La storia

La trinese Beatrice Pistan studia in Danimarca in barba al Covid

La studentessa racconta la sua vita tra lockdown e tanti amici.

La trinese Beatrice Pistan studia in Danimarca in barba al Covid
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Beatrice Pistan ha 17 anni, quasi 18, e sta frequentando il quarto anno di liceo all'estero. L’abbiamo conosciuta la scorsa settimana in occasione della premiazione del concorso «La miglior maschera», che ha visto protagonisti gli studenti del Liceo Artistico Alciati di Trino. La maschera creata da Beatrice si è classificata al secondo posto.

Nel cuore della Danimarca

Dove ti trovi a studiare?

«Sono nel nord della Danimarca, in un paese vicino ad Aalborg, una delle città più grandi del Paese. Sono partita con il programma Intercultura di Vercelli, grazie ad una borsa di studio che mi ha messo a disposizione. Frequento il liceo Artistico Alciati, indirizzo Design a Trino. Sono partita all'inizio di settembre del 2020, all’inizio del nostro anno scolastico, e rimarrò fino alla fine dell'anno scolastico danese, alla fine di giugno.

La scuola è super organizzata

La scuola qui in Danimarca è stupenda, mi piace molto. È organizzata completamente in modo diverso dalle scuole italiane. Sono registrata in una classe fissa con gli stessi compagni, ma spesso cambiamo aula, ad esempio quando dobbiamo seguire le lezioni di Laboratorio di Fisica. Altre volte cambio classe e mi trovo a seguire le lezioni con ragazzi di altre sezioni: ad esempio durante le ore di Arte o Lingua Francese. In generale la didattica prevede lo svolgimento di molti lavori di gruppo e il rapporto con i professori è più informale.

La scuola che frequento io è un “Gymnasium” ed è famoso per il suo corso musicale. Solitamente si fanno anche molte attività extrascolastiche, che però purtroppo quest'anno a causa del Covid sono state, in gran parte, cancellate».

Un po' timidi, poi carinissimi

Come ti hanno accolta in Danimarca?

«Il rapporto con i miei amici danesi è fantastico. Mi hanno accolta benissimo, alcuni da subito e altri ci hanno messo un po' più di tempo.

Vivo con una famiglia con cui, fortunatamente, mi sono trovata subito bene. Per quanto riguarda la mia esperienza, posso dire che i danesi ad un primo approccio sono timidi, ma una volta che passi oltre quel muro di timidezza ti trattano come se fossi di famiglia.

"Mi pesa lo stop allo sport"

Nelle ore libere dalle lezioni, avevo iniziato a fare dello Sport e allenarmi in una squadra di pallavolo, ma purtroppo a causa del lockdown, iniziato una settimana prima di Natale, l’attività è stata sospesa. Per noi ragazzi più grandi, il lockdown durerà fino a fine febbraio.

I bambini stanno continuando ad andare a scuola regolarmente.

Didattica a distanza e lingua difficile

Noi facciamo didattica a distanza e diciamo che qualche volta è complicato perché tutte le lezioni sono in danese, una lingua abbastanza complessa, dal mio punto di vista. I suoni delle parole sono completamente diversi dai suoni Italiani.

Il lockdown può essere difficile, ma ormai ci siamo un po' abituati, dopo aver vissuto quello dell'anno scorso in Italia. Io posso continuare a vedere i miei amici: il massimo di persone che possono stare insieme è 5».

Le ragioni di una scelta

Come mai hai deciso di andare all’estero?

«Ho sempre voluto viaggiare e girare per il mondo. Quando, alle scuole medie, ho scoperto che sarebbe stato possibile frequentare un anno del liceo all'estero, mi sono messa in testa che lo avrei dovuto fare a tutti i costi. La cosa più bella di questa esperienza è che si può imparare a conoscere una nuova cultura. Magari non così diversa da quella a cui noi siamo abituati, ma i piccoli particolari fanno la differenza. Particolari che si possono notare soltanto stando a vivere qui per un po’ di tempo. Quando tornerò in Italia dovrò finire l'ultimo anno di liceo e poi mi piacerebbe fare l'università. Penso sempre in campo artistico, ma non so ancora bene su cosa concentrarmi: si vedrà con il tempo».

Riccardo Coletto

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