Pro Loco di Crova: successo per il Premio di Poesia Meme Ciocca
Pubblichiamo tutte le poesie premiate, ben 150 i lavori pervenuti.

Un premio poetico, quello di Crova, che sta crescendo e che ha ormai una valenza pienamente nazìonale. E’ il Concorso di Poesia “Meme Ciocca” una figura storica di educatrice del paese scomparsa in giovane età. Sabato scorso nella saletta del castello si è svolta la cerimonia di premiazione delle terza edizione. Il Concorso è promosso dalla Pro Loco di Crova, con il patrocinio del Comune, il sostegno delle edizioni Pedrini di Pont-Saint-Martin (AO) e anche un premio di Notizia Oggi Vercelli, che quest’anno ha raddoppiato per premiare un ex aequo.
La premiazione
A condurre la cerimonia la presidente della Pro Loco Cinzia Donis, supportata dall’editore Ennio Pedrini e da Fabrizio Bragante, altro giurato (neo cavaliere della Repubblica). In giuria anche la poetessa vercellese Paola Lazzarini, il poeta Alessandro Ghionna (vincitore della sezione italiano dello scorso anno) e Gian Piero Prassi di Notizia Oggi Vercelli.
Cinzia Donis in esordio, di fronte a un pubblico numeroso, con premiati anche dal Friuli, ha sottolineato: «Il premio è cresciuto tanto, abbiamo ricevuto 150 poesie da tutta Italia e la sala piena ci fa veramente piacere, benvenuti a Crova». Assegnati una ventina fra premi e menzioni.
I premiati sezione in Italiano
Ha vinto Roberto Colonnelli di Viterbo con la poesia “Resto me”. Al secondo posto Stefania Siani, di Cava dei Tirreni con “L’anello che spezza la catena”, terzo Raffaello Corti di Bergamo con “L'abbandono”. I tre autori non si sono presentati perché di località troppo distanti. Le loro liriche sono state lette con una valida interpretazione dall’editore Ennio Pedrini.
I premiati della per la Lingua Piemontese
Al primo posto Mauro Caneparo di San Nazzaro Sesia con la poesia “I cinch a-stagion dal ciel”, letta direttamente dall’autore in vernacolo novarese, una lirica struggente. Seconda piazza per Mary Massara di Varallo con: “Mater Matuta” anche lei presente e valida interprete. Terza piazza a Edoardo Maglio di San Germano Chisone con “Soma ad vent”.
Menzionate altre tre liriche: “I tani na volta” di Gian Franco Monaca di Asti, novantenne, presente alla cerimonia e con un collegamento vercellese, è stato infatti un amico di don Cesare Massa; “Porta Palas” di Gabriele Gariglio di Santena; “I padrun dal mund” di Giacomo Musetta, Bellinzago Novarese, anche lui presente.
Le targhe Notizia Oggi Vercelli
Quest’anno sono state date due targhe, per due lavori ugualmente pregevoli. Hanno ritirato il premio Fiorenza Finelli di Bologna per la poesia “Ti ho sparso intorno” e Lorenzo Gabanizza di Fiorano sul Serio (BG) per la lirica "Le tue cose".
Giovane Talento e menzioni a minorenni
La targa “Giovane Talento”, offerta dal Comune di Crova è andato al progetto Haiku degli Allievi della classe 3 N Scuola primaria del Convitto Nazionale Umberto I di Torino. Presente l’insegnante.
Menzioni speciali ad altri poeti minorenni: Classe 4A scuola Primaria Marconi di San Vito al Tagliamento con la poesia collettiva “Li vedi, li senti?”, Carlo Alberto D'Arpe di Tolmezzo con la Poesia “Il Rosso”, Silvia Pielich di Tolmezzo con la Poesia: il verde; Enea Tonon di Tolmezzo con “Mare”, presente e premiato, sono studenti della stessa classe; Antonio Lariccia di Avellino con “Quando vive l'uomo sogna”; Ruy Pastore Bernaldo De Quiros di Strona, con la poesia ”Paramezzale”, stato premiato nel come “Giovane talento”; Giulia Ambra Pierro di Cossato con la poesia “Vita”, anche lei presente; Elisa Tararà di Canicattì con la poesia “Passi per portare pace”. in anteprima da Cinzia Donis ha infine annunciato che il prossimo anno ci sarà anche una sezione riservata agli studenti.
La Gallery













Le poesie in Italiano
Prima classificata
Resto me, di Roberto Colonnelli, Viterbo
Ho provato a cambiare voce,
a camminare dritto su strade sbagliate.
Ho indossato maschere nuove,
ma il cuore le ha sempre strappate.
Ho detto sì per non dispiacere,
ho sorriso mentre cadevo.
Poi ho capito che restare in piedi
non vale quanto restare vero.
