alla tragica esperienza di trovarsi, da un giorno all'altro senza lavoro. Anche la questione ambientale, mancando il confronto con una proprietà, ci portò molte difficoltà. Contro l'ordinanza comunale di rimozione dell'amianto del Capannone di Corso 2 giugno, dei liquidatori con l'aiuto di tecnici, impugnarono l'ordinanza, pur sapendo di perdere, e ricorsero al Tar, e dopo aver perso, andarano al Consiglio di Stato perdendo nuovamente, producendo spese legali a loro ma anche a noi. Tutto ciò al solo scopo di allungare di almeno 3 anni il tempo. Per poi, con l'alibi della mancanza di fondi, non ottemperare agli obblighi. Mesi fa, finalmente, dopo diverse aste andate a vuoto, la Magliola è stata acquistata. Il Tribunale attraverso un bando, ha assegnato il contenuto, quindi i beni mobili, ad una Società che, ormai da diversi mesi sta smaltendo tutto, vendendo materiale. Conoscevamo, avendo visto come tanti santhiatesi, l'esistenza di un Museo messo in piede pezzo su pezzo dalla famiglia Magliola che racconta la storia di un'azienda storica, ma che racconta anche la nostra storia. Non potevamo perdere tutto ciò, ma non è stata una cosa semplice. Prima di tutto un Ente deve sottostare a regole e vincoli e quindi tutto diventa complicato e difficile. Ci siamo confrontati con la Soprintendenza e con il Museo di Savigliano, abbiamo fatto diversi sopralluoghi. Il materiale è tanto composto da arredi, documenti, foto, macchine da ufficio. Al Museo dei treni storici abbiamo richiesto la possibilità di far restare una locomotiva o una carrozza a Santhià. La strada per l'allestimento sarà lunga e complessa. Avremo la necessità di fondi e di volontari ma sono sicura che, tutti, insieme noi e voi, ce la faremo.

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