Provincia di Vercelli

Tiramani: "No a chiusure totali o sarà Vietnam". Il Pd: "Parole irresponsabili"

La segreteria provinciale del partito critica duramente la scelta di parole del deputato: "Un paragone pericoloso".

Tiramani: "No a chiusure totali o sarà Vietnam". Il Pd: "Parole irresponsabili"
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Dura critica del Partito Democratico provinciale di Vercelli sulla scelta di parole del deputato Paolo Tiramani.

Il post

«Lunedì convocati a Roma per sentire il nuovo dpcm in anteprima dal Premier Conte. Non voglio nemmeno sentire parlare di chiusure totali, altrimenti sarà Vietnam. Il virus è una cosa seria, il futuro socio economico del paese è la priorità. Avanti». Sono le parole scritte su Facebook dal deputato e sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani. Parole che secondo la segreteria provinciale del Partito Democratico sono "irresponsabili e intollerabili" per il riferimento al conflitto del Vietnam.

La critica

«Il paese sta vivendo un momento drammatico da un punto di vista sanitario, economico e sociale - osserva il segretario provinciale del Pd Michele Gaietta - I nostri concittadini sono bombardati da notizie e dichiarazioni sempre più contrastanti e polarizzate. Dichiarazioni che si affidano all’urlo, alla sparata, all’invettiva più forte per guadagnarsi qualche minuto di attenzione. Sono, in quest’ottica, del tutto irresponsabili e intollerabili le parole rilasciate a mezzo social dall’On. Tiramani che minacciano di fare del nostro paese un “Vietnam” qualora le prossime decisioni del governo per contrastare l’epidemia non fossero allineate a ciò che l’Onorevole ritiene opportuno fare per il Paese. Posizioni che, peraltro, non sono nemmeno facili da comprendere a livello politico dato il continuo oscillare tra negazionismo e chiusura totale che ha caratterizzato l’approccio del Segretario nazionale della Lega Matteo Salvini in materia negli ultimi nove mesi. Il paragone del Vietnam dell’On. Tiramani è pericoloso e irresponsabile perché rimanda a conflitto armato scaturito dall’azione militare degli Stati Uniti in quel paese. Vuole quindi incitare o fomentare una resistenza armata nel nostro Paese contro il governo?».

«Non gettare benzina sul fuoco»

«È giusto e legittimo che la gente più colpita a livello economico dalle misure di contenimento possa manifestare pacificamente il proprio dissenso, che deve essere ascoltato e compreso con umiltà e attenzione - prosegue - Ma è del tutto sbagliato esasperare questo malcontento da parte di rappresentanti delle Istituzioni. La politica non deve fare solo delle scelte ma è chiamata a fare sintesi tra priorità. In quest’ottica, le democrazie liberali sono chiamate alla sfida più grande, perché nascono per far coesistere elementi costitutivi, come salute e libertà, che possono entrare in tensione. C’è quindi bisogno da parte di tutti di uno sforzo comune e collettivo per tenere insieme valori e persone nel nostro Paese in un momento così delicato. Non serve gettare altra benzina sul fuoco per dividere i cittadini e aizzarli contro le istituzioni per ricercare consensi personali. Serve tenere a mente le parole del nostro Presidente della Repubblica, che ha da poco invitato ad “unire le forze di tutti e di ciascuno, quale che sia il suo ruolo e le sue convinzioni, nell'obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese"».

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