Resto me,
con i miei silenzi e le mie tempeste,
con ogni sogno che ancora mi resta,
anche se inciampo, anche se fa male.
Resto me,
senza paura di perdere tutto,
perché ho già perso chi volevo sembrare.
E oggi vale.
Resto me.
Ho ascoltato troppe opinioni,
ma nessuna parlava davvero di me.
Ho seguito luci fasulle,
e adesso cerco il buio per rinascere.
Mi specchio nelle cose piccole,
nel rumore di una voce sincera,
nella pelle che sa di difetti
eppure mi tiene intera.
Resto me,
con le mie crepe e la mia follia,
con la paura che ogni giorno mi sfida,
ma anche con la forza di non scappare.
Resto me,
anche se il mondo mi vuole diversa,
anche se cambiare è più facile a volte.
Io scelgo amare.
Resto me.
E se un giorno crollerò,
che sia tra braccia che sanno chi sono.
Non voglio applausi,
voglio orizzonti
dove sentirmi ancora vera.
Resto me.
Con ogni passo,
con ogni errore.
Resto me.
Ed è già un onore.
Seconda classificata
L'anello che spezza la catena, di Stefania Siani,
Cava dei Tirreni
In questo mare immenso di scarpe rosse
lasciate come barche alla deriva,
voglio essere l’ultimo anello
che spezza la nera catena,
coi graffi viola sulla gola
e un pugnale grigio dentro al cuore.
Brandelli di vestiti arcobaleno e dignità,
sepolti tra le pietre e il fango,
pezzi di me racchiusi in sacchi neri,
dove nemmeno i lupi osano arrivare.
Ma tu sorella cara,
non piangere
se non mi vedrai più tornare,
conserva di me parole, colori e sogni,
pensieri racchiusi in fiori secchi e bianchi
tra le pagine di un diario rosa,
dedicati a colui che non ha saputo
coltivare l’amore,
lasciandomi con lo sguardo al cielo cobalto
tra l’erba alta,
sulle sponde di un fiume freddo e nero.
Terza classificata
L'abbandono di Raffaello Corti, Bergamo
[…braccia lungo i fianchi
immobile figura di bimbo
osserva un'alba che precipitaColano dalle mani
resine ambrate e vischiose
parole a lungo macerate
tra la carne e i dentidisegnando pentagrammi
sulla pelle livida e martoriata
senza note né melodieè un canto strozzato
tra le caviglie sottili
e l'erba umida di notteAccanto a lui un merlo
un cane bianco
e due fiori sottili
come il taglio delle labbra
che recitano una nenia incomprensibileNegli occhi una richiesta
una domanda azzurra
"non temete il mio non essere"Raccolgo resine e fili d'erba
la sua storia gocciolata
ne farò scultura e poema
affinché non si perda
il suo ultimo grido rauco
tra l'indifferenza di piedi
che vanno di frettaSolleva le tue braccia bimbo
grida i tuoi bui al giorno
urla - senza timore di primitivi echinel tuo canto deformato dal dolore
io ci leggo un fiore
ed un sole che non vuol morire…]
Le poesie in Lingua Piemontese
Prima classificata
I cinch a-stagion dal ciel, di Mauro Caneparo, San Nazzaro Sesia
Primavera, piena ’d vul da rundulini
chi vulavan ‘dzura i tecc di nos cassini
dent un ciel pien da speransi e tüt cilest
‘ndua nün i sugnavan drè di nivli ‘mè furest.Sofich e nivli da muschìn int al ciel d’està
quand tra rugi e foss i passavan i vacansi in libertà
int-a cul cald anca ‘l ciel a smeava fina smort
e nün credevam da vess pü fiöi, parchè is sentivan tüti fort.Ma cume la passava tüta cula gran calura
al ciel d’autün al turnava vess ciar d’adzura
anca ‘nti sintiment gh’è pö rivà un po’ ‘d seren
l’età dla rason la porta a tüti dal gran ben.E pö al ciel d’invernu, un gran bel ciel tüt a-stelà
se ti guardi ben i steli mai t’ it perdi par la strà
l’è cul ciel ch’at fà vidè e quasi a smea fat tucà
al tò duman ch’l’é lì, urmai rent l’eternità.L’eternità, ch’ l’è dal ciel la quinta stagion
l’è dla libertà la massima espression
l’è cula da cul ciel che tanti fiöi iin cercà
pena prima da murì, par dà a nün la libertà.
Le cinque stagioni del cielo
Primavera, ricca di rondini in volo / ad intrecciarsi sopra il tetto della cascina, / nel cielo azzurro delle nostre giovanili fantasie / dove sognavamo, tra le nubi, lontane avventure.
Caldo e nugoli di moscerini nell’estate / mentre tra rogge e fossi nuotavamo in libertà, / quell’afa pareva aver ammalato il cielo / mentre noi già ci credevamo uomini veri.
Appena cessato quel gran calore / il cielo autunnale ci portava fiducia
donando serenità ai nostri cuori / con l’età e le esperienze della vita.
Ed infine le notti invernali, tripudio di stelle, / che ti aiutano a non smarrire la via, / un cielo così terso che pare indicare / il domani, prossimo ormai all’eternità.
Proprio l’eternità, la quinta stagione del cielo / vuol ricordarci il valore della libertà / quel cielo a cui tanti ragazzi rivolsero l’ultimo sguardo / un attimo prima di morire, per donare a noi la libertà.
Seconda classificata
Mater Matuta di Mary Massara, Varallo
Tacà sù, d’òr na gala
as visca ‘n fond d’on pass
drit, inradisà ‘l sass.
Da s-ciatin n’ ëspatusc
al busga dla nòt ël vel,
garza topa dël cel.
Sbarleucc, n’ombra fà sciuèta:
ciar ël profil dë prina,
na forma strasòrdina.
Da’nscima, in pé, granda,
dolsa e ‘nsèma sgregia,
scuplà int la prea frègia.
Salvàdigh na stomgareu
lusent in scòssa sprissà,
dru, insupì dla rosà.
ˮMater Matuta„
dal temp Mama dla tèra,
Sciora dl’ùltim ësparlòn,
dla bonora, dij stagiòn!
ˮMater Matuta„
Diva, për sémpar Mama
chinsichì ‘mè d’antorno,
on batacheur sotorno.
Taca sù, d’òr na gala
sa smòrsa ‘n fond d’on pass
drit, inradisà ‘ l sass…
Mater Matuta
Sospesa, d’oro una trina / si accende in fondo ad un passo / ripido, abbarbicato al sasso.
Di scintille uno sfarzo / fora il notturno velo, / garza oscura del cielo.
Occhio furtivo, un’ombra alletta: / chiaro il profilo di brina, / una forma straordinaria.
Dall’alto, eretta, grande, / dolce e al contempo grezza, / scolpita nella pietra fredda.
Selvatico un impacco / scintillante in grembo asperso, / tenero, zuppo di rugiada.
"Mater Matuta" / dal tempo, Madre della terra, / Signora dell’ultimo raggio,
dell’alba, delle stagioni! / "Mater Matuta".
Dea, per sempre Madre / qui come d’intorno, / un palpito di cuore arcano.
Sospesa, d’oro una trina / si spegne in fondo ad un passo ripido, abbarbicato al sasso.
Terzo premio
Soma ad vent di Edoardo Maglio, San Germano Chisone
Tuti ij di, dal mat a la sèira,
Gioanin a camina col sò fardel.
Da la borgà al pais, da 'l pais a la borgà,
la gerla n dzora, semper la midema canson.
Ma ancheuj... ancheuj a l'è diversa:
la gerla a l'è piena. Piena ëd vent!
Gioanin a la sèint che a chërsa,
a sent ël pëis ëd tut col ari-a
che a l'ha catà për la stra.
"Ma sì," a dis tra së, "l'è pur semper 'na roba da porté."
E a continua, curb com un òm che a
porta ël mond an spala, mente ël vent a j scapa via,
liber coma a l'è semper stàit.
Arrivà al pais, Gioanin a sarva la gerla.
A resta lì, a goardé,
come se chiel a l'avèiss përdù cheicòs
d'important, ëd vèir.
Ël vent a torna an montagna,
sensa dì marsi.
Carico di vento
Tutti i giorni, dal mattino alla sera, / Giovannino cammina con il suo fardello.
Dalla borgata al paese, dal paese alla borgata, / la gerla in spalla, sempre la stessa canzone.
Ma oggi... oggi è diversa: / la gerla è piena. Piena di vento! / Giovannino la sente che pesa, / sente il peso di tutta quell'aria / che ha catturato per strada.
"Ma sì," dice tra sé, "è pur sempre qualcosa da portare."
E continua, curvo come un uomo che / porta il mondo sulle spalle, mentre il vento gli scappa via, / libero com'è sempre stato.
Arrivato al paese, / Giovannino apre la gerla.
Resta lì, a guardare, / come se avesse perso qualcosa / d'importante, di vero.
Il vento torna in montagna, / senza dire grazie.
Le targhe Notizia Oggi Vercelli
Ti ho sparso intorno di Fiorenza Finelli di Bologna
Ti ho sparso intorno,
ieri sera, atmosfere oniriche,
come un odore abraso
d’inverni di guerra,
accendendoti ricordi
di frontiera,
che sgranavi lucidissimi,
inanellando corone di nomi,
tipi, mestieri, fatti, volti, oggetti
e qualche indiscrezione inedita.Si è rianimato, in un crescendo
di emozioni condivise,
il vivace teatrino di contrade,
dove abbiamo rivissuto,
in un attimo fugace,
tutti i nostri anni più belli,
attraverso un dialogo febbrile
con le strade e con i morti,
quelli stessi che ti passano
davanti, sollevandosi i cappelli.Ti ho ricostruito accanto
alle macerie cittadine
le case anni ‘60 ed i negozi,
le vetrine colorate di una volta,
che il presente inverecondo
ci ha rubato.
Ti ho ridato, padre,un sottomondo ospitale,
tra le cui radici nascoste
potesse posarsi ancora
l’essenza dialettale del tuo cuore
e dove, forse, tra un motto
e una risata, riuscissi
a risentirti di nuovo un po’ felice.Un quartiere brulicante,
dove nessuno si stupisce
o ti schernisce,
se ripeti inconsciamente
e col sorriso, tante volte,
all’infinito,
la medesima domanda.
Le tue cose di Lorenzo Gabanizza di Fiorano sul Serio (BG)
Le montagne stese d’attorno,
e quella vivida luce verde di prato
sono come un tuo vestito smesso
e gettato sulla sedia
— e tanto mi è caro —
e la vista mi è dolce.
Ho il sapore di parole inchiodate
alla vela bianca di una nave di carta
che naviga al volger di pagina
ed il passo inesorabile
del mio cammino
— di cima in cima — con le sue cadute.Sono le tue cose queste visioni,
stillate dalle ore di un pomeriggio.Sia come una veste che ancora indosserai
questo florilegio di bellezza
ripiegato sulla valle come un abbraccio
bianco e puro
nella trina di porpora di un tramonto
che si stempera
oltre le rocce battute
da venti impetuosi
— lontani —
in solitudine di vertiginose altezze.
Gli haiku vincenti del "Giovane Talento"
HAIKU - (individuali e di gruppo cl. III N - Scuola Primaria Convitto Nazionale Umberto I, Torino
Laboratorio di Poetica Haiku a cura dell'ins. Daniela Callegari)
I fiori sbocciano
e il sole splendente
scalda il cuore
Alice Stella, Antonio Guaraldo
Il latte beve
e addenta il gioco
la foglia cade
Alice Stella, Marianna Chiricosta
Il sole splende
I fiori profumati
Rumore d'acqua
Alice Stella
Ci rilassiamo
la tranquillità
tanto silenzio
Alice Stella
Nella natura
il gatto che sonnecchia
fiume che scorre
Umberto Diana, Alessandro Albanese, Agnese Luati, Alessandro Perrelli, Ester Mecollari, Allegra De Benedittis
Il sole splende
farfalle si posano
sulla mia mano
Antonio Guaraldo, Orlando Pasquino, Daniele Vergnano, Carlo Rossa, Giulia Catalano
Rumore d'acqua
cammino nel sentiero
gatti giocano
Matthias Donato, Ginevra Giani, Alessandro Albanese, Giulia Di Nieri, Daniel Peretti, Alice Stella
Strada polvere
il profumo di viole
erba umida
Luigi Bocca, Simone Berruto, Elisa Galati, Marta Nicchitta, Riccardo Monaco, Marianna Chiricosta
Alla Fenice
favoloso teatro
la ballerina
Giulia Di Nieri
Il gatto gioca
sul balcone con l'acqua
soffia il vento
Alessandro Albanese
Vedo i fiori
gioco con la rondine
vado a casa
Carlo Rossa
Sulla mia mano
farfalle si posano
rumore d'acqua
Giulia Catalano, Allegra De Benedittis, Daniele Vergnano, Marta Nicchitta
Ti voglio bene
tu dammi un abbraccio
sei il mio cuore
Giulia Catalano
Ho riposato
in città qui nevica
gatto cammina
Giulia Catalano, Ester Mecollari,Ginevra Giani
Il gatto gioca
si diverte con noi
nel prato dorme
Allegra De Benedittis
Con gli amici
al mare mi diverto
la Pasqua insieme
Allegra De Benedictis
In paradiso
l'amore eterno è
la gioia con me
Marianna Chiricosta
Un gatto gioca
con una foglia verde
il sole caldo
Luigi Bocca
La libellula
cammino nel sentiero
i cinguettii
Matthias Donato
Respiro bene
uccellini cantano
sono tranquillo
Matthias Donato
Raggi di sole
le viole profumate
la tranquillità
Daniele Vergnano
Rana che salta
la libellula rossa
rumore d'acqua
Daniel Peretti, Orlando Pasquino
La pozzanghera
vedo il mio riflesso
sole che scalda
Antonio Guaraldo
Rumore d'acqua
cammino nel sentiero
rana che salta
Riccardo Monaco
Il gatto gioca
sul balcone con l'acqua
rumore freddo
Riccardo Monaco